la Commissione regionale per l’impiego ha approvato il piano formativo
provvisorio presentato dall’assessore Centorrino.
L’assessore ha dichiarato che servirà il sostegno del sindacato e delle
parti sociali per ottenere che nelle prossime sedute dell’Assemblea
Regionale Siciliana vengano garantite poste di bilancio sufficienti. Il
piano provvisorio, ha chiarito, assecondato dalle precisazioni del capo
di gabinetto Emanuele, è l’unico strumento che potrebbe consentire la
retribuzione del personale degli enti di formazione per i prossimi
mesi, anche se il Bilancio della Regione non venisse approvato o si
dovesse andare all’esercizio provvisorio del bilancio.
Il piano provvisorio prevede la riproposizione dello stesso numero di
ore effettuate nel 2010, in capo agli enti di formazione presenti
nell’anno precedente, in attesa che venga redatto il piano definitivo
secondo le direttive approvate con la delibera della giunta di governo
del 4 ottobre scorso, come previsto dall’avviso pubblico n. 29 del 22
dicembre 2010 pubblicato sul sito ufficiale dell'assessorato il 24
dicembre.
Il costo previsto del piano sarà di oltre 259 milioni di euro e sarà
finanziato con fondi regionali, statali e comunitari, e prevede circa
1.923.000 ore di formazione.
Il parere della Commissione è stato molto articolato e i componenti
indicati dalla Cgil Sicilia, Pagliaro e Scozzaro, molto critici sia nei
confronti del piano che dell’assessore, hanno subordinato il loro
supporto alla convocazione di un tavolo con le parti sociali per
affrontare la sempre più delineata crisi del settore in Sicilia. Questo
impegno è stato assunto dall’assessore che ha letto, al termine della
riunione, la traccia del comunicato che avrebbe inoltrato alla stampa
per annunciare la decisione della convocazione delle parti sociali.
Dichiarazione a verbale dei componenti
della Cgil nella riunione della C.R.I del 27 dicembre 20120
I componenti della Commissione regionale per l’impiego Pagliaro e Scozzaro dichiarano che
in
relazione a quanto comunicato dalla amministrazione al riguardo al
Piano regionale per l’offerta
formativa, sussistono le condizioni per un voto favorevole solo a
condizione che ci sia
un’assunzione di responsabilità di tutte le parti sociali e del
Governo.
- Il piano formativo non è stato oggetto di confronto con le parti
sociali; l’Assessore e
l’Amministrazione sfuggono di fatto al confronto ponendo in essere
inutili plateali
assemblee, come quella del 10 dicembre, dove non si tiene conto della
rappresentatività dei
soggetti sociali.
- Il piano formativo riproposto tende a nascondere una situazione di
crisi strutturale del
sistema, che abbiamo denunciato in più occasioni anche al Presidente
della Regione che non
ha mai ritenuto di affrontarla, che è già imploso sul piano delle
regole e della qualità del
servizio offerto. Un piano cosi fatto non dà più garanzie ne ai
lavoratori ne ai fruitori:
mancate retribuzioni da mesi, contributi e TFR non versati, mancanza di
materiali e
strumenti per la formazione, etc... Per queste ragioni continuiamo a
richiedere
l’apertura di un tavolo di crisi sul sistema regionale di formazione
professionale.
- Il numero di ore formative previste (quasi 2.000.000), quelle già in
essere sulla filiera dei
percorsi di istruzione (circa 500.000) a cui si sommano quelle previste
dal FSE, appare
sproporzionato come recenti inchieste giornalistiche e televisive hanno
denunciato.
Sembrerebbe che il piano pur di garantire i livelli occupazionali che
continuano a crescere in
modo sconsiderato e irresponsabile, e senza che nessuno sia in grado o
voglia bloccare
questa tendenza, ponga in essere un’offerta formativa inadeguata che
non trova riscontro
nelle presenze degli alunni in aula (La Repubblica, inchiesta Exit). La
programmazione non
appare idonea ad intercettare quelle fasce di utenza che potrebbero e
dovrebbero essere
coinvolte in processi di formazione (disoccupati, giovani donne,
lavoratori interessati a
percorsi di politica attiva del lavoro interessati a processi di
mobilità/cassa integrazione,
etc.). La Regione ha l’obbligo di fare chiarezza presentando i dati
sulla frequenza, sui
qualificati, sulla dispersione attraverso un sistema di controllo e di
monitoraggio per fugare
ogni opacità del sistema.
- Le risorse finanziarie appostate non sono congrue a garantire
efficacia alle azioni formative
e rispetto dei diritti contrattuali degli operatori;
- L’ipotesi di utilizzo di risorse comunitarie non vede riscontro in
atti programmatori allo
stato utilizzabili immediatamente, e, sotto il profilo rendicontativo
non pochi problemi lascia
intravedere senza l’accompagnamento di un apposito strumento che
consenta l’utilizzo di
risorse del bilancio quale cofinanziamento, per rendere rendicontabili
le quote di costo
afferenti a istituti giuridici e contrattuali vigenti.
- La incertezza dello stato finanziario di svariati enti di formazione
non consente di garantire
servizi di qualità agli utenti e nel contempo pone in grave situazione
la tenuta dei diritti
contrattuali dei lavoratori che vi operano. La scelta di introdurre
tecnicismi che di fatto
derogano al possesso del DURC, è sbagliata e non affronta i veri
problemi del sistema e
della solidità economico - finanziaria degli enti di formazione
professionale.
Pertanto, la Cgil subordina il proprio sostegno alla proposta
dell’Assessore del piano formativo
provvisorio a condizione che si apra un tavolo di confronto politico
con la presenza del Presidente
della Regione e le parti sociali per affrontare la condizione di crisi
strutturale del sistema formativo
siciliano.
Palermo, 27 dicembre 2010