Sembra
un gioco delle tre carte, quello che si sta consumando nel segreto
della contabilità delle scuole, e a rimetterci guarda caso sono i
bambini e le loro famiglie. La materia è molto tecnica e subito si
parla di responsabilità e di Revisori dei conti, per cui i genitori
eletti nei Consigli di istituto stanno capitolando ad uno ad uno: fanno
giusto in tempo a lanciare un SOS di allarme all’Associazione Genitori
e poi alzano la mano per votare l’approvazione, in segno di resa.
In questi giorni i Consigli d’istituto sono convocati per deliberare
delle variazioni di bilancio tanto urgenti quanto inderogabili: il
Ministero ha dato tassative disposizioni di non sfondare il tetto dei
finanziamenti concessi e chi ha nominato ‘troppi’ supplenti deve adesso
correre ai ripari.
Sorvoliamo sul fatto che il diritto all’istruzione e l’obbligo di
sorveglianza nei confronti degli alunni, specie quelli di scuola
materna ed elementare, obbliga i dirigenti a nominare i supplenti ogni
volta che non sia possibile coprire un’assenza con le ormai risicate
ore a disposizione dei docenti. Il Ministero dovrebbe fornire risorse
adeguate ovvero provvedere a ispezioni mirate, ma in molti casi non ha
fatto né l’una né l’altra cosa e ora le scuole sono in allarme.
A questa ennesima emergenza la risposta appare ormai scontata: ci si
appiglia ai fondi per l’ampliamento dell’offerta formativa (Legge
440/97) e all’ormai famigerato contributo volontario dei genitori. “Le
scuole ci propongono di usare i fondi per il funzionamento per coprire
le supplenze, quelli della legge 440 per le spese di funzionamento e il
contributo volontario dei genitori per finanziare i progetti –dichiara
Jachen Gaudenz, Presidente dell’Associazione Genitori A.Ge. Arcipelago
Toscano- Di fatto in questo modo con il nostro contributo si pagano le
supplenze, e allora non ci resta altro che fare sciopero anche noi e
boicottare a gennaio il versamento del contributo delle famiglie”.
”Come Associazione ci permettiamo di dare alle scuole qualche
suggerimento –aggiunge Rita Manzani Di Goro, Presidente dell’A.Ge.
Toscana- in primo luogo rileviamo che chi a gennaio tutelato i fondi
per il funzionamento, riducendo al minimo indispensabile quelli
destinati alle supplenze, è stato premiato, ricevendo tutti i
finanziamenti necessari in corso d’anno. L’attuale politica
ministeriale premia le cicale, più che le formiche, e chi ha badato a
garantirsi un minimo di cassa per le emergenze è stato fortemente
penalizzato rispetto a chi si è ridotto ad avere poche centinaia di
euro a disposizione”.
Vero è che la contabilità si basa su certezze e le scuole non hanno
tutte le colpe a fronte di un’Amministrazione scolastica che non rende
noti i criteri di finanziamento se non a posteriori, toglie quello che
prima ha dato e fa conoscere le causali di versamento attraverso i
bonifici bancari anziché con circolari esplicative.
Quello che ha mandato definitivamente in tilt dirigenti scolastici e
direttori amministrativi è stata la raffica di note a firma di Marco
Ugo Filisetti, Direttore generale per la politica finanziaria e per il
bilancio, il quale negli ultimi giorni ha detto tutto e il contrario di
tutto: che veniva ripianata una parte dei crediti pregressi delle
scuole e invece poi una metà di questi era relativa all’anno in corso;
che il finanziamento per gli stipendi di novembre-dicembre era invece
per settembre-ottobre e poi si faceva riserva di ulteriori
determinazioni, come a dire che presto li toglieranno; che si
finanziava una parte dei compensi già liquidati al personale.
Conviene allora scrivere una lettera circostanziata a
marco.filisetti@istruzione.it elencando tutte le contraddizioni di cui
sopra e le misure che si intende prendere in caso di mancata risposta.
E per fare gli interessi della scuola, ancor prima che quelli dei
bambini, è bene tutelare: 1) I fondi per il funzionamento
amministrativo e didattico; 2) I progetti; 3) Gli stipendi dei
supplenti; 4) Il corretto utilizzo del contributo volontario dei
genitori; 5) I compensi al personale. Ma presto, prima che le vacanze
natalizie avvolgano tutto in una coltre di indifferenza.(Age-Toscana)
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