Oggi la figura del
Dirigente Scolastico dovrebbe essere la figura di una persona
eticamente responsabile, di grande dignità morale, che dovrebbe avere,
come valore assoluto, nel suo curriculum vitae la certificazione di
eccellente amministratore della cosa pubblica. Purtroppo la realtà italiana, disegnata da
illustri sociologi, si rivela deficitaria sotto il profilo dell'etica
pubblica ed anche la relazione annuale della Corte dei Conti dà uno
spaccato dell'Italia non troppo edificante per quello che riguarda
l'utilizzo del denaro pubblico ed anche dell'utilizzo di diverse scuole
del FIS. Quindi per rendere più efficace il sistema scolastico
, bisogna riportare la scuola nel suo alveo naturale di competenza,
riconoscendo il fallimenti dell'autonomia scolastica inseriti in un
contesto inadeguato, che avrebbe preteso una classe dirigente più
qualificata ed eticamente più responsabile.
La nuova scuola nata dalla riforma Gelmini, nell' aspetto del sistema
della governance, risulta, a mio modo di vedere, pletorico e
scarsamente efficace.
Si è partiti nel 2008, commettendo un evidente errore e non riuscendo a
centrare i veri problemi del sistema scuola. Il Ministro Gelmini ha
individuato tra i problemi più gravi del cattivo funzionamento del
nostro sistema scolastico, a parer mio ignorando i veri problemi della
scuola, il fatto che il 97% ( a suo modo di dire) delle risorse
finanziare impiegate per la gestione del sistema va a stipendi per il
personale della scuola, e soltanto il 3% va diviso tra investimenti di
edilizia scolastica e spese di funzionamento. Dopo i tagli e i ritagli,
che a regime sopravanzeranno gli otto miliardi di euro previsti dalla
Legge 133/08 , il rapporto percentuale tra spese indirizzate a stipendi
piuttosto che indirizzate al funzionamento delle istituzioni
scolastiche rimarrà costantemente lo stesso.
È sotto gli occhi di tutti che non vi è stato alcun travaso di fondi
dalla voce stipendi alla voce spese per il buon funzionamento del
sitema scuola, ma soltanto un mirato taglio sul monte ore curricolare
di alcune discipline piuttosto che di altre. Questo si lega con
il blocco del rinnovo contrattuale per un triennio ed il tentativo
parzialmente fallito del blocco degli scatti di anzianità.
Temo, lo dico senza ironia, che i tagli fatti sul comparto scuola siano
stati attuati con un metodo di stampo ragionieristico, utilizzando come
pretesto il rapporto percentuale 97% a fronte del 3% ,che visto la
distanza tra i due numeri fa molto effetto sull'opinione pubblica.
Il fatto che tale rapporto sia rimasto invariato, significa
evidentemente che non era dovuto a questo problema il cattivo andamento
della scuola italiana, ma forse è addirittura ovvio che essendo la
scuola fatta da docenti, personale Ata, collaboratori scolastici, venga
dato loro un misero stipendio per le mansioni che svolgono. Il vero
problema, non affrontato dalla politica, è quello che nella voce
stipendi ( in quel 97%) vi è anche il fondo d'Istituto ed anche i FES e
i FESR, che a mio modo di vedere non sono da considerarsi come
stipendi. Come vengono spesi i soldi del fondo d'Istituto e i soldi
ricevuti dall'Europa per lo sviluppo della scuola? Quale ricaduta
effettiva hanno sul sistema della governance della scuola questi fondi?
Ricordo che la scuola e chi la dirige, vive in uno stato giuridico di
autonomia, per cui l'utilizzo di questi fondi e la ricaduta sullo
sviluppo scolastico, dipende esclusivamente dalle responsabilità etica
e morale dei Dirigenti Scolastici.
Oggi la figura del Dirigente Scolastico dovrebbe essere la figura di
una persona eticamente responsabile, di grande dignità morale, che
dovrebbe avere, come valore assoluto, nel suo curriculum vitae la
certificazione di eccellente amministratore della cosa pubblica.
Purtroppo la realtà italiana, disegnata da illustri sociologi, si
rivela deficitaria sotto il profilo dell'etica pubblica ed anche la
relazione annuale della Corte dei Conti dà uno spaccato dell'Italia non
troppo edificante per quello che riguarda l'utilizzo del denaro
pubblico ed anche dell'utilizzo di diverse scuole del FIS. Quindi per
rendere più efficace il sistema scolastico , bisogna riportare la
scuola nel suo alveo naturale di competenza, riconoscendo il fallimenti
dell'autonomia scolastica inseriti in un contesto inadeguato, che
avrebbe preteso una classe dirigente più qualificata ed eticamente più
responsabile.
Quando mi riferisco a classe dirigente non escludo nessuno, per cui
includo sindacati di ogni genere e colore, politica e suoi derivati.
Bisognerebbe, a mio avviso, creare un modello di scuola sul tipo di
quello tedesco, dove l'autonomia non esiste e il Dirigente Scolastico è
nominato a tempo determinato attraverso la valutazione del curriculum
vitae da parte di un organo consultivo della scuola costituito da
insegnanti, genitori e alunni. Il modello di scuola tedesca funziona
benissimo e gli stipendi dei docenti sono dignitosi e la qualità del
servizio ottima, con una grande attenzione all'alternanza
scuola-lavoro. L'Italia di oggi avrebbe bisogno di una scuola capace di
formare i nostri studenti concentrandosi ad insegnare bene i saperi
degli assi culturali e non di una scuola che distribuisca ruoli,
mansioni, progetti, commissioni, referenze assegnate per gestire una
popolazione scolastica di 500 alunni mentre il governo Americano che
gestisce le sorti di 250 milioni di abitanti ha costituito solo
tre commissioni. Penso proprio che forse qualcosa nella nostra
scuola non funzioni!
Lucio Ficara
redazione@aetnanet.org