"Vi scrivo un po' per sfogo e un po' perché
spero ancora che qualcuno abbia la forza e la voglia di cambiare cose
che avvengono nel nostro paese. Mi chiamo Daria Maltese, ho 31
anni ed ho davvero fiducia in un vostro pron- to intervento. La ragione
della mia mail nasce dal mio vissuto di questi ultimi
giorni. A Napoli, città in cui vivo, si sta svolgendo il corso —
concorso per dirigenti scolastici (precisamente nell'istituto Tito
Livio). Voglio da subito precisare che nella vita sono una docente di
scuola superiore, orgogliosa e contenta e che, con il suddetto
concorso, non ho nulla che mi accomuna. Mi è "capitato" di assistere ai
colloqui orali che in questi giorni, e da un paio di settimane si
susseguono, perché ho avuto amici e colleghe che hanno superato la
prova scritta e si son trovati a dover fronteggiare la prova orale. Vi
domanderete il motivo della mia mail..."
Arrivo al dunque: in mia presenza son passate un bel po' di persone
al vaglio della commissio-ne d'esame, e vi dirò...sono rimasta davvero
stra-biliata per ciò che è accaduto e più di una volta ripetuto.
Colloqui in cui i candidati non erano in grado di rispondere alle
domande, colloqui in cui la scena muta dei candidati ha messo in
imbarazzo anche me, sola spettatrice.. Eppure., il "caso" (!!!) ha
voluto che quei concorrenti passassero il concorso a pieni voti...a
differenza di chi, dopo aver speso fior di soldi in preparazione da
ispettori e ispettrici, avendo sacrificato lavoro, famiglia e
quant'altro, s'è trovato a fronteggiare voti miseri che non
garantiscono assolutamente il superamento dell'esame. Tengo a
ripetere: sono al di sopra delle parti in questa vicenda in quanto non
concorrente né aspirante al concorso. Ma è stato davvero triste leggere
la delusione negli occhi di chi, andato bene al colloqui (c'è stato chi
ha addirittura avuto i complimenti dalla commissione!!) s'è ritrovato
con un voto di gran lunga inferiore all'attesa o rispetto a candidati
dalla preparazione scadente. Mi dico: È ora di smetterla con questi
concorsi in i cui voti sembrano assegnati ancora prima delle prove,
dove la gente che si presenta umilmente col proprio bagaglio di
esperienze e di cultura, e se non ha "il calcio in culo" (espressione
del tutto partenopea) non ha diritto
a proseguire, a puntare in alto. Smettiamola davvero: questi sono
docenti che, dopo queste esperienze, devono andare nelle classi di
istituti di scuole medie o superiori a professare l'onestà, la fatica,
il sudore della fronte e i sacrifici "che prima o poi ripagano". Già.
Come si fa ad insegnare tutto questo in un panorama del genere? Magari
ad un ragazzo che vive in una famiglia poco abbiente, nell'interland
del napoletano, dove tu, insegnante, sei un punto di riferimento
culturale, umano e di vita. Ma con quale faccia si professa l'onestà?
Dobbiamo continuare con questo surro-gato di ipocrisia ad abbassare il
capo e far finta di nulla? Io non ci sto. E spero che, con me, si
muovano in tanti. Di persone oneste ce ne son tante. Diamo a tutti la
possibilità di andare avanti. Vi prego fate qualcosa o almeno girate
questa mail a chi potrebbe scuotere qualcosa. Vi ringrazio, in
fede,
Daria Maltese (da http://informazionehelp.splinder.com/post/8193801)
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