Ormai si sta
diffondendo a macchia d’olio la forma di estrema protesta attuata già
in molte scuole italiane: annullare le gite scolastiche.
Un modo di protestare, civile e romantico, contro la riforma Gelmini e
le politiche scolastiche del governo Berlusconi.
Eppure i “viaggi d’istruzione” sono
tra i ricordi più cari dell’intera vita scolastica, tra le cose che si
rimpiangono di più della giovinezza. Chi di noi non ha
partecipato, almeno una volta, ad una gita della scuola? Chi ha
dimenticato le aspettative, i programmi, le ansie, i discorsi in attesa
della “fatidica” gita? Chi ha dimenticato l’emozione della partenza in
gita, sul piazzale davanti la scuola, alle sei del mattino?
La “canonica” gita scolastica si doveva fare, puntualmente, in
primavera, nei mesi di aprile e maggio. Spesso era la prima vera gita
della vita, era la prima volta che si dormiva in albergo, con i
compagni di classe, fuori di casa. E si viaggiava beati sull’autobus
con le canzoni di Baglioni e di Battisti, le colonne sonore della
nostra giovinezza. Poi la sistemazione nelle camere d’albergo, gli
scherzi notturni, le incursioni nella camera delle compagne carine, i
rimproveri dei nostri cari docenti accompagnatori, le colazioni e
l’immancabile ultima sera in discoteca a ballare insieme ai professori.
E con il ricordo vivo della “Primavera” di Botticelli, ammirata nella
Galleria degli Uffizi a Firenze, della Cupola della Basilica di S.
Pietro e della statua di Mosè di Michelangelo a Roma o dei mirabili
mosaici del Duomo di Monreale, si ritornava a casa, dormendo e
sognando; si ritornava nella vita e nei libri di tutti i giorni,
stanchi ma felici.
Di tutte queste emozioni resteranno solo l’ombra dei ricordi e dei
rimpianti. E per gli studenti di oggi solo racconti di memorie e di
avventure della passata generazione, adesso che le scuole dell’intera
penisola, con una vera e propria “reazione a catena” e, probabilmente,
con tanto dispiacere, stanno annullando i viaggi d’istruzione e stanno
adottando questo metodo di lotta, per far sentire alta la loro
protesta, per sensibilizzare i ragazzi e, soprattutto, le loro famiglie
sulle condizione di disagio e di estrema precarietà in cui versa la
scuola italiana.
Adesso anche un’altra scuola si è aggiunta alla lunga lista degli
istituti che hanno adottato questa nuova forma di protesta, civile e
ferma, contro lo scempio perpetrato ai danni della scuola pubblica
italiana: il collegio docenti dell’Istituto d’Istruzione Superiore
“Vittorio Alfieri” di Asti ha adottato all’unanimità una mozione di
sospensione dei viaggi d’istruzione per l’anno scolastico 2010-2011.
La delibera dell’organo collegiale della scuola astigiana è un vero e
proprio atto d’accusa, preciso e circostanziato, alla recente riforma
della scuola secondaria superiore voluta dal governo e dal ministro
Gelmini.
La mozione dice che “la recente
riforma scolastica si è tradotta in un carico di ansia e di
preoccupazione circa il futuro professionale del corpo docenti e le
modalità reali di svolgimento del lavoro didattico.
La riforma è stata accompagnata da
consistenti tagli alla spesa pubblica, concretizzata in una riduzione
del numero delle classi e in una revisione dei quadri orari, implicante
una diminuzione complessiva di ore curricolari. Per le modalità di
assunzioni, la riforma e concisa con il blocco delle nuove assunzioni,
con il rischio di rendere permanente la situazione di precarietà di
quei tanti colleghi che da anni aspettano il loro effettivo inserimento
nel mondo della scuola.
Si aggiungono inoltre, il blocco
degli aumenti salariali ed al congelamento della spesa per gli
interventi all’edilizia del settore, che si traduce in un rimando sine
die dei lavori per la messa in sicurezza degli edifici scolastici. Gli
insegnanti avvertono l’esigenza di affiancare agli strumenti
tradizionali di espressione del dissenso, forme diverse di protesta,
quali, per esempio, la sospensione delle gite per l’anno scolastico
2010-2011.
Ed è per questo motivo che tutti i
docenti di questo istituto ritirano la propria disponibilità ad
accompagnare i ragazzi in gite scolastiche.
Quanto deciso dal Collegio Docenti corrisponde a scelte ormai diffuse
su tutto il territorio nazionale”.
Anche questo “tocca
fare” ai docenti italiani: rinunciare al piacere di vivere e di
stare in compagnia e in allegria con i propri ragazzi per combattere e
conquistare pezzi di dignità e di professionalità. E di libertà.
Angelo Battiato (inviato speciale a Brescia)
angelo.battiato@istruzione.it