È inversione
di tendenza. Le spese per il personale della scuola continuano a calare
anche nel 2011 e soprattutto lo fanno in modo sempre più pronunciato.
La
riduzione prevista per il prossimo anno è dell'8,03%, pari a 87.365
posti di lavoro in meno e un risparmio per l'Erario di 3,4 miliardi.
I dati sono contenuti nel Budget 2011 dello Stato pubblicato ieri da
via XX Settembre.
Complessivamente nel 2011 il ministero dell'Istruzione, tre
dipartimenti, 18 uffici scolastici regionali e 990.680 unità di
personale, costerà poco più di 40,4 miliardi, contro i 43,8 del 2010
(-7,7%, pari a una riduzione di 3,4 miliardi). Previsioni in calo anche
per il 2012 (39,3 miliardi, -2,82%) e 2013 (quasi 39 miliardi, -3,59%), a testimonianza che la cura da cavallo
imposta alla scuola nel 2008 sta dando in pieno i suoi frutti.
Per il solo personale, nel 2011 si spenderano 39,5
miliardi, rispetto ai 42,9 del 2010. Parte di questi risparmi saranno
utilizzati per "sbloccare" gli scatti d'anzianità di docenti e Ata. Una
partita che interessa nel triennio circa 250mila persone.
Sfogliando le pagine dell'annuale rilevazione dei costi delle
amministrazioni centrali, curata dalla Ragioneria generale dello Stato,
spicca come, nonostante i tagli, le spese per il personale continuino a
rappresentare la quasi totalità dei costi di viale Trastevere. Pari,
cioè al 97,68% delle spese complessive. Ma nonostante questo, le buste paghe di
insegnanti e Ata restano le più basse di tutto il pubblico impiego. In
media, nel 2011, valgono 39.640 euro l'anno. Al di sotto pure
della media di tutti i colleghi delle amministrazioni centrali: 42.511
euro. Distanti anni luce dagli stipendi del comparto Sanità, 55.645
euro, del ministero dell'Ambiente, 55.193 euro, del ministero delle
Politiche agricole. Ma sotto anche alle buste paga annuali medie degli
impiegati del Viminale, 44.337 euro, dell'Economia, 50.135 euro, del
Lavoro, 43.253, della Giustizia, 54.141, degli Esteri, 49.252.
Crescono invece i costi di gestione
del ministero dell'Istruzione. Per il 2011 ammontano a 925 milioni
(2,29% delle spese totali), in crescita dell'8,96% (pari a 76 milioni)
rispetto al 2010, frutto, spiegano dalla Ragioneria, «di una
compensazione tra l'aumento del 9,71% dei costi per la voce Acquisto di
servizi e utilizzo di beni di terzi e la diminuzione del 14,29% dei
Beni di consumo».
Calando
questi dati alle singole voci di costo di viale Trastevere, emerge che,
nel 2011, la voce Istruzione secondaria di secondo grado spenderà 13,7
miliardi, contro i 14,9 del 2010. La voce Istruzione primaria, 12,9
miliardi, contro i 14,3 del 2010. L'Istruzione secondaria di primo
grado, nel 2010, è costata 9,4 miliardi, che scenderanno a 8,8 nel
2011. E caleranno ancora dell'1,66% nel 2012 e del 3,08% nel 2013. In
cura dimagrante anche il sistema universitario. Nel 2010, è costato 7,3
miliardi. Nel 2011, dovrà costare 6,6 miliardi.
(da IlSole24Ore)
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