In vista di
soluzioni occupazionali che tardano ad arrivare … anche il Presidente
della Repubblica Giorgio Napolitano è apparso sensibilmente preoccupato
alle evidenti fibrillazioni politiche di questi giorni, in vista del
voto di fiducia che si consumerà tra giorno 13 e 14 dicembre, che
rischia di far saltare i già fragili equilibri non solo politici ma
anche economici.
I proclami fatti di recente dal Capo dello Stato, dal Presidente della
Banca d’Italia Draghi, dai Sindacati, non sono serviti a far rientrare
in una dimensione comprensibile “l’emergenza Precariato”.
Numerosi sono a tutt’oggi i precari ATA della scuola e anche chi vi
scrive sente la necessità di gridare il suo disappunto a politiche
occupazionali prive di ogni logica di crescita culturale ed economica.
Fra l’altro in una Regione come la Sicilia, in cui il fenomeno
precariato non è certo una novità, lascia sorpresi come si sia rimasti
disarmati sin dall’inizio dell’Anno Scolastico a tagli che hanno
trovato disarmati politici regionali e locali, famiglie, società
civile, con ripercussioni sulla competitività e sul rilancio economico
di un Isola già molto sofferente.
Trovare soluzioni occupazionali non corrisponde sempre alle aspettative
dei numerosi precari e disoccupati, ma certo è disarmante costatare che
l’unica arma che ci resta sono lunghe e onerose vertenze, che
rappresentano il presupposto ad aggravi di spesa per famiglie già con
bilanci familiari sensibilmente compromessi.
Eppure ci auguriamo che almeno i Sindacati riescano a bloccare
attraverso una seria opera di concertazione, l’ultima tranche dei tagli
prevista per il personale ATA dal DL 133/08 per l’A.S. 2011/12, e che
diano consistenza attraverso politiche di concertazione ad un piano
straordinario di assunzioni per il personale ATA su tutti i posti
vacanti, un Piano Triennale auspicato dalle più autorevoli sigle
sindacali a più riprese, nel rispetto delle normative comunitarie
e nazionali, come presupposto ad una nuova stagione politica.
D’altro canto se la cultura rappresenta la bandiera, l’unità di una
Nazione, non può venir meno un progetto di crescita comune che sappia
coniugare operatori a professionisti della cultura, senza che ciò venga
ostacolato dai soliti furbetti della scuola.
Scrivere rappresenta qualcosa che nasce dal nostro essere cittadini,
dal nostro essere cristiani ma non sempre coincide con la realtà del
quotidiano, o con la realtà della politica nazionale. Ciò non ci
spaventa, ma ci rafforza perché crediamo fermamente di potercela fare,
ma sarà necessario individuare percorsi comuni, senza divisioni
ideologiche, emarginando i cattivi esempi, coloro che rallentano il
cammino di chi vuole una scuola diversa, efficiente e competitiva.
L’unico obiettivo per il 2011 è riappropriarci del nostro futuro… tutti
insieme!
Mario Di Nuzzo
mario.dinuzzo@libero.it