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Cultura e spettacolo: La vecchia alunna ritrova la prof. nel suo nuovo libro: Marinella Fiume, Feudo del mare. La stagione delle donne

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FIUME MARINELLA, “FEUDO DEL MARE LA STAGIONE DELLE DONNE” (RUBBETTINO 2010): UNA LETTURA DI MELINA IMPELLIZZERI

Non appena ho avuto fra le mani il libro subito mi è saltato agli occhi il sottotitolo “ la stagione delle donne” e avendo avuto modo di conoscere l’autrice una trentina d’anni fa, in qualità di docente di lettere,   ho capito subito che la mia prof. non era cambiata e quasi immaginavo  cosa avesse potuto scrivere nonostante i numerosi anni trascorsi. L’obiettivo più importante per lei, già allora, era quello di dimostrare che le donne nella società, anche in quella più retrograda, dovevano svincolarsi dallo  stereotipo tradizionale della donna relegata al ruolo di madre e moglie, per dar vita ad una nuova visione della donna inserita nella società con le stesse caratteristiche intellettive e professionali degli uomini .
Se pensate, però, che questi discorsi venivano affrontatati una trentina di anni fa e nei nostri ambienti, tutto sembrava  uscire fuori da ogni schema tradizionale della figura femminile alla quale per tanto tempo eravamo stati abituati. Leggendo il libro ho avuto la conferma di quanto avevo già intuito, infatti la stagione delle donne si riferiva proprio alle donne che negli anni novanta, a causa di tangentopoli vengono direttamente catapultate in politica e infatti  Costanza, pseudonimo utilizzato dall’autrice anche per rappresentare le venti donne elette sindaco in Sicilia in quella tornata elettorale, viene candidata a Sindaco e vince per due legislature consecutive.
 Stagione delle donne,  dunque, come speranza di un cambiamento. I partiti infatti cambiano spesso nomi ma dietro si nascondono sempre le stesse persone e  gli stessi interessi, disilludendo tutti e cosa ancor più grave, allontanando la società civile da questo modo di far politica.
Con Costanza sindaco  la sua cittadina conosce, a mio avviso, una stagione nuova, che ridà  la speranza del  riscatto. La Sicilia è infatti una terra intrisa di contraddizioni ma, soprattutto, è una terra che aspetta da sempre di essere liberata, perché è stata sempre sottomessa a  qualcuno sia esso un popolo o un potentato mafioso o alla politica speculativa e faziosa. Per questo penso l’autrice abbia intitolato il libro utilizzando il termine “ Feudo” del mare, con il quale si può indicare un qualunque comune siciliano.
Costanza per vincere non ha avuto bisogno di potenti  né di potentati, è stata appoggiata  dalle donne casalinghe e lavoratrici, giovani e pensionate,  Quelle donne  del suo paese che  piuttosto che votare per i mariti candidati nelle liste avverse si sono lasciati trasportare dalla passione  di Costanza  alla quale chiedevano un cambiamento. Per lei si erano attivate senza chiedere nulla in cambio, affollando le piazze e facendo rivivere il cuore della città come fosse un’agorà.   Queste categorie hanno amato Costanza e le hanno dato conforto  nei momenti in cui lei pensava di gettare la fascia alle ortiche , perché  non riusciva a dare le giuste risposte alla sua comunità.
Ma Costanza ha saputo dare dignità alla sua comunità guardando da vicino i problemi di questa gente, dando i servizi alle donne quali consultori, asili,  verificando  se le strade fossero pulite, se c’erano le buche nei marciapiedi, se i cassonetti erano stati svuotati, se il verde era stato curato e soprattutto sapeva ascoltare e parlare con la gente  facendo sentire loro la sua vicinanza e la sua sensibilità, doti  sconosciute da tempo  ai nostri politici.
Una rivoluzione gentile come lei stessa la definisce.
La trasparenza con cui lei svolgeva il suo ruolo di sindaca, come lei stessa si apostrofa, veniva sottolineata e resa pubblica dalla citazione di Pericle che lei fece porre sulla sua scrivania :  “Sapere quello che va fatto ed essere capace di spiegarlo, amare il proprio paese ed essere incorruttibile sono le qualità necessarie per chi vuole governare la propria città.” Per Costanza credo sia stato la parte più importante del suo programma.
Parallelamente, anch’ io ho vissuto questi anni di impegno politico, sono stata candidata nelle liste di sinistra per il consiglio comunale e in quegli anni anche da noi gli uomini hanno sentito il bisogno del nuovo e delle persone pulite che nulla avessero avuto a che fare, negli anni precedenti, con la politica. Sono stata eletta e poi ho svolto il ruolo di capogruppo al consiglio comunale con tante difficoltà legate all’inesperienza e al disagio di dover affrontare argomenti per me assolutamente sconosciuti (bilancio, piano regolatore, assetto urbanistico); ma  le maggiore difficoltà erano quelle legate agli orari maschili assolutamente inconcepibili per una donna lavoratrice e poi anche madre. Gli uomini che frequentavano il partito non si rendevano conto che a volte l’inizio delle riunioni avveniva  mediamente due ore dopo l’inizio previsto, perché queste ore di lunga pausa erano per loro momento di relax, per me, invece, motivo di grande ansia e di programmata organizzazione. Qui da noi i partiti  non hanno sentito il bisogno però di individuare una donna che potesse fare il sindaco, la poltrona è troppo ambita, ed essendo solo una, è meglio che a prenderla fosse  un uomo. La mia esperienza politica è comunque durata in modo attivo per dieci lunghi anni, sono stata nella segreteria del partito e nel direttivo, ho avuto vari incarichi nelle diverse commissioni  e credo, comunque, che questo sia stato il momento più costruttivo e formativo della mia vita, perché condivido con l’autrice la passione  e l’amore per la politica, ma ponendo l’attenzione non agli interessi personali e al soddisfacimento dei propri bisogni ma per svolgere un servizio alla comunità. La mia esperienza poi è finita, l’interesse scemato,  forse perché a me è mancata la costanza nell’impegno. Credo che l’autrice attraverso questo libro abbia  voluto raccontarci alcune pagine della nostra storia mai scritte prima,  importanti quanto inusuali, quasi a voler dimostrare che il cambiamento è possibile, e ciò non sicuramente a discapito della comunità nella quale a governare ci sia una donna intelligente e capace, ma  a riprova che anche nella nostra cara quanto martoriata Sicilia, si possa migliorare, dando fiducia a  persone libere, capaci di non scendere a compromessi con nessuno, e di affrontare, come in più capitoli viene detto problemi urgenti quali l’abusivismo edilizio, il miglioramento delle infrastrutture, la disoccupazione di gran parte delle nostre donne, la legalità, la scuola. Un libro denuncia insomma che può dare molti spunti di discussione e di riflessione ai nostri giovani, ai nostri politici, alle donne. Ringrazio Marinella Fiume soprattutto per essere stata la mia insegnante, perché  è stata per me, e non solo, un modello da imitare, per la sua energia,  la tenacia e la determinazione ma soprattutto per la sua voglia di cambiamento. Per cambiare la nostra realtà siciliana occorrono politici come lei e credo che se tutte noi avessimo un po’ di questo atteggiamento ribelle e un carattere  così forte e deciso forse potremmo ancora sperare di farcela.








Postato il Lunedì, 13 dicembre 2010 ore 07:39:16 CET di Pasquale Almirante
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