Nonostante la crisi, i
timori per un futuro che pare smarrito e gli effetti di una politica di
riduzione della spesa che ha, nel giudizio quasi unanime di chi lavora
nella scuola, impoverito l’attività didattica e l’offerta formativa,
gli insegnanti italiani non sono affatto rassegnati. “Vogliono
essere protagonisti del cambiamento, sono orgogliosi del lavoro svolto
e non hanno timore di essere valutati per questo”, è
quanto dichiara Francesco Scrima, Segretario Generale della CISL
Scuola, commentando i risultati della ricerca “Energie per il domani”, condotta dalla SWG
e presentata oggi a Roma con un'iniziativa alla quale hanno preso parte
Giuseppe De Rita, segretario generale del CENSIS, Pier Luigi Celli,
direttore generale della LUISS "Guido Carli" e Raffaele
Bonanni.
“L’indagine ci racconta un impegno quotidiano che è fatto
di passione e professionalità. Gli insegnanti sono una risorsa
straordinaria che, come conferma l’ultimo rapporto OCSE-PISA, è in
grado non solo di far funzionare la scuola anche in queste condizioni
difficili, ma di migliorarla dal di dentro. Credono in loro stessi, nel
rapporto con i giovani e nel ruolo decisivo che il sistema scolastico
può e deve svolgere al servizio di un Paese più forte e competitivo”.
“Ad una politica sempre meno interprete dei bisogni dell’Italia” dice
Scrima “gli insegnanti chiedono rispetto per una funzione che ha perso
prestigio sociale e adeguati riconoscimenti per la loro
professionalità”. La CISL Scuola rinnova il suo impegno su questi
obiettivi e rivendica scelte coraggiose che fino ad oggi sono mancate:
si deve investire di più sulla formazione per uscire prima e meglio
dalla crisi.
UN PAESE MIGLIORE, LA SCUOLA CI CREDE
- RICERCA SWG PER CISLSCUOLA
Lamentano paghe troppo basse, uno scarso riconoscimento sociale e la
difficoltà di lavorare con strutture e mezzi inadeguati. Eppure, la
maggioranza dei docenti si dice soddisfatta del proprio lavoro e
dell’opportunità di rapportarsi ai giovani, sicura delle proprie
capacità e pronta ad essere “messa sotto esame”. Malpagati, preoccupati
per il proprio futuro e per quello della Scuola, sottovalutati nel loro
ruolo sociale e in attesa di una maggiore meritocrazia, ma anche
soddisfatti dell’attività che svolgono e felici di poter dialogare con
i giovani, contribuendo al loro percorso di crescita. Il mondo della
Scuola sta vivendo con lo stesso fiato corto che caratterizza il Paese;
il suo destino non può prescindere dal contesto e dal clima sociale.
Tra crisi economica e sconvolgimenti politici, tra proteste e istanze
di cambiamento sempre più urlate dall’opinione pubblica, l’Italia ha
bisogno di ricomporre un puzzle sgretolato, i cui tasselli sembrano
essere sempre più lontani; necessita di ritrovare orientamenti perduti
e nuovi punti di riferimento. Anche quello della pubblica istruzione è
un ambito che deve necessariamente ritrovare senso e prospettiva. Ma
come vivono la quotidianità scolastica gli insegnanti? Come si pongono
rispetto al presente e che futuro intravedono? Quali sono gli stati
d’animo, le attese e le speranze più diffuse? Per rispondere a queste
domande, l’istituto di ricerche SWG ha realizzato uno studio molto
articolato per conto di CISL Scuola dal titolo “Energie per il domani.
La scuola italiana: valori e consapevolezza a servizio dei giovani e
del Paese”. La crisi economica che attanaglia da tempo l’Italia di
certo non ha risparmiato gli insegnanti. Dilaga il senso di precarietà,
e il tema delle scarse retribuzioni pesa non poco sul livello di
soddisfazione personale. Decisamente affievolito, inoltre, il
riconoscimento sociale tradizionalmente legato alla figura
professionale del docente. E poi mancano strumentazioni e strutture
adeguate per far funzionare al meglio “la macchina scolastica” . Senza
contare che i tagli imposti dalla recente riforma stanno mettendo a
repentaglio la qualità dell’offerta formativa e cancellando qualsiasi
visione prospettica, soprattutto tra gli insegnanti più giovani. Eppure
i docenti non mollano, anzi testimoniano, più di altre categorie
professionali, un forte senso di appartenenza, una fiducia di fondo che
- nonostante tutto - non se ne va. L’85% degli intervistati si sente
orgoglioso e soddisfatto di stare in cattedra. Forti, consapevoli e
sicuri di sé e delle proprie capacità, gli insegnanti non temono i
giudizi, anzi auspicano l’introduzione di sistemi di valutazione
oggettivi e premianti per chi davvero lo merita. Gli insegnanti,
infine, sono felici di potersi rapportare alle nuove generazioni, di
poter stringere un rapporto stretto con quei giovani verso i quali
nutrono diverse perplessità. Agli occhi dei docenti, infatti, i ragazzi
di oggi appaiono fragili, più che mai disorientati, scomodi e
impacciati nel ruolo di futuri protagonisti dello sviluppo del Paese.
Allo stesso tempo, però, la professione di insegnante rappresenta
l’occasione per toccare le corde più intime dei giovani, per
contribuire in qualche modo alla loro crescita, per far parte del loro
percorso di formazione culturale ed umana. Lo studio ha voluto
identificare e misurare, attraverso un insieme di percorsi metodologici
di natura qualitativa e quantitativa, nella pienezza delle
articolazioni territoriali, di genere e generazionali che lo
distinguono, i valori di fondo, gli ideali e le aspirazione che
contraddistinguono gli insegnanti, operatori e primi attori del sistema
scolastico formativo. Il profilo emerso è stato confrontato con le
evidenze dell’opinione pubblica italiana al fine di definirne i tratti
peculiari: quella degli insegnanti appare come un’immagine per certi
versi inaspettata che esprime tutte le potenzialità di un gruppo
socio-professionale che, incompreso, trattiene energie e con difficoltà
riesce a proiettarsi nel domani.
(da CislScuola)
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