In 1500 in
piazza per dire no alla riforma Gelmini. Erano anni che a Caltagirone
non si assisteva a una manifestazione studentesca con una così folta
partecipazione.
Ma il corteo di ieri mattina ha avuto anche la peculiarità di unire, e
non soltanto idealmente, tutte le scuole del Calatino: oltre agli
studenti degli istituti superiori di Caltagirone, infatti, a sfilare
c'erano anche quelli di Grammichele, Palagonia e Ramacca.
Partenza dal piazzale della stazione ferroviaria, poi il «serpentone»
si è snodato attraverso le principali vie della cittadina, percorrendo
la via Roma e giungendo sulla Scala di Santa Maria del Monte.
Conclusione in piazza Municipio. Tanti gli slogan e i cartelloni e
considerevole - sino alla fine - la partecipazione.
«Il conseguimento della maturità dovrebbe essere un trampolino di
lancio verso il futuro - afferma Eva Costanzo, del liceo linguistico
"Bonaventura Secusio" di Caltagirone - e invece è una spinta
nell'abisso dell'incertezza. E' una riforma che distrugge la scuola
pubblica».
«Oggi - aggiunge la Costanzo - abbiamo costituito il comitato degli
studenti del Calatino per continuare a fare sentire la nostra voce».
«Che ne sarà di noi - si interroga Francesco Di Benedetto, anche lui
del Linguistico - con questi tagli così penalizzanti? Così ci tolgono
pure il diritto a coltivare le nostre legittime aspirazioni».
A denunciare «le gravi conseguenze» determinate dalla riforma "targata"
Maria Stella Gelmini sono anche Roberta Lanzafame, Giorgia Musumarra e
Sonia Astuto del liceo scientifico "Ettore Majorana" di Caltagirone.
Voci all'unisono anche da Ramacca, con Salvatore Indovino del "Vincenzo
Scuderi" che parla di «manifestazione bene organizzata e capace di
coinvolgere l'intero comprensorio».
Ornella Muni e Massimo Tartaro,
dello stesso istituto, che ricordano «gli effetti dannosi» del disegno
di legge.
Secondo gli studenti che scandiscono gli slogan, «la riforma Gelmini
dice di voler premiare il merito ma, dopo avere compiuto un taglio
robusto ai finanziamenti, distribuisce in base al merito soltanto il 7
per cento del finanziamento rimasto».
Mariano Messineo - La Sicilia del
05 dicembre 2010