Ci scrive una
delle ragazze che nei giorni scorsi protestavano contro la riforma
dell'Università: “Non sono scesa in piazza solo contro la legge Gelmini
o per difendere la mia borsa di studio. Lotto per un titolo che valga
ancora qualcosa e per un Paese che investa sulle generazioni che
verranno”. Francesca fa parte di una generazione a cui è stato "bloccato il futuro". Nel 2009
infatti l'Eurostat ha segnalato come in molti paesi europei "in genere
il tasso di disoccupazione tende a diminuire con l'aumento
dell'istruzione". In Italia, in Portogallo, in Grecia e in Turchia
invece più sei istruito e più avrai difficoltà. L'istituto di
statistica spiega che il nostro paese ha “registrato il livello di
disoccupazione più alto fra le persone con un'età compresa fra i 25 e i
29 anni” (leggi l'articolo di Stefano Feltri). Anche
per questo Francesca ci ha inviato questa lettera. Per spiegarci perché
è scesa in piazza in queste settimane. Le sue motivazioni infatti non
hanno a che fare solo con la riforma dell'Università che la
maggioranza, “temendo scossoni”, ha deciso di fare slittare dopo il
voto di fiducia previsto per il 14 dicembre (leggi l'articolo).
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