“La richiesta di discutere
alla Camera un provvedimento che equipari i laureati in medicina con
quelli “non medici” – dice in una nota l’On. Vincenzo D’Anna, membro
della XII Commissione Affari sociali e Sanità della Camera dei Deputati
– vuole difendere prima di tutto l’effettiva applicazione del diritto
allo studio dei laureati. Il provvedimento – prosegue D’Anna – vuole,
infatti, sanare una disparità di trattamento contrattuale tra i
laureati in Medicina, che, come vincitori di concorso sono assegnatari
di un contratto di formazione specialistica per l’intera durata del
corso e di un trattamento economico pari ad euro 25.000 per i primi due
anni accademici e ad euro 26.000 per gli ultimi tre e con diritto alla
copertura previdenziale e alla maternità, con i laureati “non
medici”.
Questi ultimi – continua D’Anna – anche loro vincitori di concorso,
oltre a non essere titolari della medesima posizione contrattuale né
dello stesso trattamento economico, sono tenuti a pagare il premio per
la copertura assicurativa dei rischi professionali e le tasse
universitarie di iscrizione alla scuola di specializzazione. E’ una
disparità – conclude D’Anna - che incide sul diritto allo studio, che
dovrebbe essere garantito a chiunque acceda ad un percorso di alta
formazione e sul diritto al lavoro. Per questo motivo, ho chiesto che
venga discussa la proposta adottare ulteriori iniziative, anche
normative, per garantire, all'interno dell'ordinamento italiano, la
piena, effettiva ed organica equiparazione dello status giuridico e del
trattamento contrattuale ed economico degli specializzandi appartenenti
alle categorie dei biologi, veterinari, odontoiatri, farmacisti,
chimici, fisici e psicologi, e comunque degli specializzandi non
medici, a quello degli specializzandi medici, in materia di accesso e
frequentazione post-laurea delle scuole di specializzazione dell'area
sanitaria”. (AGENPARL)
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