Il giovane Ministro
è visibilmente stanco. La settimana scorsa l’on. Mariastella Gelmini ha
votato, alla Camera, contro un emendamento proposto dal giovane
Ministro Mariastella Gelmini. Contro se stessa insomma.
O forse era la sosia degli Spicchi della settimana scorsa?
Sempre la settimana scorsa si è anche materializzata una nuova puntata
della telenovela “Cittadinanza e Costituzione”, la disciplina che non
c’è e che quindi, non viene valutata con un voto.
L’Ufficio scolastico regionale della Lombardia ha deciso di finanziare
un corso di formazione di cultura costituzionale organizzato dalla
Facoltà di Giurisprudenza dell’Università Statale di Milano e promosso
su iniziativa della costituzionalista Lorenza Violini.
Il corso è destinato anche ai docenti di Storia delle superiori che
insegnano Cittadinanza e Costituzione.
Quando nell’agosto del 2008 il giovane Ministro annunciò, in favore
delle telecamere e col Presidente del Consiglio Berlusconi al suo
fianco, “una nuova disciplina , con valutazione autonoma, nelle scuole
di ogni ordine e grado”, lo stupore fu notevole.
Perché quella decisione si accompagnava alla intenzione, poi realizzata
da quest’anno col riordino, di eliminare lo studio del Diritto in tutti
i Licei e nei Trienni di Tecnici e Professionali.
Diritto costituzionale versus “Cittadinanza e Costituzione”?
Il prologo è, come il lettore degli Spicchi converrà, di tutto
rispetto.
In un primo momento il giovane Ministro, con un comunicato, annunciò
pure che ad insegnare “Cittadinanza e Costituzione” sarebbero stati,
alle superiori, i soli docenti di Storia, docenti che nei loro
curricola universitari non hanno percorsi od esami prossimi al Diritto
pubblico e al Diritto costituzionale.
I docenti di Discipline giuridiche ed economiche, per il giovane
Ministro, non avevano titolo per parlare di Costituzione e diritti.
Per un giovane Ministro che parla di rispetto delle competenze e di
valutazione del merito non c’è male, ma questa è solo la prima delle
numerose contraddizioni (frutto della stanchezza segnalata all’inizio?)
che costellano la vicenda di “Cittadinanza e Costituzione”.
Arriviamo così alle contraddizioni successive e cioè al fatto che
Cittadinanza e Costituzione nelle superiori oggetto del riordino, non
ha un monte ore proprio e non ha un voto in pagella.
Ma come? Ed il “traguardo epocale” della conferenza stampa televisiva
dell’agosto del 2008?
La nuova disciplina con valutazione autonoma degrada, nonostante i
funambolismi dell’ultimo comunicato del MIUR, ad Educazione civica e
resta senza voto.
Ma chi la deve insegnare (i docenti di Storia e poi anche i docenti di
Diritto nei pochissimi indirizzi dove, bontà del giovane Ministro, sono
ancora presenti dopo il riordino) che tipo di contenuti si vede
proporre?
Non voglio svelare la sorpresa, che il lettore, se vuole, lo scopra da
sè.
O meglio, lo intuisca da queste due circostanze.
Il Miur firma un protocollo d’intesa.
Con la Società di Storia Patria o con le associazioni professionali dei
pedagogisti direte voi visto che i contenuti giuridici non sono tutto.
Basta applicare il noto paradosso dell’”Educazione alla legalità senza
le leggi” di Marco Bruschi, giovane consigliere politico della Gelmini.
Errore: il protocollo la Gelmini lo firma con l’Associazione Italiana
dei Costituzionalisti presieduta all’epoca da Alessandro Pace.
Va bene sarà un caso, certo i contenuti di C&C sono quasi
esclusivamente giuridici e poi, aspettate, magari il giovane Ministro
coinvolgerà qualche Facoltà di Lettere o di Pedagogia.
Altro errore: oggi arrivano i costituzionalisti della Facoltà di
Giurisprudenza di Milano.
Keynes per spiegare l’intervento dello Stato adoperò il noto apologo
delle buche da scavare e delle buche da colmare in tempi diversi di
crisi economica.
Anche il giovane Ministro è, a dispetto della sua coalizione,
keynesiana.
Con una mano toglie l’insegnamento del Diritto (e licenzierà i docenti
di questa disciplina), con l’altra mano, però, spende soldi pubblici
per formare i docenti di Storia che hanno preso il loro posto per
insegnare…….. il Diritto costituzionale che apprenderanno frequentando
il corso della Facoltà di Giurisprudenza.
Come tagliare e sprecare contemporaneamente ed in relazione ad una sola
questione.
Ma poi il giovane Ministro non continua a tuonare contro gli sprechi di
alcuni corsi o Facoltà universitarie, i microcorsi spesso inutili se
non, dice la Gelmini, a far sopravvivere cattedre e baroni?
Ho cambiato idea rispetto a qualche Spicchio fa: datele il Nobel per
l’Economia o affidate al giovane Ministro il dicastero dell’Economia.
Oppure, magari, fatela riposare.
E l’appello è rivolto anche al popolo dei tetti.
(da l'Unità.it di Franco Labella)
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