L'Italia arranca
rispetto all'Europa sul fronte dei titoli di studio sia degli adulti
che dei giovani. E' quanto emerge dal quaderno ''Il lifelong learning e
l'educazione degli adulti in Italia e in Europa'' messo a punto
dall'associazione ''Treelle'' e presentato oggi alla Luiss.
In particolare, dal quaderno emerge che, analizzando la distribuzione
dei titoli di studio, ''e' preoccupante'' la quota di popolazione
adulta (25-64 anni) che al massimo raggiunge un titolo di scuola
secondaria inferiore (48% contro il 29% della media Ue19) dato che
scende al 38% per la scuola secondaria superiore contro il 46% europeo
e ancora si abbassa per l'istruzione terziaria con il 14% italiano
contro il 24% europeo (27% in Francia e 32% in Gran Bretagna).
Ma anche sul fronte dei giovani il deficit permane: nella
popolazione tra 25-34 anni che ha al massimo il titolo secondario
inferiore l'Italia si piazza al 31% contro la media europea del 19%.
In questo quadro analizzando le previsioni al 2020 sull'evoluzione
della domanda di livelli di qualificazione in Europa stimati dal
Cedefop (European Centre for Development of Vocational Training) si
evince che i due terzi dell'occupazione europea si concentreranno nel
settore terziario e che cresceranno i livelli istruzione/formazione e
competenze rischiesti in tutti i tipi di lavoro, anche in molte
occupazioni elementari.
In Italia, si legge ancora nel quaderno, i dati sulle qualificazioni
delle forze di lavoro denotano ''tendenze allarmanti'' se confrontati
con la media europea e ancora di piu' con paesi come Germania e
Francia. In particolare, le proiezioni al 2020 segnalano che l'Italia
avra' un'alta percentuale di forze di lavoro con bassi livelli di
qualificazione (37% contro la media Ue del 19%, quasi il doppio) e una
bassa percentuale di forze lavoro ad alta qualificazione (17% contro il
32% della Ue, quasi la meta'). (ASCA)
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