«Non stiamo
protestando solo per la riforma Gelmini, ma anche, e soprattutto, per
le pessime condizioni igienico-sanitarie in cui versa la nostra
scuola». Mettono subito le cose in chiaro i cinque rappresentanti
d'istituto dell'Itis Cannizzaro, Salvatore Spampinato, Francesco
Spampinato, Arturo Rosignoli, Luciano Puglisi e Salvatore Smirni, che
hanno organizzato l'autogestione in atto da ieri coinvolgendo tutti i
1.200 studenti dei 5 indirizzi del Tecnico-Industriale di via Carlo
Pisacane, a poche centinaia di metri di distanza da corso Indipendenza.
Tutto è cominciato con una mail inviata dai rappresentanti d'istituto
al nostro giornale, in cui scrivono che «le aule e i corridoi della
scuola non vengono mai puliti; la disinfestazione più volte chiesta,
vista la presenza di blatte, ragni e topi, non è stata ancora fatta;
alcuni bagni versano in pessime condizioni; i laboratori di chimica
oggi dismessi sono un ricettacolo di escrementi di piccioni e altri
animali. Non chiediamo la luna, ma solo di studiare in un contesto
decoroso. Ne abbiamo diritto visto che i nostri genitori pagano
regolarmente le tasse».
Così ieri mattina siamo andati a verificare la situazione. E siamo
stati accolti dai rappresentanti d'istituto che, d'accordo con il
preside e insieme con un dipendente dell'amministrazione, ci hanno
fatto da ciceroni nell'edificio che ospita la scuola. Il degrado
maggiore è visibile nei due piani interrati rispetto al livello della
strada. Le aule sono davvero sporche, i vetri delle finestre sono
talmente impastati dalla polvere che non è possibile vedere
all'esterno. Solo aprendoli ci si rende conto che danno su un cortile
pieno di cartacce, chewing gum, cicche di sigarette ed escrementi di
piccione vecchi di anni che hanno corroso persino il pavimento. In
alcune parti i muri delle aule e dei corridoi sono scrostati, mancano
alcune mattonelle per terra e i buchi sono stati ricoperti con una
gettata di cemento; ci sono servizi igienici divelti e i ragazzi
giurano che «si trovano in queste condizioni da anni, da prima che
arrivassimo noi». E aggiungono: «Abbiamo chiesto una disinfestazione, e
il preside sostiene che è stata fatta un paio di settimane fa. Ma noi
sappiamo che hanno spruzzato solo un po' di disinfettante, e basta».
Poi ci indicano i muri sporchi, pieni di scritte, e cartacce per terra.
Facciamo notare che non può che essere opera loro. «È vero, è anche
colpa nostra. Infatti l'autogestione serve anche a questo, a fare
pulizia. E alcuni di noi l'hanno già fatta, tanto che ci sono aule già
pulite. Ma la sporcizia non è solo dovuta alle cartacce per terra, ma
alla polvere, alle ragnatele, agli escrementi accumulati negli anni». I
ragazzi, consapevoli «che i bidelli sono pochi e non riescono a fare
una pulizia accurata nella mezz'ora che hanno a disposizione, tra le
13,30 e le 14», chiedono «che venga stipulato un contratto con
un'impresa privata».
«Una disinfestazione approfondita è stata fatta due settimane fa -
sostiene il preside dell'Itis Cannizzaro, Salvatore Indelicato, che
snocciola i numeri della scuola -. Una superficie di 20mila mq su 7
piani, un capannone di lavorazione di 3.500 mq, 3 palestre, 1.200
studenti di mattina e 400 nel turno serale. Cinque indirizzi:
meccanica, elettrotecnica, elettronica, chimica e informatica. C'è
anche un giardino, nei cui viali si può parcheggiare, che viene
regolarmente curato e potato. I ragazzi hanno scritto alla presidenza
chiedendo maggiore pulizia, e noi abbiamo inoltrato l'istanza ai nostri
22 bidelli. Ma capite bene che, con questi numeri, 22 bidelli sono
pochi. Ci sono 3 bagni per piano, senza contare quelli della palestra e
del capannone. In questo momento ci sono lavori in corso da parte della
Provincia nei primi due piani, e questo sta creando disagi inevitabili».
Il preside afferma con orgoglio che «questa scuola è antisismica.
Abbiamo i certificati di agibilità. Siamo l'unica scuola della
provincia ad avere il certificato di staticità del Genio civile.
Abbiamo anche la certificazione degli impianti elettrici realizzati in
base alla legge 46. Le lamentele degli studenti possono anche essere
condivise, senza dimenticare, però, che sono proprio alcuni di loro a
prendere a calci i bagni o le porte distruggendoli, per puro
divertimento». Infine, dal preside arriva un'ammissione: «In città ci
sono istituti commerciali che hanno dato l'appalto per la pulizia alla
Multiservizi. Noi non possiamo farlo perché non abbiamo i soldi. I 22
bidelli fanno il possibile ma sono pochi. Tra loro, 4 sordomuti e
alcuni hanno presentato istanza per la legge 104. Insomma, si fa il
possibile e senza una lira. Stato e Regione non ci danno un soldo da un
anno. Anzi, la Regione ha ridotto le spese di funzionamento di questa
scuola da 240 a 140mila euro».
Vittorio Romano - La Sicilia del 30
novembre 2010