Sarà il primo banco
di prova per la Gelmini. Per misurare il grado di interesse, se non
ancora di gradimento. Entro fine
dicembre le scuole, ovvero i collegi dei docenti, dovranno deliberare
l'adesione alle due sperimentazione messe in pista dal ministro
dell'istruzione, Mariastella Gelmini, per introdurre aumenti legati al
merito e non più solo all'anzianità di servizio degli insegnanti.
Ieri il primo appuntamento a Pisa, per presentare i progetti di
valutazione del rendimento delle scuole. Oggi, stando al calendario stilato da viale
Trastevere d'intesa con le direzioni scolastiche regionali, toccherà a
Torino (progetto di valutazione dei singoli docenti), il 3 dicembre a
Napoli e il
6 a Siracusa. Sono le 4 città in cui si sperimenta la
premialità.
Obiettivo degli incontri: illustare le metodologie di valutazione e le
modalità di adesione al progetto, ai capi di istituto prima e docenti
dopo. La squadra messa in campo da viale Trastevere conta esperti
ministeriali ed esterni, provenienti da quelle fondazioni che
materialmente dovranno poi rendicontare i risultati dei progetti: la
fondazione Giovanni Agnelli, per il progetto sulle scuole, le
fondazioni Treelle e Compagnia di San Paolo per la valutazione
reputazionale degli insegnanti. Entro
fine mese le scuole interessate dovrebbero deliberare l'adesione al
progetto, che è volontaria, così come è volontaria la successiva
partecipazione del singolo insegnante. In ballo, un premio annuo
ai migliori (non oltre il 20% degli aderenti) pari a una 14esima
mensilità. Triennale la durata della sperimentazione.Intanto che il
team di esperti lavora sul territorio, si attende il decreto con cui il
ministro dell'istruzione ripartirà i 31 milioni di euro destinati
all'operazione merito. Del 30% dei risparmi di sistema, frutto dei
tagli agli organici previsti dalla legge 133/2009, 320 milioni sono
stati destinati al recupero della prima annualità degli scatti di
anzianità (anche in questo caso c'è un decreto che manca, quello
firmato già dalla Gelmini e in attesa della controfirma del ministro
dell'economia, Giulio Tremonti); e i restanti 31 milioni al merito. Secondo alcune indiscrezioni, una fetta
importante della torta del merito dovrebbe andare a rafforzare
l'Invalsi, l'istituto di valutazione guidato da Piero Cipollone, i cui
test saranno fondamentali nell'opera di screening. Alla fine
dovrebbero avere il sospirato aumento circa 400 insegnanti, nella
valutazione reputazionale; e poi un numero variabile di prof (dipenderà
dal criterio di attribuzione del premio (a pioggia o selettivi) tra i
quali ripartire i 70 mila euro che andranno a non più di 7-9 scuole del
campione delle partecipanti al test degli istituti.In verità, la quota
dei risparmi disponibili in linea astratta, alla luce della relazione
tecnica riferita all'articolo 64, comma 9, della legge 133/2009, per
l'anno scolastico 2009-2010 era più alta, oltre 410 milioni di euro. E
410 milioni risultano inseriti infatti nel bilancio 2010. Ma la
certificazione del ministero dell'economia si è fermata a quota 351:
mancano all'appello quasi 60 milioni di euro. Si tratta del mancato
risparmio dell'anno in questione imputabile ai 2 mila docenti in
soprannumero, causa attuazione della riforma della scuola. Con un
costo, ovvero un mancato risparmio, di 60 milioni di euro. Che
l'Economia si è ripresa in sede di applicazione della clausola di
salvaguardia. Come prevedeva la legge 133. (da ItaliaOggi di Alessandra
Ricciardi)
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