I dati diffusi dal Ministero dimostrano che
il sistema scolastico è all'osso, non si può proseguire con politiche
sconsiderate sul personale della scuola.
Nel corso degli ultimi due anni abbiamo sempre chiesto che il taglio
epocale, oltre 130.000 posti tra
docenti e ATA, venisse cancellato. La situazione che si è
venuta a creare testimonia quello che la nostra organizzazione ha
costantemente denunciato: riduzione del tempo scuola, impossibilità di
garantire le scelte delle famiglie, aumento dei carichi di lavoro del
personale in servizio, licenziamento del personale precario.
Il secondo anno di tagli ha messo a rischio la funzionalità stessa del
sistema scolastico. I numeri del MIUR
sull'organico di fatto lo confermano.
I dati che emergono ci consegnano un aumento, che è tendenziale, del
numero degli alunni, compresi gli alunni disabili, ma anche una
corrispettiva diminuzione del numero delle classi, con l'evidente
conseguenza dell'aumento degli alunni per classe anche oltre il numero
consentito dagli stessi regolamenti.
Ma è sul fronte della funzionalità del servizio che la coperta risulta
irrimediabilmente troppo corta. Infatti il MIUR ha dovuto autorizzare
circa 8.000 posti in deroga, tra docenti e ATA, non riuscendo a
tagliare quanto previsto dalla legge 133/2008 per l'anno scolastico
2010/2011.
Questo significa che il sistema è
all'osso e che è insostenibile, pena la chiusura delle scuole, pensare
di effettuare una riduzione di ulteriori 34.000 posti nell'anno
scolastico 2011/2012.
Per queste ragioni, chiediamo che la terza tranche di tagli venga
bloccata.
È necessario un atto di responsabilità. Non ci si può più rifugiare
dietro il paravento dei numeri e respingere i fatti, che ogni giorno ci
narrano di un sistema scolastico in gravi difficoltà.
È
nato il Coordinamento nazionale dei lavoratori precari della conoscenza
della FLC CGIL.
È previsto nel nuovo statuto, modificato nell'ultimo congresso, che si
è svolto pochi mesi fa: la FLC CGIL ha fra i suoi organismi dirigenti
il Coordinamento dei lavoratori precari della conoscenza, ad ogni
livello, provinciale, regionale e nazionale.
Il Comitato direttivo nazionale ha dato seguito ha questa importante
decisione, ha costituito pochi giorni fa il Coordinamento nazionale, e
sono già largamente diffusi i coordinamenti degli altri livelli.
Il coordinamento nazionale è composto da 41 componenti, alcuni di loro
sono anche parte del Comitato direttivo nazionale. Per metà composto da
donne e per metà da uomini (20 e 21, rispettivamente), sono presenti
tutte le regioni e rappresenta tutti i comparti della conoscenza.
La FLC CGIL assolve quindi all'impegno assunto al Congresso e, di
recente, durante la grande Assemblea Nazionale dei Precari del 15
maggio a Roma.
Un risultato ottenuto con l'impegno di tutte le strutture della FLC che
hanno organizzato assemblee con migliaia di lavoratori precari della
scuola, dell'università e della ricerca per costituire i coordinamenti
a livello provinciale e regionale.
I coordinamenti sono chiamati a svolgere un grande lavoro di
discussione e di proposta, in un momento molto difficile per i comparti
della conoscenza e per il nostro Paese.
Attraverso le iniziative di lotta, le manifestazioni, i presidi e le
occupazioni è stata costruito un rapporto con i movimenti dei precari e
degli studenti indispensabile per tutta la CGIL, presupposto per la
nascita dei Coordinamenti. Questo movimento, insieme alla FLC CGIL, in
questi ultimi due anni ha praticamente costituito l'unica opposizione
ampia, intensa e determinata, alle politiche governative. Un patrimonio
di lotte e di confronto che va salvaguardato, oggi più che mai, di
fronte a questo attacco che, con l'ultima manovra finanziaria,
penalizza ulteriormente il lavoro pubblico e settori della conoscenza.
Solo così possiamo rilanciare la campagna per il superamento del
precariato, per difendere l'occupazione e la qualità del sistema
dell'istruzione e della ricerca pubblica.
Così possiamo preparaci, insieme alle associazioni, ai movimenti, agli
studenti, ad costruire le proposte da presentare e discutere ai
prossimi Stati Generali della Conoscenza.
Il Governo ha scelto di tagliare gli organici e di programmare il più
grande licenziamento di personale precario dalla fine della guerra,
funzionale ad una riduzione dell'offerta formativa e ad una complessiva
riduzione dello stato sociale.
La verità è che il governo ha scelto di puntare su di un modello di
sviluppo basato non sulla qualità del prodotto, (con la conseguente
riduzione degli investimenti sulla conoscenza e sulla ricerca) ma sulla
competizione dei costi, ne consegue che il taglio dei diritti dei
lavoratori e il ricorso alla precarietà è una scelta insita nel modello
di sviluppo stesso.
Un obiettivo ancora più evidente dopo lo scontro avvenuto a Pomigliano
d'Arco e dopo che la Fiat ha preannunciato minacciosamente la
delocalizzazione in Serbia della produzione di alcuni modelli d'auto,
pretendendo una drastica riduzione dei diritti dei lavoratori e il
ridimensionamento del ruolo del sindacato. Si colpisce il mondo del
lavoro e si comprimono i diritti e così il sistema pubblico della
formazione e della ricerca diventa “un costo” che deve essere
compatibile con la destrutturazione dello stato sociale.
Per battere questo disegno, bisogna puntare ad un radicale cambiamento
delle politiche del nostro Paese, vanno ritirati tutti i tagli al
sistema della conoscenza, sia delle risorse economiche che degli
organici, per definire un nuovo modello di sviluppo indirizzando gli
investimenti sui settori innovativi che puntano sulla qualità del
prodotto, investire, come stanno facendo tutti i paesi europei, nella
ricerca e nel sistema d'istruzione e formazione pubblico.(da Flc-Cgil)
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