Il Ministero
dell’Istruzione usa i soldi dei contribuenti per impedire ai ragazzi
disabili gravi di ottenere l’insegnante di sostegno in proporzione al
loro handicap e quindi di ottenere che sia concretizzato il loro
fondamentale diritto all’istruzione.
Infatti le tante famiglie che portano “la Gelmini” in Tribunale citano
in realtà il Ministero e la sua amministrazione regionale o provinciale
e la scuola, quindi il processo e la successiva condanna
dell’Amministrazione comportano un esborso di soldi dei contribuenti.
E’ con fondi pubblici, infatti, che viene pagata l’Avvocatura dello
Stato che difende l’Amministrazione e vengono rifusi i danni
riconosciuti oggi dai Tribunali amministrativi, nonché in futuro i
danni personali e patrimoniali che i Tribunali riconosceranno. Il
ministro e i dirigenti provinciali o scolastici, non rischiando di
tasca propria, continuano quindi a non fornire il sostegno richiesto e
a resistere in Tribunale, dove già si sa che risulteranno soccombenti,
dato che la Corte Costituzionale ha stabilito che il sostegno va
garantito sulle specifiche esigenze dell’allievo e che, per garantire
il diritto allo studio agli allievi disabili gravi, non può essere
fissato un limite al numero degli insegnanti di sostegno.
Ma c’è di più: poiché le famiglie disagiate non possono permettersi di
pagare un avvocato e vari TAR non addebitano le spese al Ministero
anche se perdente, soltanto alcuni disabili gravi possono ricorrere in
Tribunale ottenendo giustizia. Gli altri restano senza il sostegno
adeguato indicato dalle competenti commissioni provinciali delle ASL, e
talora sono costretti a casa.
Visto che il Ministero non si ferma, giustificandosi con problemi di
bilancio (un bilancio tuttavia che non impedisce di pagare le auto blu
e stipendi faraonici agli alti funzionari ministeriali e ai politici
inseriti a vario titolo nelle istituzioni), per fermarlo occorre che a
pagare siano personalmente i responsabili.
L’Osservatorio sulla legalità e sui diritti Onlus, che già due anni fa
raccolse decine di migliaia di firme contro le disposizioni poi
dichiarate incostituzionali dalla Consulta, ha pensato di inviare un
appello-denuncia alla Magistratura contabile per i danni partimoniali e
di immagine conseguenti al comportamento del Ministero (amministrazione
centrale e periferica), in modo che vengano individuati e penseguiti i
diretti responsabili.
Per questo l’Osservatorio, oltre a sostenere l’azione dei singoli
interessati invita a firmare una lettera al Presidente del Consiglio di
Stato e a Presidente e Procuratore Generale della Corte dei Conti
chiedendo di agire, ciascuno per le sue competenze sui profili di
illegittimità e danno per lo Stato.(da http://www.ilfattoquotidiano.it)
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