Se si asserva bene si
comprende che c'è stata una escalation, lenta ma inesorabile, contro la
scuola a partire dagli inizi di questo secolo e che ha avuto il suo
culmine nei giorni scorsi con la pubblicazione del Contratto dell'area
V della dirigenza, allorchè, all'art.16, Codice disciplinare, comma 8,
lettera c, si legge: “La sanzione disciplinare della sospensione dal
servizio con privazione della retribuzione da un minimo di tre
giorni fino ad un massimo di sei mesi, si applica, graduando
l’entità della sanzione in relazione ai criteri di cui al comma
1, per: manifestazioni ingiuriose nei confronti
dell’amministrazione salvo che siano espressione della libertà di
pensiero, ai sensi dell’art. 1 della legge n. 300/1970.” Il preside è
servito e se sbaglia, o se non avverte il direttore dell'ufficio
scolastico regionale prima di rilasciare una intervista a un giornale o
prima di rendere noto all'opinione pubblica le sue difficoltà nei
confronti del Miur, rischia molto, ma pure moltissimo. Un bavaglio?
Sicuramente si e siccome questo è il Governo del fare tutto deve essere
disciplinato per legge e per sanzione, nella convinzione che i
cittadini abbiano bisogno di una guida che dica loro ciò che è giusto e
ciò che è sbagliato; che disegni il crinale al di là del quale c' è la
pena o la promozione e siccome tanti dirigenti si sono rivolti ai
giornali per denunciare la penuria di fondi e di sostegno economico
ecco la legge che disciplina il loro operato e la valenza delle
loro espressioni nei confronti dell'amministrazione, soprattutto se
sono lesive. Questo però è l'ultimo, per ora, atto di una sequela di
improperi contro professori e dirigenti scolastici che ebbe
inizio con la singolare dichiarazione di Berlusconi (siamo intorno al
2001) secondo cui la scuola è un potere forte in mano alla sinistra. Lo
si prese in giro all'epoca, compreso il bidello che non sapeva nemmeno
il significato di quel concetto, ma la linea era stata tracciata e come
sempre si capì in ritardo il vero significato delle sue parole.
Catellon catelloni però su quella strada si misero pure alcuni illustri
pensatori di destra, delegittimando e guastando l'immagine della
categoria, tirando fuori il “68, l'ignoranza, la neghittosità, il
non-merito dei professori e così via. Passata questa squadra di genieri
ecco un'altra schiera di bulldozer togliere ogni residuo ostacolo e
scagliarsi ora contro il giudizio espresso in lettere nella pagella, il
modulo di tre maestri, le troppe materie di insegnamento, il voto in
condotta, il largheggiare, le promozioni facili, finché si arriva
al tempo di Gelmini il cui incarico preciso non è rinfocolare la scuola
e l'istruzione, ma di adattare quanto nel decennio lentamente si è
formato alle bisogna di chi tira i cordoni della borsa e ha progetti
finalizzati. E infatti il dicastero della istruzione non fu affidato a
una esperta come Valentina Aprea, insegnante e competente di vicende
scolastiche, ma a un avvocato e con una dubbia abilitazione alla
professione ma che in compenso ha il merito di ingolfare la
giustizia per le troppe incongruenze tra le sue norme e la loro
legittimità giuridica. Col suo avvento però il bisturi è entrato fino
in fondo, compiendo così l'opera annunciata ma della quale non c'era
stata percezione visibile fino a quando la finanziaria del 2008 e le
successive riforme epocali non hanno mostrato l'osso scarnificato.
L'ultimissima uscita è quella sopra descritta, alla quale è seguito
anche il codice di comportamento dei docenti. Tuttavia nelle pieghe dei
criteri generali, riguardo al tipo e all’entità di ciascuna delle
sanzioni disciplinari nei confronti dei dirigenti, c'è un interrogativo
che lascia perplessi: tutta la materia è disciplinata dal “Contratto
collettivo nazionale di lavoro relativo al personale
dell’area V della dirigenza per il quadriennio normativo 2006-2009 ed
il primo biennio economico 2006-2007”. Ci chiediamo infatti: ma il
contratto di lavoro non si stipula fra le parti? Fra cioè il datore di
lavoro e i sindacati di categoria? E se è così, perchè alcune
organizzazioni sindacali dei dirigenti si sono stracciate le vesti
quando il Contratto è stato pubblicato nel sito del Miur?
Pasquale Almirante
redazione@aetnanet.org