Il caso scuole paritarie
sembra chiuso. Lo sottolinea un articolo di Avvenire che racconta di un
comunicato del ministero dell'Economia dove si dice: «per prassi
consolidata, negli anni il finanziamento statale alle scuole non
statali è stato sistematicamente integrato con provvedimenti “ad hoc”.
Sarà così, è già previsto che sia così, anche sul 2011». I soldi, dice
in sostanza il minstero, saranno recuperati con una misura specifica.
Caso chiuso e tutti contenti? No. Le scuole paritarie si domandano
infatti cosa si intenda “per prassi”; dall'altra parte le cifre
destinate sono ferme a dieci anni fa. Sarebbe il tempo di aggiornarle.
Chi nelle scuole paritarie ci lavora, infatti, continua a tenere come
unica certezza quel 47% di contributi tagliati. Di quale prassi parla
il ministro?» aggiunge Luigi Morgano, segretario della Fism, la
Federazione delle scuole materne non statali, «Speravamo che non fosse
questa la prassi, anche per i costi burocratici che comporta la
continua rincorsa ai finanziamenti».
«Alle parole chiediamo facciano seguito corrispondenze oggettive»,
sottolinea don Francesco Macrì, presidente della Fidae, la Federazione
istituti di attività educative. «Non è sufficiente ripristinare la
cifra originaria che è fissa da dieci anni, ma si deve attuare davvero
la parità, così come previsto dalla legge 62 del 2000.
Per questo dico che, come minino, il contributo, oggi di 534 milioni di
euro, dovrebbe raddoppiare. Tenendo conto che, anche qualora lo Stato
investisse un miliardo nelle scuole paritarie, avrebbe, ogni anno, un
risparmio certificato di oltre 6 miliardi».
«Aspettiamo i fatti» è anche la posizione di Vincenzo Silvano,
presidente della Foe, Federazione opere educative. «Ricordo che il
ministro Tremonti deve ancora porre la firma sui 130 milioni di euro
recuperati lo scorso dicembre e che stiamo ancora aspettando. Anche
queste lungaggini burocratiche non fanno il bene delle nostre scuole.
Saremmo comunque più tranquilli se il Governo attuasse davvero la
parità scolastica entro la legislatura, come annunciato in campagna
elettorale. Per adesso non l’ha fatto».
Uno tzunami di reazioni, insomma, che mira più che al reintegro - come
dice chiaramente Maria Grazia Colombo, presidente dell’Agesc
(Associazione genitori scuole cattoliche) - alla «soluzione di una
situazione di mendicanza continua che non è più sostenibile». In altre
parole: il reintegro va bene ma non sposta la questione perché non
risolve la «situazione di precarietà» delle scuole paritarie.
«Nella Finanziaria di quest’anno», ricorda la presidente Colombo, «ci
sono 5.354 euro per studente di scuola statale contro 267 euro per
studente di scuola paritaria. Questa differenza deve essere non dico
colmata ma almeno ridotta di molto. Lo dice la legge sulla parità del
2000 che lo Stato sarebbe tenuto a rispettare». (da
http://www.vita.it/news)
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