La protesta,
se non la rabbia, contro una riforma della scuola che appare piuttosto
come una procedura fallimentare,ma anche la fantasia, una materia prima
che per fortuna a Napoli non è mai mancata. E così, alla fine della
manifestazione a cui hanno partecipato in migliaia, si sono liberati
verso il cielo centinaia di palloncini colorati, con una scritta
eloquente: “Gelmini vola via”. Si è conclusa così nel capoluogo
campano, in piazza del Gesù, la manifestazione nazionale dei precari
della scuola, che alla prova dei fatti ha raccolto tutte le categorie
toccate dal provvedimento governativo, docenti, studenti, personale
amministrativo e “semplici” genitori. Un lungo corteo che ha
attraversato la città, scandendo slogan contro il ministro
dell’Istruzione e contro l’esecutivo. In testa c'erano i disabili
dell'associazione napoletana «Tutti a scuola», che a loro volta
rivendicano più insegnanti di sostegno. DA TUTTO IL PAESE Gli
insegnanti sono arrivati a Napoli dalla Sicilia, dalla Puglia, dalle
regioni del Nord Italia, oltre che naturalmente dalla Campania, per
protestare contro i tagli alla scuola pubblica. «Sono 270 mila i
precari iscritti nelle liste a scorrimento delle graduatorie in Italia
- ha spiegato il segretario nazionale precari della Cgil, Luigi Rossi
-. Quest'anno sono stati tagliati 40 mila docenti e 15.600 Ata
(acronimo che sta per personale amministrativo, tecnico e ausiliario,
ndr). I tagli hanno interessato maggiormente il Sud, ed è per questo
che oggi siamo a Napoli, perché proprio in Campania la situazione è
complessa». In totale,hanno aggiunto i rappresentati della Cgil,
sarebbero circa 400mila i precari della scuola nel Paese, divisi tra
graduatorie docenti e Ata, e considerando anche quelle di istituto
sulle quali è impossibile fare un conteggio preciso. «Questa è una
battaglia per la liberazione del precariato - hanno spiegato i
rappresentanti dei docenti precari - nella scuola si toccano con mano
i risultati della politica irresponsabile del governo che sta
distruggendo il sistema pubblico della conoscenza». RECLUTAMENTO E
FORMAZIONE «Il fatto grave - ha aggiunto Rossi - è che la media dei neo
assunti è di 45 anni, ciò significa che queste persone sono vicine alla
pensione. E nei prossimi anni ci aspettiamo gli stessi tagli». Al
centro della protesta anche il sistema di reclutamento, non ancora
chiarito dal ministero dell' Istruzione, e la formazione per i docenti
sulla quale non c'è alcuna risorsa a disposizione. Al centro del
corteo, a rivendicare una scuola pubblica senza tagli, c'erano gli
studenti. I ragazzi chiedono aule, docenti, istituti a norma, e
soprattutto continuità didattica, insomma una scuola di qualità. «Non è
solo solidarietà la nostra - hanno spiegato gli studenti diUdS e Link -
siamo consapevoli di combattere la stessa battaglia. Siamo insieme ai
precari per il diritto allo studio, il diritto alla continuità
didattica, ad un'educazione di qualità». Una manifestazione di grande
protesta e coinvolgimento, che però si è svolta in modo tranquillo,
senza il minimo incidente, con i partecipanti che una volta giunti in
piazza del Gesù hanno ascoltato alcuni rappresentanti dei sindacati Flc
Cgil e Fiom, nonché i precari dei coordinamenti. (da Flc-Cgil)
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