Di fronte al
disagio del mondo della scuola il compito degli assessori provinciali
alla scuola non può e non deve essere quello dei "rassicuratori
generici", ma quello di cambiare radicalmente provvedimenti sbagliati e
di attuare una vera riforma. E' grave
che attraverso la Formazione professionale e l'apprendistato si voglia
riproporre una separazione rigida, anticipata alla fine della terza
media, tra una formazione scolastica di serie A e una formazione di
serie B orientata solo su rigidi indirizzi professionali. Non è
quello che serve ai ragazzi. Non è quello che serve alla società. Non è
quello che serve all'economia e allo sviluppo. Ed è ancora più
grave che si consideri virtuoso risparmiare con vessatorie logiche
ragionieristiche sulla qualità della formazione e della scuola quando
in tutto il mondo i Governi incrementano gli investimenti in questi
settori. Pur con tutti i limiti imposti dal governo nazionale i margini
per una soluzione alternativa ci sono come sta emergendo, in questi
giorni, da numerose assemplee e convegni. E' necessario in particolare:
La sospensione dei provvedimenti e l'apertura di una vera consultazione
democratica con il mondo della scuola e della cultura e con le forze
sociali e di veri tavoli di trattativa con le organizzazioni sindacali.
E' insensato imporre la scelta precoce di un percorso formativo fondato
solo su un apprendimento professionale rigido senza formazione generale
con il doppio risultato negativo di discriminare socialmente i ragazzi
e le ragazze appartenenti alle fasce più deboli della società e di
creare forza lavoro inadeguata.
Va rivista la decisione di ridurre delle ore di insegnamento prevista
dai nuovi quadri orario in particolare negli Istituti Tecnici, perché
ciò ridurrà anche la possibilità di utilizzare la quota di autonomia
della scuola e renderà difficile attuare una didattica laboratoriale
che, peraltro, sarà ostacolata anche dalla riduzione delle ore di
presenza nei laboratori degli insegnanti tecnico-pratici.
Occorre rivedere le decisioni sul taglio degli orari anche per evitare
un conseguente taglio di posti di lavoro, un aumento dei carichi di
lavoro degli insegnanti che il posto lo manterranno, un
peggioramento della qualità complessiva dei corsi e una drastica
riduzione delle sperimentazione innovative.
In questo senso, deve essere corretto il grave errore relativo al
ridimensionamento dell’istruzione professionale nella scuola in lingua
italiana, con l’eliminazione dell’indirizzo sociale, e la totale
cancellazione delle LEWIT/LESO nel sistema formativo di lingua tedesca.
L'istruzione professionale ha avuto e ha un ruolo importante per dare
risposte qualificate ad un'ampia fascia di giovani che, altrimenti,
rischirebbero di rimanere ai margini del sistema formativo e della
società.
E' necessario restituire piena autonomia alla scuola e alla formazione
e, in questo senso, sono inaccettabili e insensate le misure sugli
istituti pedagogici, sugli istituti musicali e sulla formazione
professionale.
E' opportuno completare l’assenza nell’ offerta formativa della
Provincia di Bolzano del Liceo musicale che verrebbe a completare
l’offerta già ampiamente e validamente presente nella scuola del primo
ciclo ad indirizzo musicale.
Devono essere rivisti i criteri del Piano di dislocazione territoriale
che mettono a rischio la qualità complessiva dell'offerta formativa,
prezioni patrimoni culturali e scientifici e penalizzano studenti,
genitori e insegnanti. In questo senso è inaccettabile che si voglia
favorire le scuole private, ma è necessario, invece, sperimentare con
coraggio soluzioni innovative in grado si superare la rigida
separazione tra le scuole dei diversi gruppi linguistici. (da http://sinistraecologialiberta-bz.myblog.it/)
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