Neminem latet, dicevano
i latini, "a nessuno sfugge", cioè, che la scuola pubblica sia stata
fatta oggetto di una ponderata, sistematica destrutturazione e di una
mirata defunzionalizzazione per il tramite di una controriforma che,
tra gli operatori della scuola liquidati dopo anni di appassionato
sforzo, profuso nell'intento di tenere in piedi un'istituzione che,
nonostante tutto, può ancora essere identificata con il principale
riequilibratore sociale del paese, è stata denominata "Riforma
Gelmonti", dalla significativa saldatura dei nomi dei responsabili del
suo varo, Gelmini e Tremonti.
La Riforma, che il ministro della P.I. definisce "epocale", è
effettivamente tale, ma in senso antitetico a quello da lei inteso,
visto che è stata perfino bocciata dal Consiglio di Stato, che poche
settimane fa ha dichiarato illegittime le circolari attuative emesse
per ricalibrare e ridistribuire (leggi: tagliare e falciare!) l'orario
e le discipline negli Istituti di Istruzione Secondaria Superiore.
Tagli per 8 miliardi di euro; soppressione perentoria e inaccettabile
della collegialità e svuotamento degli organi scolastici che la
garantivano; licenziamento di 150.000 docenti (l'equivalente di 24
stabilimenti Mirafiori) selezionati dall'Università o tramite concorso
pubblico, utilizzati per anni come trottole, in un turn-over forsennato
e deleterio per gli studenti, per risparmiare gli stipendi di agosto e
umiliati da campagne diffamatorie tese a screditare la categoria,
pericolosa per il suo approccio critico e storicistico agli eventi;
ritorno al maestro unico, esiziale per la "net-generation"; grave
dissipazione di esperienze felici nel campo del recupero degli studenti
disagiati e disabili ovvero nella riqualificazione del territorio;
specioso e stucchevole richiamo alla "meritocrazia", da interpretarsi
come risposta meccanica ad una serie di stimoli asfittici, ispirati a
conformismo e passività; arrogante rifiuto di ogni confronto con le
componenti del settore così violentemente mutilato e depauperato;
ventilata ipotesi di liquidazione delle Graduatorie, trasparente
strumento di reclutamento, da sostituirsi con la diretta chiamata da
parte dei presidi, su base puramente clientelare e con ricadute
verosimilmente gravissime sull'autonomia didattica dei docenti...: un
ritorno all'anno zero, insomma, per la cultura, per la dialettica
democratica, per la formazione dei cittadini e delle cittadine del paese
Di fronte a questo vile attacco condotto con metodi inaccettabili e
argomentazioni altrettanto irricevibili (pochi giorni fa Tremonti,
interprete di un sentire che permea tutto il Governo del "fare", ha
affermato che la cultura "non dà pane", mostrando un grado di rozzezza
inusitato), e di fronte ad un atteggiamento dei sindacati spesso
ondivago e ambiguo, si sono costituiti gruppi autonomi di precari, ATA
e personale tecnico, che hanno dato vita al Coordinamento dei Precari
della Scuola, con sedi in quasi tutte le regioni.
Il Coordinamento Precari Scuola Napoli, da tre anni a questa parte,
promuove iniziative di protesta che negli ultimi mesi sono diventate
sempre più efficaci ed eclatanti, dal presidio a Montecitorio (fine
agosto-metà settembre), in appoggio ai colleghi in sciopero della fame,
alla diretta sollecitazione delle forze di opposizione latitanti o poco
incisive riguardo al dramma vissuto dai precari e dalla scuola tutta;
dall'occupazione del Provveditorato, con l'installazione di un presidio
notturno e diurno che ha determinato l'aggregarsi di lavoratori con
vertenze contigue a quelle dei precari (operai di Pomigliano e di
Fincantieri) alla straordinaria presa dello Stretto di Messina (12
settembre), che ha finalmente riportato l'attenzione dei media sullo
sfascio della pubblica istruzione, sull'assassinio del futuro del
paese.
Molte le associazioni di genitori e studenti che hanno espresso
solidarietà e si sono mobilitate insieme ai precari, condividendone la
puntuale e nota piattaforma di rivendicazioni, redatta collegialmente
dai rappresentanti dei Coordinamenti regionali.
A séguito di una richiesta formalizzata nel corso di un'assemblea
plenaria delle componenti della scuola svoltasi il 26 sett. scorso a
Roma, il Coordinamento precari Scuola Napoli è stato investito
dell'onere di organizzare una grande MANIFESTAZIONE a Napoli, il 30
ottobre, data simbolicamente evocativa della nascita del movimento
dell'"ONDA", che nel 2008 diede inizio alla protesta contro la Riforma
Gelmini.
I membri del CPS Napoli sono alacremente al lavoro per l'evento, che si
sostanzia di un corteo (inizio: P.zza Mancini, ore 14,30) e di una
serie di interventi conclusivi, cui seguirà un concerto. Esponenti
della cultura e dell'accademia, artisti e numerosissime associazioni
operanti sul territorio hanno aderito con vivo compiacimento. E'
possibile prendere visione dei loro comunicati sul sito appositamente
creato per l'evento (http://www.myframes.net/cpsnapoli/).
Con la presente, il CPS INVITA FORMALMENTE GLI ORGANI DI STAMPA E DI
INFORMAZIONE all'evento, cui parteciperanno precari provenienti da ogni
parte d'Italia, auspicando che esso ottenga il giusto rilievo mediatico.
Il titolo ideato per la manifestazione è "VOGLIAMO UN'ERUZIONE DI
PUBBLICA ISTRUZIONE!", con riferimento alla particolare situazione di
Napoli, città fortemente penalizzata, assieme a Palermo, dai tagli al
personale scolastico.
Inviamo, in allegato, il manifesto e i volantini che sono stati
realizzati, impegnandoci ad aggiornarVi sulle nuove adesioni e a
fornire qualsivoglia chiarificazione in merito all'iniziativa.
Nel ringraziare per l'attenzione e per il rilievo che eventualmente
vorrete conferire all'evento in oggetto, porgiamo i nostri più cordiali
saluti e vi aspettiamo numerosi a documentare l'esplosione civile della
nostra indignazione.
Cps Napoli
123cpsnapoli@gmail.com