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come Albero, B come Barca, C come casa... e così via fino alla Z come
Zebra. È la lezione che ogni giorno una prof di un istituto superiore di Tarquinia, in
provincia di Viterbo, impartisce ai suoi alunni, dopo averne costato
l'effettivo grado di istruzione: niente "Promessi Sposi" o
"Divina Commedia" ma un ripasso pervicace dell'alfabeto. Il tutto dopo
avere fatto l'appello anche otto volte. Gli studenti, sostenuti dai
genitori, sono scesi oggi in piazza per protestare. «Ci tratta come
dementi, non andiamo avanti col programma, siamo fermi alle
elementari», dice uno studente dell'Isis "Vincenzo Cardarelli". I
futuri geometri o tecnici programmatori hanno deciso oggi che non
entreranno in classe quando sarà presente la professoressa. Una scelta
forte quanto la loro voglia, magari controcorrente tra i loro coetanei,
di imparare e di non sentirsi umiliati da ore passate a fare finta di
essere alle elementari, viste le loro carenze.
I problemi con la professoressa in realtà non sono una novità in quella
scuola: la contestazione dell'insegnante era iniziata già l'anno
scorso, tanto che fu allontanata provvisoriamente dall'istituto e
sostituita da supplenti. Infine fu trasferita d'ufficio ad altro
incarico. La donna però ha presentato una serie di ricorsi al Tar e al
Consiglio di Stato riottenendo il posto. Oggi, il sindaco di Tarquinia
Mazzola ha inviato una lettera al prefetto di Viterbo Carmelo Aronica,
con la quale chiede «un immediato intervento per risolvere l'annosa
vicenda e mettere fine allo stato di agitazione indetto dai giovani.
Con il nuovo anno - aggiunge - si è ripresentata la questione e il
malcontento degli studenti è notevolmente cresciuto, tanto che si
rifiutano di entrare in classe, sostenuti dai genitori che presidiano
l'istituto».
Gli studenti ammettono di non essere «delle cime né studenti modello,
ma da qui ad essere trattati da dementi ce ne corre. L'anno scorso -
ricordano - la prof. è stata allontanata varie volte dalla scuola. Noi
abbiamo potuto seguire regolarmente il programma solo quando sono
arrivati i supplenti. Ma è stato un anno quasi perso. All'inizio
dell'anno, però, l'abbiamo ritrovata sulla cattedra. Né lei né i suoi
metodi d'insegnamento, si fa per dire, sono cambiati. Così siamo scesi
in piazza e abbiamo deciso di disertare in blocco le sue lezioni».
I responsabili dell'Isis intanto non si pronunciano ma secondo
indiscrezioni sarebbero in contatto con gli uffici scolastici
provinciale e regionale per trovare una soluzione. Anche se dal punto
di vista formale appare complicato, dal momento che il trasferimento
d'ufficio della professoressa è stato annullato dal Consiglio di Stato.(Da L'Unità )
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