Altro che
Livorno come Adro. «Guardi che se la racconta a un livornese questa
storia scoppia a ridere ma di gusto», spiega il sindaco Alessandro
Cosimi, medico cinquantacinquenne, del Pd. Che da livornese ci tiene a
spiegare il lato comico della polemica nata sulla bandiera con falce e
martello che sventola sul muro-rudere dell’ex teatro San Marco, alle
spalle della scuola l’Alveare. Ilministro Gelmini sembra molto
preoccupata. Dice che invierà subito gli ispettori. «Questa è una
storia tutta inventata ad arte, per rifarsi una verginità farlocca dopo
Adro. Avevano bisogno di montare un caso, meglio ancora se su questa
città che forse li infastidisce tanto perché qui non prendono nemmeno
il 25% dei voti. Vogliono trattarci come una riserva indiana, ma noi
siamo una città aperta. Altro che la Adro comunista. Noi siamo
profondamente rispettosi di tutti i bambini, si figuri se mettiamo i
simboli politici. Ma vengano pure a Livorno. Troveranno una bandiera
sfilacciata, mangiata dal salmastro. Ma con la scuola materna non
c’entra proprio niente. Quella bandiera che ha allarmato il ministro
sventola dallo scorso 21 gennaio, alle spalle del nido, sul muro-rudere
del vecchio teatro San Marco. Lì, come riportano tutti i libri di
storia, nel 1921 nacque il Partito comunista d’Italia. Il teatro andò
distrutto con i bombardamenti che in questo quartiere, vicino al porto,
trasformarono in macerie l’80 per cento degli edifici. Dopo la guerra
si decise di non ricostruirlo. Dietro, negli anni 70, invece, vi fu
costruita la scuola materna che ora si chiama l’Alveare. Solo quel muro
fu lasciato a memoria. Ed essendo che sopra sono state messe due lapidi
che ricordano la nascita del Partito comunista d’Italia, ogni anno,
davanti a quelle lapidi si volge una cerimonia, a cui partecipano
alcuni ex Pci». Lei anche partecipa? «Io no, non ci vado, se devo
essere sincero non sono molto volto all’indietro però se qualcuno mi
chiama comunista mi volto. Sono di una famiglia che ha sempre avuto
quell’orientamento. Comunque, altri partecipano. Rifondazione, per
esempio, che, per altro, non è nemmeno in giunta. E davanti alla lapide
ci lasciano qualche bandiera. A volte poi vengono rimosse, a volte no.
Ma la scuola con tutto questo non c’entra niente. L’ingresso è dalla
parte opposta». Qualcuno si è mai lamentato? «Qualche consigliere del
Pdl ha fatto delle interpellanze chiedendo perché si lasciano lapidi
che recano il nome di Stalin». E sulla bandiera? «Ma non scherziamo,
nemmeno un livornese di destra porrebbe la faccenda in questi termini.
Il teatro San Marco è per tutti la sede dove è nato il Pci, evento che
ha segnato la storia italiana. Una città che non ha memoria di sé è una
città di plastica. Questi invece pensano che il mondo sia cominciato
con “Amici”». Questi chi? Il ministro Gelmini? «Al ministro Gelimini
dico solo che se è tanto preoccupata per le scuole di Livorno, ci metta
lei i soldi per gestirle. Noi per l’Alveare e per le altre scuole
comunali investiamo un tasso del nostro bilancio che è tra i più alti
d’Italia». (di Maria Grazia Gerina da L'Unità)
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