L’ultima mossa
del ministro Mariastella Gelmini per dare all’opinione pubblica la
sensazione di un cambiamento epocale nella scuola pubblica è – a detta
della stampa nazionale – l’anagrafe
on line dei docenti, con la quale il MIUR (Ministero
dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca) promette di
consentire la consultazione al pubblico non solo dei currricula di un
milione di professori, di ruolo o meno,
ma anche dei loro dati anagrafici e della sede dove operano attualmente.
A parte le considerazioni riguardanti la privacy (e quindi i diritti
del docente, quale cittadino, di veder tutelati i suoi dati personali),
e a parte il fatto che il ministero non compensa economicamente le
competenze aggiuntive dei docenti (né le conosce) quindi non si capisce
perché debba metterle in mostra nella sua ‘vetrina’, preme sottolineare
come tale operazione inutile (tranne che all’immagine del ministro,
oltre che creare confusione sulla realtà della pubblica istruzione)
contribuisca a quello che è uno dei maggiori problemi della scuola,
oggi, cioè la delegittimazione della classe docente, che in
definitiva danneggia gli studenti stessi.
Perchè il vero messaggio di questa anagrafe è: voi potete controllare i
professori, conoscere quali hanno il curriculum migliore e quali quello
strettamente indispensabile a superare il concorso. Infatti la
giustificazione addotta, di poter scegliere le scuole presso le quali
iscriversi in base alla preparazione dei docenti, non tiene, e su più
fronti.
Ad esempio, grande curriculum non vuol dire grande capacità didattica:
si può essere geni sul piano scientifico (o secchioni) ma non riuscire
a farsi comprendere dagli allievi o non saper comprendere gli
adolescenti.
Inoltre, avere al proprio attivo varie pubblicazioni potrebbe anche
significare impegno minimo con le classi per dedicarsi all’attività
editoriale.
Ma, soprattutto, dato che le classi possono avere un massimo di 31
allievi, gli studenti si iscrivono a scuola a gennaio, il ministero
assegna le cattedre agli istituti a inizio estate e i docenti vengono
assegnati alle classi a settembre, l’idea che tale anagrafe aiuti a
scegliere il ‘corso’ migliore (atteso che tutti i docenti di quel corso
siano nella ‘top ten’) è una vera presa in giro…
Ecco perchè si può concludere che lo scopo e l’effetto del
provvedimento sarà dare all’opinione pubblica la sensazione di poter
controllare i docenti, un altro tassello di una campagna delegittimante
che crea agli insegnanti difficoltà nel gestire gli studenti bulli o
violenti (e talora genitori arroganti o violenti), perchè il rispetto
dovuto al docente (quantomeno come persona) viene meno quando si abbia
il preconcetto di trovarsi di fronte ad un fannullone impreparato, ad
un soggetto che può essere controllato e quindi può – anzi deve –
essere ridimensionato.
Non che non vi siano tanti docenti che, nonostante tale campagna di
delegittimazione, riescono – con l’abnegazione e la preparazione – ad
ottenere il rispetto e la stima degli studenti e delle famiglie, ma –
ripeto – in caso contrario chi davvero ci rimette sono gli studenti.
Gli ingestibili e gli altri, quelli che invece vorrebbero studiare in
un ambiente sereno.
Non bastano poi a rimediare i provvedimenti disciplinari duri, invocati
in più occasioni anche dal ministro Gelmini, o la mancata ammissione
all’esame per chi non abbia la sufficienza in tutte le materie. Perché
quello cui si deve mirare è l’educazione complessiva e quotidiana della
persona, e non soltanto a ‘fare la faccia feroce’ alla fine del
percorso o quando (e succede sempre più spesso e in modo sempre più
grave) vengono superati i limiti.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/10/17/docenti-sotto-controllo-e-bullismo-scolastico/72109/
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