La Cronaca spicciola ma anche la strategia
economico-politica hanno il tono della creatività: marchi di sponsor
sui banchi di scuola; “Scuola Spa” per costruire le scuole. C’è da
esserne preoccupati ?
Sembra che in tre ministeri (Tesoro, Infrastrutture e Scuola) si lavori
sull’ipotesi di affidare la costruzione di nuove scuole, nel Meridione,
ad una costituenda Spa aperta a enti previdenziali (verosimilmente Inps
e Inail), banche e altro capitale privato; nella cassaforte sarebbero
depositati anche quei 416 milioni di euro già destinati per la messa in
sicurezza degli edifici esistenti, e non ancora spesi. Non si pensa di
affidare alla Scuola-spa la gestione dei 42 mila edifici scolastici
italiani, perché ciò costituirebbe una espropriazione di funzioni,
costituzionalmente sancite, di comuni e province, e soprattutto perché
si andrebbe in direzione opposta al federalismo. Secondo le intenzioni
del governo, la Scuola-spa si limiterebbe a costruire edifici nuovi, lì
dove ve n’è carenza (al Sud), e dovrebbe altresì ottimizzare i flussi
di spesa. A quest’ultimo proposito, però, la memoria va alle
scorciatoie con cui la Protezione civile ha dribblato le procedure
burocratiche di spesa pubblica, e torna il ricordo dell’episodio che ha
scatenato una bufera: il progetto di istituire una “Protezione civile
Spa”, progetto cui il governo ha poi rinunciato, incalzato dai sospetti
e dalle polemiche. Si vorrà riproporre, per la scuola, quel modello ? A
parte questa associazione mentale, c’è da registrate la polemica di
sapore ideologico mossa dalla Cgil: è accettabile che la istruzione
pubblica, un servizio di tale importanza, sia finanziato con denaro
privato ? Secondo la FlC-Cgil una tale politica consentirebbe ai
privati di condizionare pesantemente il servizio scolastico; altro è il
servizio scolastico, altro il mercato. Analogamente, su l’Unità di
ieri, la scrittrice Silvia Balestra riporta un episodio tratto dal best
seller NO LOGO, di Naomi Klein, giornalista canadese no-global.
L’episodio riportato è quello dello studente di una High School di
Evans (Anni Novanta, in Georgia) che, in vena di sfide, si presentò con
la maglietta della Pepsi Cola a un Coke-day durante il quale gli
studenti, con magliette della Coca Cola, erano costretti ad ascoltare,
in orario scolastico, i dirigenti della multinazionale della Coca Cola,
lo sponsor della scuola.(da Anief)
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