SCUOLE A RISCHIO: LA TELENOVELA INFINITA : Rassegna stampa catanese
scuole a rischio. La
Petrarca esclusa dai benefici, provocazione del preside: «Bocceremo
più alunni» «Penalizzati perché lavoriamo bene»
Pinella Leocata
Catania 19-3-2005.
L'istituto comprensivo Petrarca, a Trappeto Nord, è stato escluso dal gruppo
di scuole considerate a rischio e dai relativi contributi a sostegno delle
attività volte a contrastare la dispersione e gli abbandoni. Il fatto è che
alla Petrarca il preside e i docenti hanno lavorato e lavorano sodo e con
intelligenza. Hanno organizzato i percorsi didattici in modo da rendere la
scuola interessante per tutti e allora ecco il tempo prolungato, i compiti
fatti a scuola, gli armadietti personali dove ogni allievo può lasciare
libri, quaderni, cartella, e poi le attività pomeridiane, i laboratori, lo
sport. Una scuola dove
ai ragazzi si dà autonomia nel rispetto delle regole. Qui tutti - studenti,
professori e collaboratori - hanno un cartellino di riconoscimento
elettronico che serve per registrare la presenza, per tenere aggiornato il
percorso di studi, per predisporre la dieta di ognuno in base ai bisogni e
per segnalare eventuali allergie e problemi vari. Qui il percorso di studi è
personalizzato. Qui i ragazzi non formano un'unica classe fissa, ma si
raggruppano in modo differente in base alle materie: questo evita che si
fissino ruoli e dà ad ogni allievo la possibilità di emergere in un campo,
sia esso la matematica, la letteratura, lo sport, la musica, l'informatica.
Così la scuola piace, e gli studenti non l'abbandonano. Ed ecco che scatta
la punizione. Già perché, secondo i criteri adottati dal provveditorato, gli
incentivi vanno solo alle scuole dalle quali gli allievi fuggono. Criteri
che il preside della Petrarca Santo Gagliano contesta ritenendo che sia
stato violato il dettato di legge. Questa dice che vanno individuate le aree
a rischio le cui scuole, se vogliono, possono presentare progetti per
contrastare la dispersione e l'abbandono, progetti che devono essere
valutati da un nucleo provinciale e finanziati dalla direzione regionale. A
Catania, invece, il Csa, ha indicato, anzicchè le aree a rischio, le singole
scuole scegliendole tra quante presentano ripetenze e abbandoni pari o
superiori al 4% del totale. Quota che, dopo sentite proteste, è stata
abbassata al 2%. Il nucleo di valutazione, inoltre, è composto da funzionari
del Csa, «inesperti e impreparati a valutare progetti di natura didattica e
pedagogica». Di qui l'esclusione della Petrarca da ogni beneficio, eppure la
scuola è ubicata in una delle zone a maggior rischio di devianza minorile,
come dicono i dati del tribunale per i minorenni. Una scuola dove l'impegno
dei docenti, e gli ottimi esiti che ha dato, viene punito anzicchè
riconosciuto e valorizzato e questo a vantaggio di chi non ha «fatto nulla
per prevenire e recuperare il disagio».
Ed ecco allora che il preside Gagliano prende carta e penna e,
provocatoriamente, scrive ai docenti della propria scuola per invitarli ad
un incontro urgente e riservato per «predisporre un elenco di alunni da
bocciare o da mettere nelle condizioni di non frequentare più». «E'
necessario - scrive - arrivare a circa 40/60 alunni dei quali almeno 30 di
seconda e terza secondaria, dove bocciare risulta più facile. Per la scuola
primaria e per la prima secondaria sarà invece opportuno creare le
condizioni per l'abbandono». E conclude. «Confido nella vostra
collaborazione e nella capacità di tradire la professionalità, i valori e il
modo di vivere con cui abbiamo finora operato».
i progetti di
recupero
L'elenco degli istituti scolastici che ricadono nelle aree a rischio
Catania
17-3-2005. Il comitato tecnico del Csa ha individuato le scuole ricadenti
nelle aree a rischio. L'elenco comprende: Istituti comprensivi Recupero
Catania, Brancati Catania, Circolo didattico Padre Santo Di Guardo Catania;
Istituto comprensivo Campanella-Sturzo Catania, Scuola media Quasimodo
Catania; istituti comprensivi Dusmet Catania, Capuana-Pirandello Catania,
Narbone Caltagirone, Bruno Bincavilla, scuola media Adrano, istituti
comprensivi Feltri Catania, Ponte Palagonia, circolo didattico Malerba
Catania; istituti comprensivi Pestalozzi Catania, Don Milani Palagonia,
Marconi Paternò , Verga Ramacca, circolo didattico Montessori Catania e
Misterbianco II; istituti comprensivi Ungaretti Catania, Verga Vizzini,
Raddusa, Piano Tavola - Belpasso, Gobetti Caltagirone, Monterosso Catania;
scuola media Guzzardi Adrano, istituto comprensivo Santa Maria di Licodia,
scuola media De Santis Catania, istituti comprensivi Don Milani- Virgillito
Paternò, Don Milani Misterbianco, Ipss Mangano Catania, istituto comprensivo
Vespucci Catania, circolo didattico Scorida II, istituti comprensivi Meucci
Catania, Fontanarossa Catania, Circolo didattico XX settebre Catania,
istituti comprensivi Fuccio-La Spina Acireale, Mascagni Catania, circolo
didattico Biscari Catania, istituti comprensivi Musco CAtania, San Pietro
Clarenza; Ipaa Mazzei Giarre-Bronte, istituto comprensivo Giovanni XXIII
Paternò, Circolo didattico Misterbianco III, Ipaa Mazzei Giarre-Randazzo,
circolo didattico Giuffrida Catania, istituti comprensivi San Cono, Giovanni
XXIII Acireale, Fermi San Giovanni la Punta.
Il Comitato tecnico non ha ritenuto classificare venti scuole per il
puneggio attribuito non valido. Dopo un ultimo incontro con le associazioni
sindacali, il Csa invierà adesso la graduatoria delle scuole individuate
alla direzione regionale che deciderà quanti e quali progetti saranno
finanziati.
M. C.
ENTI LOCALI E SCUOLE AUTONOME.
Scoppia il conflitto tra il preside Tosto e l'assessore Fatuzzo
La protesta delle mamme: " I nostri figli esclusi dai laboratori e dalle gite scolastiche"
QUESTA SCUOLA DISCRIMINA I DISABILI
Il preside chiama il 113 per fare allontanare l'assessore Fatuzzo che chiede un'ispezione al ministro Moratti.
Pinella Leocata
Catania 16-3-2005. Le accuse delle mamme sono gravi: i figli disabili
esclusi dai laboratori e dalle gite scolastiche. E questo - dicono - perché
nei cinque plessi della Vittorino da Feltre non sono state abbattute le
barriere architettoniche, ma anche per «l'insensibilità del preside». Mamme
inferocite perché non sopportano che i loro figli vengano discriminati anche
a scuola, il luogo deputato ad educare al rispetto e alla valorizzazione di
ogni persona. E invece...
La signora Carmela ha due gemelli di sette anni, entrambi con gravi problemi
motori. Camminano con l'ausilio di appoggi e di una specie di carrello. «Il
preside mi ha detto che non possono frequentare i laboratori pomeridiani
perché la scuola non ha l'assistenza necessaria. E non possono andare alle
gite scolastiche perché per loro, disabili, non c'è posto». E la signora
Antonella, mamma di due gemelli di 13 anni, affetti entrambi da atrofia
spinale, dice di essere costretta ad andare a scuola per portare uno dei
figli in bagno e per spostarlo dalla classe all'aula dove si tengono i
laboratori. Il signor Domenico tiene in mano una ricevuta. «Ho dovuto
spendere 30 euro per modificare il banco di mio figlio che si muove in sedia
a rotelle e l'ho dovuto portare io dal falegname. Il preside mi ha detto che
la scuola non aveva i soldi per farlo». C'è chi ricorda l'invito «a portare
i figli da un'altra parte, se qui non vi sta bene», e chi ripete parole
tremende: «Per fortuna, io non ho figli disabili». Una mamma riconosce di
avere strafatto nei giorni scorsi quando, accorsa a scuola perché il figlio
disabile era stato escluso da una cerimonia collettiva, ha preso un pezzo di
ferro da terra e se il bidello non l'avesse fermata... «Ho fatto malissimo.
E' una cosa diseducativa per mio figlio e per gli altri ragazzi. Ma sono
esasperata».
Un clima incandescente che non si raffredda all'arrivo dell'assessore alla
Pubblica Istruzione Fabio Fatuzzo. Tutt'altro. Perché anche lui ha molto da
ridire
sull'operato del preside. Sabato scorso, infatti, sollecitato da alcune
telefonate delle mamme degli alunni della scuola, si è recato alla Vittorino
Da Feltre e lì è successo il fattaccio. Perché il preside Salvatore Tosto,
avvertito della sua presenza, lo ha raggiunto nel plesso di via Fontana e lo
ha invitato ad uscire e, poiché l'assessore si è rifiutato, ha chiamato il
113. Così Fatuzzo, che è anche parlamentare, ha fatto un'interrogazione al
Ministro della Pubblica istruzione per presentare il caso e chiedere
un'ispezione che verifichi «se non sussistano i motivi per la rescissione
del contratto di dirigenza». Ha chiesto pure che il ministro agisca nei
confronti del preside «per tutelare i diritti dei cittadini disabili e la
dignità del Parlamento». Possibile che gli insegnanti non hanno denunciato
una situazione così delicata? «Segnalazioni sì, ma confidenziali. Nulla di
formale». E certo non fa loro onore, se la situazione è quella che
descrivono i genitori. «Il problema - spiega l'assessore Fatuzzo - è che
adesso i presidi hanno troppo potere, sono loro a nominare i propri
collaboratori e per gli altri la situazione è pesante».
Il preside Salvatore Tosto - che dirige una scuola di 857 ragazzi, 120
insegnanti e 22 tra amministratori e collaboratori - racconta tutta un'altra
storia. «Quello dell'assessore Fatuzzo nella mia scuola è stato un bliz, un
atto illegittimo che non rispetta i corretti rapporti istituzionali. Non
rientra tra le sue competenze fare ispezioni. Se ha qualcosa da discutere
con il dirigente scolastico chieda un appuntamento». Il preside spiega che
la scuola ha difficoltà a causa delle barriere architettoniche delle quali
«una legge del 1985 prevede l'abbattimento, ma il Comune non ha ancora
provveduto, se non con piccoli interventi su precisa segnalazione».
L'assessore dice che la legge prevede che gli allievi disabili stiano al
pian terreno e visto che l'organizzazione interna alla scuola è di sua
competenza... «Al piano terra, per legge, vanno le scuole materne e i
bambini delle elementari perché sono piccoli. Non ho aule per tutti. E poi,
non ho mai escluso nessuno dai laboratori. Nel caso dei due gemelli, il
laboratorio si teneva il mercoledì, giorno in cui fanno terapia, così le
insegnanti hanno ritenuto che non potessero partecipare. Ora si fanno il
giovedì e ho chiesto alla mamma un po' di pazienza perché devo trovare il
personale per consentire la frequenza ai suoi figli. E così per le gite. La
scuola ne ha fatta una sola, il 24 febbraio, e i disabili c'erano. Le
prossime, che si terranno il 12 e il 20 aprile, prevedono una visita ad una
fattoria e una al Piccolo Teatro. Per quest'ultima, poiché la strada è
stretta e il pullman non si può fermare, ho chiesto alla mamma se poteva
portare i figli in auto. Mi ha detto di no, per principio. Stasera (ieri per
chi legge) faremo un interclasse per trovare una soluzione, viceversa
annulleremo la gita per non creare disparità. E poi, non ho mai detto quelle
parole... Mi dica chi le ha riferito questa calunnia e lo querelo. Io queste
mamme le capisco, anche se ora mi attaccano. Le stimo e le voglio bene
perché lottano per conquistare i diritti dei loro figli in una situazione
difficile. Per me sono madri coraggio».
La scheda di Fabio Fatuzzo
Fabio Fatuzzo è nato a Messina il 19.03.1951. Laureato in Filosofia all'Università di Palermo.Insegna Italiano e Storia negli Istituti Tecnici.
E' stato segretario provinciale e regionale delle organizzazioni giovanili ed universitarie.
Nel 1976 è stato nominato tra i sette componenti dell'Esecutivo Nazionale Giovanile con Gianfranco Fini.
Componente del Comitato centrale della Direzione Nazionale del M.S.I. dal 1976.
E' stato Consigliere comunale a Catania dal 1980 al 1990, Consigliere provinciale dal 1990 al 1993 e dal 1998 all'aprile del 2000, quando si è dimesso per ricoprire l'incarico di Assessore del Comune di Catania con delega alla Pubblica Istruzione, Informatizzazione, Servizi demografici, Formazione esterna, Informazione, Manutenzione edifici scolastici.
Nell'ambito dell'incarico assessoriale, Fabio Fatuzzo si è impegnato perchè il servizio scolastico raggiungesse livelli di più alta qualità sia sul piano della ristrutturazione degli edifici scolastici (in meno di un anno ha realizzato oltre 1.000 interventi manutentivi) sia sul piano degli interventi extracurriculari per offrire un supporto alle attività didattiche con iniziative che hanno coinvolto anche i paesi vicini (tra cui Adrano, Militello, Motta, Paternò, Randazzo, Maniace). Nell'ambito della riscoperta dei legami tra il mondo attuale e la tradizione passata ha dato vita, per la prima volta a Catania, ad una Sacra Rappresentazione in collaborazione con Bronte. Ha dato impulso all'informatizzazione nelle scuole realizzando i collegamenti veloci, ISDN e ASDL, in tutti gli Istituti scolastici.
In atto è componente l'Assemblea Nazionale di A.N. di cui è stato tra i fondatori.
E' Assessore nella Giunta "Scapagnini".Le competenze sono:
Politiche scolastiche, Servizi demografici, Formazione esterna, Informazione, Pubblica Istruzione, Manutenzione Edifici Scolastici, Informatizzazione.
Deputato alla Camera, eletto per la "CASA DELLE LIBERTA'" nel collegio "Paternò 8" (Adrano, Belpasso, Biancavilla, Paternò, Ragalna, S.M. di Licodia) con 37.584 voti, %49.95
La lotta per l'accaparramento delle aule e degli edifici
Galilei:
sorteggiati i nuovi iscritti
Il preside.
«Pronto ad annullare tutto se
la Provincia mi assegnerà realmente le dieci aule promesse»
Giuseppe Bonaccorsi
«I genitori forse pensano che si tratta d'un gioco di bussolotti. Ma
l'organico di una scuola è una cosa seria. Entro l'11 marzo dovevamo
comunicare al
provveditore
quanti alunni avrà l'istituto l'anno prossimo, quante classi, i
trasferimenti dei professori. Ma visti i problemi di esubero di domande,
d'accordo col provveditore Zanoli, abbiamo soprasseduto finché è stato
possibile. Ma entro una certa data questi dati devono essere definiti.
L'assessore provinciale Panebianco è al corrente di tutto ciò. In questi
mesi abbiamo avuto un lungo epistolario».
Il preside del liceo «Galileo Galilei», Leone Calambrogio non vuole altre
polemiche, dopo quelle di sabato scorso, anche se forse sarà difficile
evitarle. Ma spiega perché ha deciso di procedere ugualmente col sorteggio
degli alunni da iscrivere alle prime classi, nonostante dalla Provincia,
l'11 marzo scorso, sia giunta una lettera che annunciava l'assegnazione alla
Galilei di dieci aule della «Einaudi» di Picanello. «Dieci aule alla
Einaudi? Con la disponibilità di laboratori e della palestra? - esclama il
preside - Io non sono stato mai interpellato. Ho davanti una lettera firmata
dall'assessore. E la delibera attuativa? Un atto ufficiale non lo abbiamo
ancora. L'assessore Salvo Panebianco sa da tempo i problemi di questa
scuola. Dell'urgenza. Delle troppe richieste. Proceda allora. Non posso
essere io a decidere...».
Calambrogio non ha atteso il passo della Provincia. Rientrato pochi giorni
fa dagli Stati Uniti, messo al corrente delle polemiche di sabato scorso, ha
riunito il consiglio d'istituto e, di concerto, ha deciso. Giovedì, alla
presenza dei professori, dei genitori rappresentanti e degli studenti del
consiglio d'istituto, ha proceduto col sorteggio tanto contestato e ha
estratto i nomi dei 350 studenti nuovi iscritti. Ma al contempo ha chiarito
un particolare di non poca importanza, che rimette nelle mani della
Provincia la decisione finale. «Gli esclusi - commenta - sono ancora in
lizza. Io non mi rimangio la parola data. Confermo quanto ho detto più
volte. Sono pronto ad accogliere tutte le domande di iscrizione pervenute in
segreteria e a rendere nullo il sorteggio, se dalla Provincia, in tempo,
arriveranno fatti concreti. A quel punto convocherò il consiglio dei docenti
e insieme decideremo. So bene - aggiunge - che ci sono professori che sono
contrari alle succursali. Anch'io so bene che i genitori vogliono iscrivere
i propri figli in questa scuola. In questa sede, però, e non in una
succursale. Ma procederemo con giudizio...».
A conclusione il preside Calambrogio si sofferma sulla protesta di sabato
scorso: «Personalmente la ritengo un atto di maleducazione, di mancanza di
senso civico. i genitori che hanno agito così dimostrano un degrado totale
nei confronti dei propri figli. Cosa insegneranno loro?».
Al termine chiediamo al preside se ritiene giusto il ricorso al sorteggio
per scegliere i nuovi alunni e se la protesta sia il frutto di una
difficoltà di dialogo. «Le rispondo - dice - con un'altra domanda...Esiste
un criterio totalmente obiettivo? Il problema principale è che i genitori
dovrebbero pretendere che tutte le scuole di Catania funzionino alla stessa
maniera...In quanto al dialogo, in questa scuola c'è sempre stato».
Dopo l'incontro con Calambrogio abbiamo cercato, senza trovarlo, l'assessore
Penebianco, impegnato a Parigi al Salone dello Studente.
I genitori degli esclusi hanno annunciato per oggi una riunione all'esterno
del cancello della scuola, sostenuti anche dai genitori degli studenti che
hanno superato il sorteggio. Per il portavoce del comitato «prima del
sorteggio il preside quanto meno poteva convocare un tavolo tecnico».
Riunione
in prefettura. La proposta dell'assessore Panebianco non soddisfa il
comitato genitori
«Reperite all'“Eredia”
20 spaziose aule per il “Cutelli”»
«Venti aule nuove. Moderne, senza barriere
architettoniche e spaziosissime. Due di 60 metri quadrati. Le altre di 50.
Sono a disposizione del Liceo Cutelli. Si trovano nell'edificio che ospita
l'istituto agrario «Eredia» di Barriera e hanno un ingresso autonomo. Al
momento la Provincia ha trovato questa soluzione». L'assessore provinciale
alla Pubblica istruzione, Salvo Panebianco, ha fatto la proposta ieri in
prefettura, durante il tavolo tecnico presieduto dal prefetto Anna Maria
Cancellieri. Presenti alla riunione alcuni professori dell'istituto, i
rappresentanti del comitato dei genitori, con l'avvocato Pietro Paterniti
Lavia, il responsabile del Csa (centro servizi amministrativi), Raffaele
Zanoli.
La riunione era stata indetta per trovare una soluzione definitiva alla
carenza di aule più volte denunciata dai responsabili del liceo.
Ma
ieri, nonostante la presenza del prefetto, le parti non hanno raggiunto un
accordo definitivo. «Le novità esposte dall'assessore provinciale Panebianco
sono molto deludenti. In oltre un anno di incontri l'amministrazione
provinciale non ha ancora soddisfatto le richieste dell'istituto - spiega
l'avvocato Paterniti, presidente del comitato dei genitori - Se il Cutelli
dovesse accettare la soluzione dell'«Eredia» verrebbero sempre a mancare 4-5
aule. Insomma non cambierebbe nulla rispetto a un anno fa, quando si decise,
per evitare i doppi turni, di ospitare temporaneamente alcune aule alla
«Sammartino Pardo», che tra l'altro il prossimo anno non potrà essere
destinata interamente al fabbisogno del Cutelli, come annunciato durante la
riunione dal dirigente Zanoli. Inoltre - aggiunge Paterniti - il plesso
nuovo destinato al Cutelli non possiede laboratori, sale professori, locali
per i bidelli... Questi sono spazi vitali per far funzionare una scuola».
Anche il consigliere dei ds, Giuseppe Bellomo, si ritiene non soddisfatto:
«Credo che bisognerebbe puntare alla costruzione dei nuovi licei di
Mascalucia e Tremestieri per risolvere l'annoso problema delle aule
scolastiche»
L'assessore Panebianco smussa i toni: «Stiamo cercando di tamponare con un
ampio margine di tempo le richieste dei vari istituti scolastici. Va
ricordato che queste sono discussioni che generalmente vengono affrontate da
settembre in poi. Ma noi alla Provincia vogliamo procedere per tempo alla
soluzione dei problemi. Aggiungo che se il comitato e l'istituto
accetteranno la proposta, mi impegno a continuare a cercare le altre aule
mancanti».
L'assessore ha infine esposto al prefetto la delicata situazione del Galileo
Galilei che sabato scorso è diventato il palcoscenico di una vibrata
protesta dei genitori. «Ho ribadito al prefetto che sono pronto a destinare
al liceo scientifico dieci aule dell'«Einaudi» di Picanello. Tra l'altro
sarà possibile usufruire dei laboratori e della palestra. Sui disordini dico
solo che si tratta di episodi altamente diseducativi. Non è con la forza che
si decide chi deve essere iscritto e chi no».
Anche il consiglio d'istituto del Galileo, riunitosi in seduta straordinaria
due sere fa ha condannato il comportamento irriguardoso di numerosi genitori
che hanno impedito di effettuare il sorteggio degli studenti da iscrivere
alle prime classi.
Giuseppe Bonaccorsi
LO SCIOPERO DEL 18 A CATANIA
Solo
il 16,8% ha aderito allo sciopero, e pochi sono scesi in piazza per la
manifestazione di protesta del personale scuola, del pubblico impiego
Secondo i dati forniti dal MIUR solo il 16,8% ha aderito allo sciopero della scuola: un clamoroso flop. Perchè? A Catania inoltre tra quelli che hanno aderito allo sciopero, pochi sono scesi in piazza per la manifestazione di protesta del personale scuola, del pubblico impiego e dei lavoratori dei call center «uniti» nella lotta contro il precariato. Due cortei sono partiti da piazza Dante e piazza Roma, incontrandosi in via Etnea e raggiungendo insieme piazza Università.
SCIOPERO ILLOGICO
«Uno sciopero contro la logica»
«Uno sciopero contro la logica», scrivono gli amici di Diesse dell’agitazione proclamata per venerdì 18. Certo, i problemi non mancano: «Gente che da vent’anni insegna appesa a una supplenza ha come aspirazione fondamentale, giustamente, una stabilità. Tra le norme che cambiano un giorno sì e l’altro pure, l’irrisione degli studenti, la stima sociale in caduta libera, l’unico obiettivo che sembra restare (agli insegnanti) è la rivendicazione di uno stipendio decente. Proprio per questo non riusciamo a comprendere le ragioni dello sciopero. Se vogliamo eliminare il precariato è necessario cambiare il sistema di reclutamento. Se vogliamo ridare stima e compensi adeguati agli insegnanti occorre cambiare lo stato giuridico. Più che contro il governo, sembra uno sciopero contro la logica: chiede che restino immutate le cause dei problemi che vengono denunciati. Per amore alla logica – oltre che al nostro lavoro e alla nostra professionalità, che vorremmo vedere riconosciuta e non mortificata – non scioperiamo. Sempre per amore alla logica e al nostro lavoro ci piacerebbe poter ragionare su questi temi con chiunque non viva di pregiudizi».
Sottoscriviamo e rilanciamo la sfida.
UNO SCIOPERO CONTRO LA LOGICA
Comprendiamo bene le ragioni dei precari. Gente che da dieci, quindici, vent’anni insegna appesa a una supplenza ha come aspirazione fondamentale, giustamente, una stabilità.
Comprendiamo anche le ragioni di tanti insegnanti che precari non sono: tra le norme che cambiano ogni giorno o forse mai, la disaffezione degli studenti, la stima sociale in caduta libera, l’unico obiettivo che sembra restare è la rivendicazione di uno stipendio decente.
Comprendiamo pure, in un certo senso, le ragioni dei sindacati: hanno come scopo la tutela dei lavoratori, non possono chiedere che i lavoratori diminuiscano.
Proprio per questo non riusciamo a comprendere le ragioni dello sciopero del 18 marzo.
Se vogliamo eliminare il precariato è necessario cambiare il sistema di reclutamento.
Se vogliamo ridare stima, motivazione e compensi adeguati agli insegnanti occorre cambiare lo stato giuridico, introducendo la valutazione del merito e un sistema premiante.
Se vogliamo che continuino a esserci insegnanti (i giovani non ne vogliono più sapere) dobbiamo offrire loro una professione stimolante, non un oscuro ruolo impiegatizio.
È uno sciopero politico-elettorale contro il governo - il che è legittimo; ma soprattutto è uno sciopero contro la logica, e contro gli interessi reali degli insegnanti (e degli studenti), perché chiede che restino immutate le cause dei problemi che vengono denunciati.
Per questo, per amore alla logica – oltre che al nostro lavoro e alla nostra professionalità, che vorremmo vedere riconosciuta e non mortificata – non scioperiamo.
Sempre per amore alla logica e al nostro lavoro ci piacerebbe poter ragionare su questi temi con chiunque non viva di pregiudizi.
di Justin Mc Leod
I riformisti: ma la Moratti non fa le riforme (purtroppo)
L’ala riformista della opposizione di sinistra, soprattutto quella di estrazione PCI-PDS-DS, rimprovera alla Moratti non di aver fatto ma, al contrario, di non aver fatto le riforme che pure comparivano nel programma elettorale della Casa delle Libertà, a partire dalla creazione dei due sistemi "di pari dignità" in uscita dal primo ciclo.
Un altro esempio, forse anche più clamoroso, è quello che riguarda la mancata riforma dello stato giuridico dei docenti. Secondo Giovanni Cominelli, editorialista de "il Riformista", il decreto legislativo attuativo dell’art. 5 della riforma sulla formazione e il reclutamento dei docenti "avvia solo un timidissimo cambiamento" e rinuncia alla novità più importante, la chiamata diretta da parte delle scuole autonome. Cominelli, che ha collaborato in più occasioni anche con il sottosegretario Aprea sulle tematiche dell’innovazione educativa, appare ora particolarmente deluso, e giunge a dire che "ancora una volta l’apparato ministeriale e il sindacato sono uniti nella lotta per conservare lo status quo" (intervista a "Tempi" del 10 marzo 2005).
Un’opinione sostanzialmente condivisa anche da Vittorio Campione, già responsabile scuola dei DS e segretario particolare dell’ex ministro Luigi Berlinguer, secondo il quale "essere bravi non è una colpa", ed è giusto che le scuole autonome "non solo possano ma debbano assumere direttamente il personale di cui hanno necessità nel momento che ritengono più giusto e scegliendo a tal fine le personalità con i profili professionali migliori".
Forse c’è una parte del centro-sinistra che avrebbe desiderato che il centrodestra facesse alcune operazioni ritenute necessarie, come quelle citate, in modo da liberare il futuro governo (di centro-sinistra) dall’onere di farle in prima persona? Non è casuale che a pensarla così siano i "blairiani" del "Riformista": Tony Blair non ha mai nascosto di aver un debito di riconoscenza verso Margaret Thatcher soprattutto per la sua linea di forte contestazione del "conservatorismo" dei sindacati.