Sindacati e
associazioni studentesche hanno in programma per le prossime settimane
un fitto calendario di scioperi e di iniziative di protesta contro i
tagli previsti per il settore dell'istruzione.
A metà settembre, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha
ribadito che occorre assicurare alla scuola maggiori investimenti e
incoraggiare il merito e un recente rapporto dell'Ocse ha rilevato che la spesa per
l'istruzione arriva in Italia al 9% della spesa pubblica globale, a
fronte di una media del 13,3% nei paesi "sviluppati".
Nelle scorse settimane la questione dei precari -- sono circa 230.000
quelli del settore -- ha provocato forti polemiche, e recentemente il
ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini ha detto che sarà
possibile assorbirli in sette-otto anni.
Si inseriscono in questo contesto le molte manifestazioni di protesta
previste per il mese prossimo. Si parte l'8 ottobre con la Cgil che ha
indetto uno sciopero di un'ora.
"I tagli pesantissimi a scuola, università e ricerca, il netto
peggioramento della qualità del lavoro nelle scuole non statali e la
crisi devastante della formazione professionale richiedono risposte di
lotta all'altezza dello scontro", si legge sul sito di Flc Cgil che
annuncia altre iniziative del genere fino a dicembre.
Nella stessa giornata, in cui ha
indetto uno sciopero anche Unicobas, scenderà in piazza anche la Rete
degli studenti, che ha organizzato in tutte le città del Paese una
mobilitazione nazionale contro la riforma Gelmini e il precariato: "Non
ci sarà una mobilitazione nazionale, ma stiamo organizzando iniziative
di protesta in tutte le città", ha spiegato la portavoce Sofia Sabatino
aggiungendo che la Rete è presente in una trentina di città.
Per l'università, la scorsa settimana, il ministro dell'Economia Giulio
Tremonti ha annunciato che il governo rivedrà gli stanziamenti agli
atenei nell'arco dei prossimi due mesi, aggiungendo che la nuova
dotazione sarà inserita in un decreto legge varato a dicembre.
Altre due importanti sigle sindacali
come Cisl e Uil invece hanno deciso di organizzare un'unica
manifestazione nazionale, il 9 ottobre a piazza del Popolo a Roma, in
cui confluiranno "i problemi dei diversi settori, tra cui anche la
scuola", come ha spiegato il segretario generale di Cisl Scuola,
Francesco Scrima.
Secondo le due sigle, "una politica fiscale che riduca le tasse sui
lavoratori, sui pensionati, sulle famiglie e sulle imprese può
contribuire in maniera decisiva al rilancio della domanda interna e dei
consumi, indispensabile per far tornare a crescere la nostra economia".
Il 15 ottobre sarà poi la volta
dei Cobas che hanno indetto uno sciopero generale della scuola che
riguarderà i docenti e il personale Ata che si asterranno dal lavoro
per tutta la giornata.
"Ci saranno manifestazioni territoriali in tutte le città ma non una
manifestazione nazionale e con noi manifesteranno anche gli studenti.
Abbiamo ricevuto le adesioni degli studenti di 'Senza tregua' e di
varie strutture dei precari di Campania e Sicilia", ha detto Piero
Bernocchi, portavoce nazionale di Cobas scuola che conta circa "40-
50.000 iscritti".
Gli studenti dell'Udu -- Unione degli
universitari -- hanno in programma per il 4-5-6 ottobre alcune
iniziative di protesta negli atenei ma "non sono previsti cortei", ha
messo in chiaro il coordinatore Giorgio Paterna.
Inoltre l'Udu ha in programma un
presidio davanti a Montecitorio dove tra il 10 e il 12 di ottobre la
Camera dovrebbe discutere il ddl sull'Università.(Reuters)
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