Continua
la battaglia dei ricercatori verso i tagli al comparto e il testo di
riforma già approvato al Senato e calendarizzato per il 5 ottobre alla
Camera: dopo aver approvato, l'altro ieri a Roma, una mozione
attraverso cui ha confermato di volersi attenere, in vista del nuovo
anno accademico, "soltanto a ciò che il loro statuto giuridico impone",
oggi il Cnru ha inviato una lettera aperta a studenti e genitori per
convincerli che l'università non va "bistrattata, impoverita e
dimenticata tra i denti di chi la vuole smembrare e sbranare". I
ricercatori sottolineano che "non insegneranno più e la conseguenza
sarà la riduzione dell'offerta formativa degli atenei. Molti studenti -
si legge ancora nella lettera - andando nelle segreterie non troveranno
più, probabilmente, i corsi che avrebbero voluto frequentare e dovranno
cercarseli in altre università. Le tasse di iscrizione aumenteranno, i
servizi per gli studenti si ridurranno, l'offerta formativa calerà
drasticamente in quantità e qualità. Ecco perchè interessa anche a voi
la protesta". "Evitare tutto questo - conclude il Coordinamento
nazionale ricercatori universitari - dipende in gran parte da noi che
lavoriamo nelle università, ma anche dagli studenti e dai loro
genitori: insomma, dipende da tutti gli Italiani". (Apcom)
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