DOMANI LA PROTESTA A ROMA DEI 426 DIRIGENTI SICILIANI EX CONCORSO 2004
«SÌ ALLA LEGGE SALVA-PRESIDI»
ULTIMO DISPERATO APPELLO AL MINISTRO GELMINI
PRIMA DI TORNARE (ILLEGITTIMAMENTE) A CASA
MARTEDI’ 21 SETTEMBRE - ORE 10.00 - VIALE TRASTEVERE
CATANIA - Per i 426 presidi siciliani vincitori del
corso-concorso ordinario del 2004, l’unica possibilità per non
vanificare il lavoro svolto negli ultimi tre anni e per non ripetere le
prove scritte del 14 e 15 ottobre - a causa della sentenza del Cga
Sicilia che ha accolto il ricorso di due “bocciati” - è un disegno di
legge trasversale (il cui primo firmatario è Alessandra Siragusa
del Pd) che ha già avuto lo sta bene di sette Commissioni alla Camera
ma che si è poi arenato in sede legislativa.
E’ per questo che domani, martedì 21 settembre, alle ore 10.00, in
viale Trastevere – a Roma – si svolgerà una manifestazione per
sollecitare il ministero a supportare il provvedimento bipartisan che
verrà discusso proprio martedì alla Camera e che consentirebbe ai 426
vincitori del concorso di sostenere una prova scritta sull’esperienza
maturata negli ultimi anni di servizio; agli idonei non ancora assunti,
di effettuare una prova scritta su un argomento trattato nel corso già
frequentato; e ai ricorrenti, di vedere ricorretti i vecchi compiti
dalla nuova Commissione e, in caso di superamento, di aver diritto alla
prova orale.
«Chiediamo, una volta per tutte, una risoluzione chiara e definitiva
della vicenda che ci travolge senza garanzie costituzionali – spiegano
i rappresentanti del Coordinamento regionale - e che vede contrapporsi
due linee interpretative diametralmente opposte, risultato delle
sentenze contrastanti del Consiglio di Stato e del Cga Sicilia.
Chiediamo un provvedimento legislativo che tenga conto degli interessi
delle diverse parti coinvolte nella vicenda, senza danneggiare la
scuola siciliana e coloro che hanno affrontato e superato un concorso,
esercitando l'incarico di dirigente scolastico per tre anni».
La difesa del diritto allo studio e la stabilità del sistema scolastico
regionale sono da sempre i punti fermi della “battaglia” del
Coordinamento dei presidi: «Domani avremo l’ultima possibilità –
concludono i dirigenti – per risolvere lo stato di precarietà e
delegittimazione in cui ci troviamo ad operare».
TUTTO EBBE INIZIO NEL 2006… (L’ITER DELLA VICENDA)
Gli aspiranti presidi sostengono le prime prove del concorso (bandito
nel 2004) a gennaio del 2006 e le graduatorie vengono pubblicate nel
luglio successivo. Due candidati “bocciati” decidono di rivolgersi al
Tar Sicilia lamentando alcune violazioni della commissione esaminatrice
nella composizione e valutazione delle prove. Il Tar accetta il
ricorso, dispone la ripetizione degli scritti per i ricorrenti che,
anche questa volta, non superano l’esame. I due professori non si
arrendono, anzi, chiedono l'annullamento di tutte le prove. Il Tar a
questo punto si esprime definitivamente: “Il concorso è valido”. I
ricorrenti, così, decidono di cambiare strada e di rivolgersi con
appello al Consiglio di Giu-stizia Amministrativa della Regione Sicilia.
Il Cga accoglie il ricorso e ribalta la situazione: “I candidati
siciliani non sono stati giudicati in base ai criteri stabiliti dal
Ministero della Pubblica Istruzione”.
Le due sottocommissioni erano presiedute da un unico presidente che,
privo del dono dell'ubiquità, non poteva materialmente partecipare alle
operazioni di entrambe, limitando a due il numero degli esaminatori. Lo
stesso Ministero imponeva che il nucleo di valutazione fosse invece
composto da tre persone. Il difetto eccepito nel concorso si traduce in
una “violazione dei principi generali che presiedono allo svolgimento
dei pubblici concorsi. Eccesso di potere per difetto assoluto di
istruttoria, per sviamento e per palese ingiustizia”.
Nel 2007 il caso viene raccolto e amplificato dalla trasmissione “Mi
manda Rai 3”: il ministero, allora guidato da Fioroni, avvia
un'ispezione interna, ma non scatta nessun provvedimento. Il 1°
settembre 2007 i presidi vengono assegnati alle sedi vacanti. Il 21
ottobre dello stesso anno diversi parlamentari presentano un
emendamento “salva presidi” da inserire nel decreto legge “salva
precari”. L’obiettivo è quello di salvare "le posizioni giuridiche dei
vincitori di procedure concorsuali che vengono annullate dopo la loro
immissione in servizio”.
Il 24 novembre il decreto viene convertito nella legge167/2009: il
Presidente della Repubblica Napolitano firma il decreto manifestando
però perplessità proprio sul comma “salva presidi”, perché ritenuto
contrario a una sentenza di annullamento. Il Governo fa marcia indietro
e il 27 novembre approva un nuovo decreto legge che abroga l'art. 1
comma 4 della legge 167/2009 "al fine di conformare il dettato
normativo a pronunce della magistratu-ra amministrativa successivamente
intervenute“.
I presidi adesso vivono nel limbo. Non hanno idea di come si svilupperà
la vicenda, con l'aggravante che tutti gli atti da loro posti in essere
durante questi anni sono impugnabili: esami di stato, diplomi, bandi di
gara, immissione in ruolo, domande di pensionamento. Domani l’ultima
chance per non tornare a casa. Per non lasciare in tronco il
difficoltoso lavoro svolto in un momento di cambiamento. Consapevoli
che il loro futuro e quello della scuola siciliana è fortemente
compromesso.
20 settembre 2010