ORARI
RIDOTTI nella prima settimana a causa delle cattedre fantasma. Docenti
di sostegno che mancano all'appello. Elenchi delle disponibilità di
posti imprecisi e incompleti. Oltre un migliaio di posti assegnati non
ancora coperti dai docenti, o per ragioni burocratiche o perché nel
frattempo sono stati nominati da altri provveditorati regionali. «Tutti
gli organici saranno pronti per l'inizio delle lezioni», aveva promesso
il direttore scolastico regionale, Giuseppe Colosio. Ma a Milano molte
scuole aspettano ancora due o più cattedre. All'Istituto professionale
Cavalieri, in via Olona e nella succursale di Famagosta, la prima
settimana prevede solo 4 ore al giorno. Ai licei Einstein e Marconi
mancano due docenti. Così anche al nuovo liceo musicale al Tenca.
All'Ipsia Carlo Porta mancano ancora due cattedre, all'Itis Galieli un
docente di sostegno, così come all'Itis Feltrinelli e all'Itc
Sraffa-Luxembourg. In provincia non va meglio. Solo due cattedre
assegnate finora per 30 studenti disabili all'Ipsia Meroni di Lissone,
solo una all'Itc Gandhi di Desano Brianza. E la lista si può allungare
con l'ora alternativa alla religione. Nelle medie mancano docenti per
gli alunni che dovesse scegliere di non frequentare la materia. Intanto
i precari continuano il loro presidio davanti al provveditorato e oggi
alle 16 consegneranno un elenco di posti disponibili ma non per gli
elenchi delle scuole polo in cui venivano assegnati gli incarichi.
«Abbiamo telefonato alle scuole, chiesto ai colleghi, monitorato i
nostri istituti rivela Miriam del Movimento scuola precaria e sono
saltate fuori tante cattedre. Qui si andrà ben oltre il 13 settembre
con le nomine». A TUTTO QUESTO si aggiungono i tagli ormai resi
pubblici. Di fronte a un aumento di 6.161 studenti nelle scuole statali
milanesi (totale: 433.364), sono diminuiti i docenti: 731 quelli di
ruolo in meno. I sindacati sono in fermento. La Flc-Cgil, la Cisl e la
Uil chiedono un incontro urgente con Colosio. «Ora sarà un gioco al
massacro spiega Attilio Paparazzo, segretario provinciale perché le
nomine passano ai presidi ma con le disponibilità ancora incerte e i
presidi che scorreranno gli elenchi indipendentemente l'uno dall'altro
si rischia solo confusione. E a rimetterci saranno i precari». Il
sindacato Iuniscuola invece pretende «un commissario ad acta per il
provveditorato in modo da garantire la trasparenza delle operazioni».
(di luca salvi milano Il Giorno)
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