Sono un Assistente Amministrativo precario inserito nella graduatoria
permanente personale ATA di Catania.
Quella che sto inviando non è solo una richiesta di aiuto
ma anche un grido di rabbia per denunciare quello che accade
nell’Ufficio Scolastico Provinciale di Catania, in particolare
nell’Ufficio Personale ATA.
La vicenda, per quanto di mia conoscenza, ha inizio nell’aprile 2010,
quando la stampa da notizia di casi di truffa per dichiarazioni mendaci
rilasciate da taluni candidati al momento della domanda di
partecipazione al concorso a titoli per incarichi e supplenze che dà
origine alla graduatoria provinciale permanente Personale ATA. I fatti
risalgono all’anno 2007 ma solo nel 2010 sono stati oggetto di indagine.
A seguito degli accertamenti condotti dalla Guardia di Finanza si
giunge all’emissione di diciotto decreti penali di condanna relativi
rispettivamente a due candidati assunti a tempo indeterminato e a
sedici a tempo determinato. Gli interessati si sono opposti a
questi provvedimenti e tutt’ora vi è un procedimento penale pendente.
Nelle more della definizione del procedimento penale l’Ufficio
Scolastico Provinciale ha adottato diversi provvedimenti operando
continui capovolgimenti di fronte, da cui si potrebbe sospettare la
volontà di non voler adottare reali provvedimenti di esclusione
dalla procedura concorsuale di cui in oggetto e il tentativo, peraltro
ben riuscito, di ingenerare confusione in chi, come me, ha tutto il
diritto ad ottenere risposte certe e immediate.
Nell’emanazione della graduatoria provinciale provvisoria, in data
12/07/2010, l’USP di Catania opera una decurtazione di un “certo”
punteggio (sanzione questa non prevista in nessuna norma che regola la
procedura concorsuale di riferimento); già con questa operazione
evidenza la concretezza degli illeciti addebitati a questi candidati,
ma sorvola sul dettato legislativo che impone come unica sanzione
il licenziamento. Questa, difatti, è la sanzione che lo stesso Ufficio
Scolastico Regionale prospetta debba concludere il procedimento
disciplinare intrapreso. A ben vedere, però non si tratta di
intraprendere o meno un procedimento disciplinare dato che i fatti
contestati non si riferiscono al comportamento di questi pubblici
dipendenti nell’espletamento delle loro mansioni, ma afferiscono alla
corretta instaurazione del rapporto di lavoro, cioè alla presenza dei
requisiti richiesti dalla legge per poter partecipare al concorso.
La graduatoria definitiva emanata in data 11/08/2010 rivede i candidati
con il punteggio reintegrato. Naturalmente al momento del conferimento
degli incarichi a tempo indeterminato e determinato, il 27/08/2010,
questi candidati concorrono come se nulla fosse accaduto, non vengono
nemmeno sospesi in via cautelare per tutelare, magari e più
opportunamente, gli aspiranti che invece rimangono esclusi dalla
possibilità di ricoprire i pochissimi posti di lavoro disponibili.
Relativamente agli incarichi a tempo indeterminato l’USP ne conferisce
uno con riserva nel massimo della riservatezza. Pochi giorni dopo vengo
a conoscenza che è stato adottato un provvedimento di revoca
dell’incarico conferito con riserva, nei confronti proprio di uno dei
candidati oggetto dell’indagine di cui sopra. Sicura dell’imminenza di
un provvedimento di esclusione dalla graduatoria, rimango per
l’ennesima volta delusa nell’apprendere che sarebbero stati nuovamente
decurtati dei punti in graduatoria (questa volta una cifra diversa
dalla decurtazione operata nella graduatoria provvisoria).
Voglio sottolineare che durante le diverse fasi di questa vicenda sono
stata, insieme ad un gruppo di colleghi, rappresentata dai legali di
un’associazione dei consumatori di Catania.
Nonostante le diverse istanze di agli atti inoltrate
all’USP di Catania (la prima delle quali presentata in data 17/08/2010
e ricevuta solo a seguito dell’intervento delle forze dell’ordine),
tutt’ora l’Ufficio Scolastico non ha consegnato le copie richieste e in
queste condizioni è stato arduo, per i nostri legali, rappresentare i
nostri interessi in sede di ricorso al TAR, la cui udienza si è tenuta
in data 8/09/2010 e di cui siamo in attesa di conoscere l’esito. A tal
proposito mi sento di sottolineare che gli interessi cui mi riferisco
dovrebbero coincidere con quelli portati avanti dallo stesso Ufficio
Scolastico Provinciale e, da altri Uffici della Pubblica
Amministrazione: si tratta nell’immediato di verificare le eventuali
responsabilità personali dei candidati oggetto di indagine e di
assumere i conseguenziali provvedimenti sanzionatori previsti dalla
legge (semplice no?); ma prioritariamente si dovrebbe perseguire
l’interesse a garanzia dell’efficienza e imparzialità dell’azione
amministrativa, quindi le eventuali responsabilità, per azioni od
omissioni, delle Amministrazioni Scolastiche coinvolte.
Il quadro attuale sembra questo:
il silenzio delle organizzazioni sindacali che non riescono
evidentemente a schierarsi apertamente dal lato della legalità (o
almeno fino ad ora non lo hanno fatto);
l’adozione di provvedimenti sanzionatori che, in quanto non previsti
dalla legge, sembrano improntati al principio della imprevedibilità e
non della certezza delle sanzioni;
la sensazione che sia più facile rimbalzare le rispettive
responsabilità dall’USP di Catania all’USR di Palermo (ANDATA E
RITORNO), con un ulteriore passaggio della palla al giudice del
procedimento penale, scaricando ulteriormente la responsabilità in
attesa che il procedimento penale si definisca ovvero, con maggiori
probabilità, che si prescriva;
insomma il caos totale.
Nel frattempo, grazie alla politica dei tagli io rimango senza lavoro,
ma questo è un problema solo mio e di pochi altri che, come me,
evidentemente non hanno gli agganci giusti; la cosa importante è non
compromettere il posto di lavoro, conferito a tempo indeterminato o
determinato a persone che, presumibilmente, hanno commesso degli
illeciti.
Naturalmente non sta a me entrare nel merito, anche perché
considerato il riserbo fittissimo con cui l’USP di Catania tratta la
vicenda continuando a limitare il diritto di accesso agli atti, posso
solo operare di fantasia. Sembrerebbe che le false dichiarazioni
riguardano servizi prestati in scuole non statali. Si potrebbe
pensare, inoltre, che se l'indagine effettuata ha riguardato i soli
inserimenti in graduatoria del 2007 e ha riscontrato un incidenza
statistica molto elevata di presunti illeciti, un ampliamento
degli accertamenti agli altri anni di inserimento sarebbe quanto meno
opportuno.
Quello che posso fare è rivolgere un appello alle Istituzioni
sollecitandole a intervenire per garantire che ogni P.A. adotti i
provvedimenti di competenza, e che vi sia la massima trasparenza al
riguardo.
Vorrei coinvolgere anche i mezzi di comunicazione per evitare che si
taccia su quanto si è verificato e soprattutto su quello che dovrà
verificarsi; quando sono coinvolti interessi pubblici il tentativo di
mantenere certe situazioni “top secret” può ingenerare il sospetto che
vi siano coinvolti interessi privati di notevole entità.
RingraziandoVi fin d’ora per l’attenzione e confidando nella fattiva
collaborazione che richiede la vicenda si porgono distinti saluti.
Maria Rapisarda mariact72@libero.it
Mi riservo, se richiesto e a fronte di effettivo interesse, di fornire
copie degli atti inoltrati:
RECLAMO AVVERSO GRAD. PROVVISORIA PRESENTATA ALL’USP DI CT E USR PER LA
SICILIA;
DIFFIDA PRESENTATA ALL’USP DI CT, ALL’USR PER LA SICILIA E AL MIUR;
ISTANZE DI ACCESSO AGLI ATTI PRESENTATE ALL’USP DI CT;
RICORSO AL TAR DI CATANIA.