Poteva fermarsi alla
sottovalutazione bonaria dei simboli leghisti nella scuola di Adro,
comunque fatto grave per un ministro. Gelmini
ha voluto strafare, denotando protervia culturale e voglia di rivincite
antiche quando ha detto che il pericolo vero sono i simboli di sinistra
nelle scuole. Sono progressista di formazione, di sinistra ma
senza illusioni, scarsamente ideologico, socialdemocratico dentro il
Pci.Mami avrebbe molto seccato, fortemente contrariato trovare nelle
scuole dei miei figli «simboli di sinistra », così come le pennellate
celtiche di Adro, anche di più. Passo in rivista più e più volte quello
che vedo entrando in una scuola (perché non si può essere sempre contro
per principio), ma ho grandi difficoltà ad accogliere la preoccupazione
del ministro. Il crocefisso? No. La foto del Presidente della
Repubblica? No, non poteva parlare di quella. I presidi con la porta
aperta, a volte? Certo potrebbero generare sospetti, ma di sinistra è
un po’ più forte, direi. Bidelli (personale Ata, sì) senza divisa?
Certo, qualche decennio fa le avevano, a volte azzurre, a volte nere,
ma adesso i soldi non ci sono nemmeno per quelle. No, passiamo oltre. O
forse che siano di sinistra i banchi rotti, i muri scrostati, i bagni
non puliti, le palestre senza l’agibilità, la mancanza della carta
igienica, le serrande rotte, le porte che non si chiudono e che nessuno
aggiusta? Potrebbero, forse, come conseguenza di un modo rivoluzionario
di stare a scuola dei ragazzi, al pari della gelatina sui capelli, dei
pantaloni portati più bassi delle mutande, dell’orecchino, del
piercing, della capacità a volte di fare domande intelligenti... Ecco,
forse ci sto arrivando. Se uno studente sa parlare, pensare, studiare,
educato come cittadino consapevole, forse è questo il punto, il
problema. Se la scuola Gelmini è di destra, perché la riforma delle
superiori tagliando il sapere sta affievolendo i presupposti
dell’Istruzione costituzionale, la scuola pubblica, laica, nata per
formare, includere, consentire l’ascensore sociale, garantire
l’attuazione del principio di eguaglianza è di sinistra. La scuola, è
di sinistra! Allora, il punto è questo. Avere libri non orientati,
insegnanti capaci di destare lo spirito critico, scrivere, formarsi
un’opinione libera, non aderire a schemi precostituiti, esercitare
obiezione di coscienza grazie ad una approfondita conoscenza delle
cose. Tutto questo è di sinistra, forse? Se è così, rivendichiamo che
questa sia la scuola, pubblica, e anche non pubblica. Quello che
Gelmini e il governo di cui fa parte stanno aspramente combattendo da
due anni con geometrica potenza.(Fabio
Luppino da Unità)
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