Il nuovo anno
scolastico è iniziato in un clima di forti tensioni. Tra la riforma
delle superiori che parte, e i tanti che denunciano come la riduzione
di orari e corsi impoverirà l'offerta formativa; e le carenze di
organico, lamentate da presidi, insegnanti e studenti. Molte le
proteste, come quelle dei precari che hanno manifestato presso lo
stretto di Messina per chiedere che i soldi del ponte siano investiti
sulla scuola. Un segnale di
distensione dal governo potrebbe giungere oggi, con la firma del
decreto che allarga il cosiddetto salvaprecari. Per effetto dei
tagli al personale imposti dal piano triennale del decreto legge
112/2008, saranno circa 2 mila i
supplenti che quest'anno perderanno il contratto, secondo stime
ministeriali; 20 mila secondo rilevazioni sindacali. Questi
lavoratori a spasso, «licenziati dal sistema senza nessun tavolo con i
sindacati», denuncia Mimmo Pantaleo, leader della Flc-Cgil, ad oggi non
possono accedere neanche alle liste prioritarie per le supplenze brevi
e per i corsi cofinanziati dalle regioni. La legge infatti impone che
il requisito della perdita del posto di lavoro si sia verificato nel
2008-2009. Almeno questa l'interpretazione data dallo stesso ministero
e su cui però, complice anche il clima surriscaldato, ora ha deciso di
cambiare rotta. Secondo quanto
risulta a ItaliaOggi è infatti in arrivo un decreto, a firma del
ministero dell'istruzione, Mariastella Gelmini, che estende la coperta:
nelle graduatorie prioritarie potranno iscriversi anche i docenti che
nel 2009-2010 hanno lavorato con un contratto a tempo determinato di
durata annuale o sino al termine delle attività didattiche oppure
attraverso graduatorie d'istituto per una supplenza di almeno 180
giorni in un'unica scuola. E che quest'anno, causa tagli delle
cattedre, hanno perso il posto. L'ingresso nella lista darà
diritto alla priorità nelle eventuali future supplenze e nei contratti
per i corsi organizzati dalle regioni a sostegno dell'istruzione. Il
decreto, con i relativi moduli, dovrebbe essere ufficializzato già oggi
e da domani, fino al 30 settembre, dovrebbero esser presentate le
domande. Presso la scuola in cui si è prestato l'ultimo servizio.
Intanto, si sta profilando però il problema che le intese già
sottoscritte con le regioni di durata pluriennale, perché siano
operative, debbano essere rinnovate: non prevedono la copertura per la
platea dei nuovi licenziati. «Non ricordo un avvio d'anno senza
proteste», ha commentato il ministro, «dopo di che voglio sottolineare
che quest'anno la scuola, con la riforma, mette al centro gli studenti
e non gli interessi corporativi», ha liquidato la Gelmini. «Purtroppo
non si è dato ascolto nemmeno alla ragionevole richiesta di legare di
più la scansione dei tagli al numero dei pensionamenti, per contenere
al minimo la perdita di posti di lavoro da parte dei precari», accusa
Francesco Scrima, segretario della Cisl scuola. Che rilancia: «Va
completamente ripensato il sistema di reclutamento. Ampliando anche gli
spazi occupazionali, al di là di quello prettamente scolastico, se
vogliamo dare un risposta effettiva al precariato della scuola, lontano
da logiche demagogiche»
(da ItaliaOggi)
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