Insegnanti di ruolo, precari e studenti: si è allargata la base della
protesta «in difesa della scuola pubblica» in atto a Roma.
La pioggia non ha fermato il sit in davanti Montecitorio che chiedeva
attenzione alla politica nel giorno in cui sono ripresi i lavori
parlamentari. Il risultato è stata una «piattaforma» con le richieste
in quattro punti da girare al governo:
ritiro della legge 133 e del decreto salva-precari, rifinanziamento del
sistema dell'istruzione pubblica e assunzioni nei posti vacanti.
E un calendario: un sit in il 13 in occasione del primo giorno di
scuola in molte Regioni, prima in viale Trastevere poi al ministero
dell'Economia, e una nuova manifestazione il 26 settembre.
C'è poi chi pensa a forme di protesta estreme come bloccare lo Stretto
di Messina domenica 12:
«Ci sono già dei pullman pronti» - ha annunciato un manifestante - e
1.500 persone, hanno fatto sapere il comitato di precari siciliani.
Il «passaparola» girato in occasione delle nomine negli istituti ha
portato davanti alla Camera più gente che non la chiamata di sindacati
e movimenti: chi il posto di lavoro ce l'ha, ma teme di essere di
essere in soprannumero «per l'accorpamento delle classi e la riduzione
delle ore di alcune materie», come una giovane insegnante di lettere
del liceo Mamiani di Roma; chi studia ancora con l'intenzione di fare
l'insegnante, come alcuni studenti di Filosofia della Sapienza.
Non dovevano esserci, invece, le bandiere sindacali o dei movimenti, ma
qualcuna è spuntata: quelle del Popolo Viola, che ha «adottato» la
protesta, del Movimento di Beppe Grillo, oltre a quelle dei sindacati
di base.
È da queste frange che si sono alzate le voci di contestazioni al
capogruppo alla Camera del Pd, Dario Franceschini, giunto al sit in con
una delegazione di parlamentari.
Qualche fischio e le richieste di dimostrare l'impegno coi fatti, cui
l'ex segretario ha replicato dicendo che «hanno molta ragione ad essere
arrabbiati, ma ci sono gli atti delle Camere che parlano».
I promotori della protesta si sono dissociati dalle contestazioni,
ritenendo «benvenuti tutti quelli che difendono la scuola».
Benvenuto è stato anche Antonio Di Pietro, che si è fermato a lungo
parlando con i manifestanti. Il leader Idv chiede che «l'ultimo atto
del governo sia di dare dignità alla scuola, mettere in regola i
precari e ridare quegli 8 miliardi di euro che si è fregato».
In Toscana si annunciano per il 15 settembre assemblee in tutte le
scuole per contestare i tagli.
E a Nuoro sono anche gli enti locali a protestare: è sciopero bianco
come proposto dal presidente della Provincia.
Intanto, un piccolo risultato i precari che a Palermo protestano da tre
settimane, l'hanno ottenuto:
il ministero - ha annunciato la Cisl - ha autorizzato 40 posti di
assistente tecnico nelle scuole della provincia.
La Sicilia del 9 settembre 2010