A proclamarli Sisa e Anief: il Miur
stabilizzi i 130mila precari
Mentre i
precari continuano a protestare per le migliaia di mancate conferme dei
contratti, i sindacati cominciano a passare dalle parole ai fatti.
Almeno quelli più piccoli e costituiti da poco tempo: dopo lo sciopero
deciso alcuni giorni fa dal Sisa, Sindacato indipendente ambiente e
scuola proclamato per il 27 settembre, in queste ore è giunta notizia
che anche l'Anief, l'organizzazione che tutela in particolare gli
specializzati tramite le Ssis universitarie, ha deciso di proclamare
una giornata di astensione dal lavoro per il prossimo 3 novembre.
"L'Anief - spiega il presidente Marcello Pacifico - tra la questioni
poste al Miur ha chiesto invano, anche di stabilizzare quei 130.000
precari che da più di tre anni assicurano la continuità didattica per
10 o 12 mesi e non per un solo giorno, come ha dichiarato ministro in
settimana. Senza di loro la scuola non andrebbe avanti, ma non si può
ledere il loro diritto all'immissione in ruolo previsto dalla normativa
nazionale e comunitaria". Secondo il sindacato - che nel passato anno
scolastico ha chiesto e ottenuto dal Tar il rifacimento delle
graduatorie ad esaurimento dei docenti per ricollocare quelli che
avevano chiesto altre province non in 'coda' ma a 'pettine - l'assenza
di risposte del ministero merita una mobilitazione di massa. "Basti
pensare - sostiene Pacifico - che per il concorso a preside si coprono
tutti i posti disponibili mentre per docenti e Ata si lasciano i posti
in supplenza. Con i tagli poi e l'innalzamento dell'età pensionabile
delle donne, il turn over sarà ulteriormente ritardato. Questa
situazione è intollerabile e lede la dignità della categoria. Anche per
questo l'Anief ha deciso di proclamare una giornata di sciopero per
l'intera giornata del 3 novembre riservata al personale docente e Ata a
tempo determinato e indeterminato". Ad allarmare il sindacalista è il
fatto che i tagli al personale vengono 'pagati' quasi sempre "dalle
nuove generazioni di insegnanti che non riescono ad entrare in nessun
sistema di reclutamento e da tutti i precari che perderanno il proprio
posto di lavoro implicando anche l'innalzamento dell'età media degli
insegnanti italiani che è la più alta al modo. Questo comporta - ha
concluso il leader Anief - un ulteriore gap generazionale che
didatticamente comporta ulteriori problemi". Nei prossimi giorni
dovrebbero potrebbero prendere decisioni analoghe anche i sindacati
maggiori: con l'avvio del nuovo anno Flc-Cgil e Gilda hanno già indetto
lo stato di mobilitazione, mentre la Cisl ha annunciato, tramite il
leader Raffaele Bonanni, che "ad ottobre si svolgerà una grande
mobilitazione della scuola".
(Apcom)
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