Va avanti e
non molla. Anzi, più convinto che mai è deciso quando dice che il suo
pensiero non lo cambia perché glielo dicono gli altri. Giuseppe Mainetti risponde cortese
alle domande ma promette che lui a far polemica, non ci sta. Il vicesindaco di Ponteranica, un paese di
7000 abitanti in provincia di Bergamo, rompe il silenzio su
Tgcom per chiarire la sua posizione sulla proposta di legge del Pdl che
giace in Parlamento da marzo e che chiedeva l’affissione dell’Inno di
Mameli nelle scuole di primo e secondo grado.
”Io non mi sento italiano, ma
purtroppo lo sono”. E’ con questa citazione di Gaber che
Mainetti ha sbottato durante l’infuocato consiglio comunale del 31
agosto, stanco della burocrazia italiana e dello sperpero dei soldi
pubblici. Lui dell'affissione dell'inno nelle scuole non ne vuole
sentire parlare. Ci spiega perché. Assessore, perché ha sbarrato la
strada all'inno nazionale nelle classi delle scuole di
Ponteranica?
E’ semplice. Questa legge graverebbe sulle finanze dello stato
per un milione di euro nel 2011. Visto i problemi che tutti i
comuni hanno mi sembra un po' una presa per i fondelli tutto questo.
Anche perché le scuole hanno una propria autonomia e già nel comune di
Ponteranica si insegna ai ragazzini a suonare col flauto l’inno di
Mameli. Mia figlia l’ha imparato a scuola e io stesso l’ho imparato col
flauto quando andavo a scuola. Non c'è bisogno di una legge nazionale
perchè l'inno è come la bandiera, lo devi sentire tuo.
Gheddafi "vede" l'Europa musulmana, come dobbiamo difendere le
nostre radici?
Se le nostre radici hanno una base solida non c'è bisogno di una legge
nazionale che ci indichi come difenderle. Io per esempio mi sento
cittadino di Ponteranica perché ha una storia, è vissuta qui la mia
famiglia e conosco tutto il mio paese. Lavoro per il mio paese e anche
nelle associazioni di volontariato do per quanto posso. Quale sarà la
prossima legge? Obbligare i giocatori e gli atleti a cantare l’inno per
legge? E' assurdo stiamo burocratizzando troppo questo stato. Noi
a Ponteranica non abbiamo i soldi per tappare le buche nelll’asfalto
delle strade, figuriamoci sentir parlare di una legge che fa spendere
un milione di euro per questo.
Ha mai cantato l’inno di Mameli con sua figlia?
Non l’ho mai cantato ma lo suono perché suono nella banda locale e
quando c’è la festa del paese lo suono, quando c'è la adunata degli
alpini lo suono.
In quel momento si sente italiano?
Quando rappresento il sindaco, perché sono vice sindaco, vado con la
mia fascia tricolore e non è che mi viene l’orticaria a metterla.
Quando ha un carattere istituzionale io sono un uomo istituzionale, ma
nel mio penso come voglio io.
Cosa le hanno detto i suoi concittadini?
Tutti mi conoscono, tanti mi hanno detto vai avanti così, “mola meja“
(ndr "non mollare")! Ho un brutto carattere io dico sempre la verità e
a volte in politica non paga. Però io sto bene così, perché so che ho
fatto il mio dovere. Questa polemica è stata creata, ma per fare
polemica bisogna essere in due persone e da parte mia non c'è nessuna
polemica.
Cinzia Petito
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