L'USP
di Catania annuncia 32 posti in meno
i precari Ata bloccano le nomine
Interviene la polizia e si riprende.
Sembra una bolgia infernale. Centinaia di precari Ata stipati nell'aula
magna dell'«Enrico Fermi», in attesa di conoscere il loro destino. C'è
un caldo atroce che stronca la volontà di aspettare. Tutti hanno in
mano il foglio delle disponibilità che usano come ventaglio e la
graduatoria da spuntare: numeri e luoghi poco comprensibili a chi non è
del settore. E' successo ieri pomeriggio alla prima convocazione
ufficiale per le immissioni in ruolo e per le nomine a tempo
determinato del personale Ata.
Nel corso della mattinata, tutto fila liscio: le immissioni in ruolo si
svolgono con regolarità. Nel pomeriggio, invece, come un fulmine a ciel
sereno Maria Currieri, la delegata dell'Usp per il settore Ata,
annuncia che, a seguito di una Circolare ministeriale del 25 agosto
scorso, 32 dei posti disponibili per i contratti a tempo determinato
(in totale 156) verranno "congelati" in attesa del pronunciamento del
Tar Lazio sulla mobilità professionale del personale Ata, atteso per il
29 settembre prossimo.
E all'improvviso la folla si scatena. La gente si alza in piedi e
comincia a inveire contro il Ministro, contro i delegati dell'Usp,
contro i sindacalisti presenti. I fogli, prima ventagli, diventano
prolungamenti di dita inquisitorie che puntano contro l'illegittimità
di quanto dichiarato dall'Usp. Una vera e propria sommossa popolare.
«Ci state prendendo tutti in giro», si sente dal fondo dell'aula. «E'
una vergogna!», tuona qualcun altro da un'area non meglio identificata.
Basta poco e le pratiche per le nomine del tempo determinato vengono
bloccate e interviene la polizia.
Non si contesta solo la circolare ministeriale caduta come ulteriore
ascia sul già esiguo numero di disponibilità, ma anche la correttezza
del calcolo percentuale e il fatto che l'immissione di questo personale
in mobilità dovesse avvenire su due annualità e non solo nel 2010. La
circolare (1072/10) obbliga gli Usp a non coprire questi posti
«accantonati con supplenze annuali, ma con incarichi fino all'avente
diritto». «In pratica - spiega una signora che preferisce rimanere
anonima - intanto ci assumono per fare aprire le scuole, poi quando il
Tar deciderà sul concorso, manderanno a casa 32 persone, sostituendole.
Che schifo!».
La proposta dei precari sarebbe semplice da mettere in atto: aspettare
di conoscere la reale disponibilità e quindi procedere alle
assegnazioni, la stessa idea proposta anche dall'Orsa (Organizzazione
sindacati autonomi e di base - scuola e università) che si è dichiarato
disponibile a tutelare i lavoratori Ata in eventuali azioni legali.
Questo consentirebbe di non aggravare la situazione del personale
precario, di riconoscere il diritto alla continuità lavorativa e di
completare l'iter del concorso per la mobilità con il cambio di profilo
professionale previsto. Quando però Maria Currieri annuncia prima due
proposte e poi, vista l'impossibilità di procedere con i lavori
"minaccia" di sospendere le chiamate, la categoria si spezza e chi sa
già di essere dentro quei 124 posti realmente disponibili non vuole
rinunciare alla nomina. E così la procedura riprende e si conclude come
da copione.
I Coordinamenti «Precari scuola» e «In difesa della scuola pubblica» lo
avevano annunciato: «Saranno giorni caldi per la nostra protesta». La
speranza comune è che non si riduca a una lotta intestina che non giova
a nessuno.
Carla Condorelli
La Sicilia del 28 agosto 2010