Gentile Ministro,
non una parola è stata da lei rivolta alle nostre persone da quando
abbiamo iniziato lo sciopero della fame. Inoltre come una doccia fredda
sono arrivate le affermazioni del deputato Stracquadanio che ci ha
accusato di essere millantatori politicizzati. Noi lottiamo per una
idea di scuola; la sua può essere diversa, ma vorremmo comunque che ce
la esplicitasse, che ci raccontasse, che su di essa potessimo
confrontarci. Vorremmo che ci spiegasse, e che ci convincesse, che
togliendo otto miliardi alla scuola se ne può costruire una migliore.
Che ci argomentasse come una “riforma” tutta fondata su tagli di
risorse e posti di lavoro, possa avere una valenza pedagogica.Le
chiediamo solo questo Ministro: un confronto pubblico, perché ognuno
possa esporre le proprie argomentazioni, senza paura delle ragioni
dell’altro.Noi non temiamo un contraddittorio, e non amiamo i
comunicati dove nessuno può obiettare.Se accetterà il confronto noi
interromperemo immediatamente lo sciopero della fame.
Approfitti di questa occasione per dimostrare agli italiani che la sua
non è solo la riforma degli slogan e dei tagli, ma che è stata
costruita su ragioni pedagogiche.
A prescindere della decisione d’incontrarci la preghiamo almeno di
rispondere a questa domanda: cosa ne pensa del presidente degli USA
che, nonostante la crisi, decide di stabilizzare 300.000 insegnanti
dicendo, “non si licenzia chi educa i nostri figli”?
Giacomo Russo
Caterina Altamore