Per le scuole, è già
tempo di proteste. Sono tre (su 119) i dirigenti scolastici che in
provincia di Bologna (a Vado, Monterenzio e Crespellano) hanno
dichiarato di non essere disposti ad aprire i portoni dei loro
istituti, data la mancanza di fondi e di personale.
La notizia del «boicottaggio» viene data dai sindacati, che denunciano
ancora una volta la situazione al limite della scuola bolognese. «Il
direttore dell’Ufficio scolastico regionale, Marcello Limina-
sottolinea il numero uno della Flc-Cgil di Bologna, Sandra Soster- si
era impegnato a rispondere alle situazioni più di emergenza per quanto
riguarda il personale Ata. Al momento sono tre i presidi che hanno
dichiarato di non essere disposti ad aprire il loro istituto per
l’inizio dell’anno scolastico viste le poche risorse a loro assegnate».
Il problema appunto non riguarda solo la carenza ormai cronica di
fondi, ma anche il forte taglio che ha subito il personale
tecnico-amministrativo. In alcuni istituti comprensivi, fanno notare i
sindacati, in particolare quelli di montagna con molti plessi, si fa
fatica addirittura a garantire la presenza di due collaboratori
scolastici, uno al mattino e uno al pomeriggio.
A questa situazione, poi, si aggiunge la consueta mancanza di cattedre
in ogni ordine e grado di scuola. Alle scuole dell’infanzia l’organico
è rimasto inalterato rispetto all’anno scorso. Continuano però a
mancare 19 sezioni di materna, afferma Patrizia Prati della Cisl
scuola, per un totale di 628 bambini che rimarranno fuori dalla scuola.
Le realtà più in emergenza sono Anzola, Argelato, Budrio S.Giovanni in
Persiceto e Zola Predosa. E pensare che già l’anno scorso «abbiamo
perso per strada oltre 500 bambini», sottolinea Prati, che non hanno
potuto iscriversi alle materne per mancanza di sezioni. Alle elementari
invece permane il problema del tempo pieno e degli insegnanti di
inglese che mancano, mentre alle medie si è riusciti a sdoppiare 18
classi, coperte con otto degli 11 posti in più messi a disposizione dal
ministero e con ore eccedenti ricavate dallo spezzettamento delle
cattedre. Per motivi di sicurezza, però, avvertono i sindacati,
andrebbero sdoppiate almeno altre 25-30 classi. Alle superiori, invece,
in un primo momento sono stati sovrastimati gli alunni, anche a causa
delle pre-iscrizioni che vengono fatte in più istituti. E così il
prossimo anno scolastico ci saranno 500 alunni in meno del previsto: di
conseguenza sono 18 le classi in meno e 42 le cattedre da cancellare.
(da Corriere/Bologna)
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