La prima
ondata di precari della scuola si è riversata nell'ufficio scolastico
provinciale. La carica dei collaboratori scolastici (oltre duecento
ieri mattina) ha bussato alla porta del dirigente Troccoli. Nel mirino
i "tagli" agli organici. La disperazione corre su un filo sottilissimo
che rischia di spezzarsi da un momento all'altro. «Non vogliamo i soldi
del decreto "salvaprecari", magari stando comodamente seduti a casa, nè
sussidi di disoccupazione. Chiediamo solo di lavorare!», urlano
esasperati i manifestanti. I numeri che riguardano il personale Ata -
nella fattispecie i collaboratori scolastici - sono impietosi. Ma
difficilmente verrà recuperata qualcosa. Lo scorso anno gli incarichi
annuali hanno toccato quota 525. A distanza di dodici mesi sono poco
più di 300 Dietro le richieste dei precari si celano storie
strappalacrime che, comunque, non impietosiscono la crudele realtà.
Come spiegano anche i sindacalisti. «L'ufficio scolastico provinciale
può fare poco o niente», afferma Pino Assalone (Flc-Cgil), sfuggito
dalle "grinfie" dei manifestanti. «Logicamente, nella mia posizione,
non posso schierarmi di certo contro i lavoratori, ma nemmeno cavalcare
una protesta senza capo nè coda: il ministero della Pubblica Istruzione
ha stabilito dei criteri discutibili, ma bisogna attenersi. Non ha
senso manifestare oggi, quando non si può più porre rimedio. Nè tanto
meno la risoluzione passa per il boicottaggio degli Lsu (tirati in
ballo nei giorni scorsi dal coordinamento dei precari e dall'Anief:
ndc): il loro inserimento negli organici è stabilito da un legge che
esiste da un decennio. Sono i "tagli" il vero problema».Ma i precari
rincarano la dose. «Circa sessanta scuole rischiano di non aprire»,
afferma Anna Maria Di Buono, «perchè c'è carenza di personale e non può
essere garantita la sorveglianza dei ragazzi». Un capitolo a sè merita
la situazione di 40 collaboratori scolastici che non potranno nemmeno
usufruire del decreto "salvaprecari", avendo chiesto il rientro in
provincia. Tra questi anche Luigi Martire. «Possono beneficiarne»,
afferma, «solo coloro i quali hanno lavorato nel 2008-2009. Chi, come
me, è rimasto un anno fermo perchè ha chiesto il trasferimento, verrà
inevitabilmente scavalcato, pur vantando una graduatoria migliore e non
potrà effettuare progetti e supplenze». E oggi i precari torneranno
alla carica (Gazzetta del Sud di Vittorio Scarpelli)
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