Giacomo
Russo, 31 anni assistente tecnico, Salvo Altadonna, 35 anni insegnante
di sostegno e Pietro Di Grusa, 50 anni collaboratore scolastico,
protestano dal 16 agosto davanti al provveditorato agli studi di
Palermo, in via Praga, contro i tagli previsti dalla riforma del
sistema scolastico varata dal Ministro dell'Istruzione Mariastella
Gelmini. La riforma prevede, dopo i tagli dell'anno passato che hanno
mandato a casa ben 42.000 precari, una riduzione del personale
scolastico docente e non, di13.000 unità, di cui 7.000 solo nella
Regione Sicilia. Di Grusa, oltre all'astensione dal cibo, ha deciso di
sospendere anche l'assunzione della cardioaspirina, medicinale
prescrittogli per curare una cardiopatia.Decisione questa, che ieri ha
portato il manifestante al ricovero ospedaliero, a causa di una
ipotemia. Dimesso poco dopo, l'uomo ha subito nuovamente raggiunto il
luogo della protesta.In ospedale Di Grusa ha dichiarato di essere «un
uomo già morto, senza un lavoro” e di andare “via da qui con una bara,
se non risolvo la situazione».La storia del collaboratore scolastico è
simile a tante altre storie di lavoratori che, come lui, pur essendo
precari da molti anni, non hanno raggiunto i requisiti per la
disoccupazione e dunque si trovano in una situazione economicamente, e
non solo, disastrosa in cui non ricevono alcun aiuto da parte dello
Stato. L'unico aiuto che Di Grusa riceve per mantenere la sua famiglia,
proviene dalla Caritas.La riforma Gelmini prevede, dopo i tagli
dell'anno passato che hanno mandato a casa ben 42.000 precari, una
riduzione del personale scolastico docente e non, di13.000 unità, di
cui 7.000 solo nella Regione Sicilia.Pietro Di Grusa, Salvo Altadonna e
Giacomo Russo, protestano dunque non solo per il proprio posto di
lavoro ma, come dichiarano, «per degli ideali, per i precari italiani,
e per una nazione che dovrebbe essere fondata su una buona e pubblica
istruzione». Giacomo Russo ha dichiarato che smetterà dunque di
scioperare solo «quando la Gelmini mi convincerà che la sua riforma è
un bene per il Paese». Ma le risposte alla protesta da parte del
governo non sembrano essere confortanti. Il Viceministro della Pubblica
Istruzione Giuseppe Pizza, ha infatti risposto all'appello dei
manifestanti solo quattro giorni dopo, fissando con loro un
appuntamento per il 26 agosto, ben dieci giorni dopo il l'inizio del
loro sciopero. Come se il problema dei lavoratori precari potesse
essere affrontando solo nel primo buco libero nell'agenda del Ministero
della Pubblica Istruzione.Prevista invece la presenza del Pd e dell'Idv
per il sit-in indetto dal Coordinamento Precari Scuola, per il 26
agosto in Piazza Politeama. Gli esponenti del Partito Democratico di
Palermo chiedono al del presidente della Regione Sicilia Raffaele
Lombardo «di farsi portavoce di una veemente protesta contro l'ennesimo
furto di speranza perpetrato ai danni del popolo siciliano e di
adoperarsi in ogni modo - concludono - per modificare l'attuale
insostenibile situazione»
SCUOLA: IDV, GIOVEDI’ IN PIAZZA CON I PRECARI DI PALERMO
(AGI) - Roma, 24 ago. - “Il governo ha il dovere di ascoltare i precari
della scuola che a Palermo hanno scelto lo sciopero della fame come
forma di protesta estrema per difendere il loro diritto al lavoro. La
battaglia che stanno combattendo e’ anche la battaglia dell Italia dei
Valori, percio’ giovedi’ scenderemo in piazza accanto a loro per dire
no ai tagli indiscriminati al comparto scolastico decisi dalla riforma
Gelmini”. Lo annunciano in una nota congiunta il portavoce nazionale
dell Italia dei Valori, Leoluca Orlando, i capigruppo IdV in
commissione Cultura di Senato e Camera, Fabio Giambrone e Pierfelice
Zazzera, la responsabile Istruzione del partito, Anita Di Giuseppe, e l
europarlamentare siciliana Sonia Alfano. “La questione precari -
aggiungono - non riguarda comunque solo Palermo, e’ una questione
nazionale. Giovedi’, nell’incontro che abbiamo chiesto e ottenuto con
il sottosegretario all’Istruzione Pizza, pretenderemo dal governo
risposte chiare. A settembre poi, alla ripresa dei lavori parlamentari,
faremo opposizione durissima e chiederemo al governo di venire a
riferire in Aula. La riforma Gelmini uccide la scuola pubblica e
determina la perdita di tantissimi posti di lavoro - concludono - non
possiamo permetterlo”. (AGI) Ted
(da Virgilio notizie)
Redazione