LETTERA APERTA AGLI INCARICATI A TEMPO INDETERMINATO DELLA SCUOLA
: RUOLO O NO, NO A CATTEDRE A 18 H.
L'anno scolastico che sta iniziando sarà fondamentale per i destini
della scuola pubblica e di un milione di lavoratori. I presupposti non
sono certo dei migliori:
• È in atto il
più vasto licenziamento mai messo in cantiere in Italia. Riguarda circa
130.000 precari, docenti ed Ata, in tre anni. Di contro, gli istituti
scolastici sono sempre più fatiscenti e pericolosi (è di questi giorni
la notizia dell'enorme numero di scuole italiane che contengono ancora
amianto) e le condizioni di vita materiali disastrose per alunni,
studenti, lavoratori. Tutto a causa di tagli finanziari portati avanti
da un governo convinto di risanare il debito pubblico
risparmiando sugli investimenti della cultura, invece di attaccare gli
sprechi, l’evasione fiscale, la corruzione, la concussione politica e
le organizzazioni criminali.
• Le “riforme” in
chiave minimalista dei diversi ordini di scuola, approvate in questi
anni, vanno nella direzione dello smantellamento della scuola pubblica,
il cui scopo sarà quello di produrre manodopera a basso costo.
Naturalmente tutto ciò va a favore della scuola privata che vorrebbe
svolgere la funzione solitaria di “formatrice d’eccellenza” per una
platea selezionata in base al censo.
• Un
atteggiamento a dir poco offensivo e lesivo della nostra dignità
professionale, che si manifesta col blocco per un triennio dei rinnovi
contrattuali (perdita media di circa 2000 €), ulteriori strette sulla
politica previdenziale (l'età pensionabile delle lavoratrici innalzata
a 65 anni, a partire dal 2012 e non più dal 2018), il paventato
congelamento dei già miseri scatti di anzianità (la cui sorte non è
ancora chiara, tra gli articoli della "manovra estiva", gli emendamenti
dell'ultima ora e le guasconerie di "Capitan Bonanni", ma di certo la
buggeratura è nell'aria).
• Una campagna di
denigrazione e delegittimazione sociale e professionale ad opera di
soggetti come Brunetta (che ha inventato una legge anticostituzionale
come la tassa sulla malattia, suggerendo all'opinione pubblica l'idea
che ogni lavoratore della scuola è un fannullone), o come la Gelmini
(che col Piano di Qualità e Merito ha confermato quanto l'UNIcobas va
dicendo da anni: lo scopo primario dei test INVALSI non è tanto quello
di misurare i risultati degli studenti, quanto di valutare e premiare
docenti e scuole cd. "meritevoli").
• Dal prossimo
anno scolastico i residui del fondo finanziario delle scuole serviranno
a finanziare i corsi di tre settimane, voluti dal ministro della Difesa
Ignazio La Russa, per avvicinare gli under 30 alle forze armate; così
quel tragico trend che da anni toglie soldi alla scuola e alla cultura
per finanziare missioni militari all'estero, acquistare
cacciabombardieri et similia, giunge oggi alla tappa finale e
parodistica della "mini naia" (cd. “legge-Balilla”).
Cosa possono fare insegnanti e ATA di ruolo per resistere e lottare
contro questa situazione?
In primo luogo rifiutarsi di farsi complici della macelleria sociale a
danno dei precari, non accettando cattedre oltre le 18 h. settimanali
(come da contratto vigente). Accettare cattedre oltre le 18 h.
significa infatti piegarsi alla logica del cottimo ed aprire le porte a
breve ad un aumento dell'orario di lavoro a pari retribuzione.
Significa svilire la funzione docente ed avviarsi inconsapevolmente
alla trasformazione di questa professione in qualcosa di diverso:
essere a servizio e pronti a tutto per qualche spicciolo in più
(ripreso con lo scatto dell’aliquota fiscale).
Inoltre possono rifiutare di svolgere ogni genere di attività
aggiuntiva e lavoro volontario oltre gli stretti impegni contrattuali;
rifiutare di assumere incarichi di vicario e/o responsabili di plessi o
sedi distaccate;
non dare disponibilità a svolgere attività di coordinamento, gite
scolastiche e visite d'istruzione;
non accettare in aula alunni di altre classi;
rifiutarsi di adottare nuovi libri fino a quando il vecchio testo viene
è disponibile...
...e tante altre possibili forme di lotta contro l’impoverimento della
scuola pubblica, i tagli, la riduzione di classi e l'aumento del numero
di alunni, la contrazione d'orario, la cura dimagrante imposta ad
alcune materie, l’espulsione forzata dei precari.
SU LA TESTA, È ORA DI LOTTARE !!!