Servono 15 milioni per far raggiungere agli
edifici scolastici comunali un livello di qualità accettabile.
E' la stima fatta dall'assessorato ai lavori pubblici di Mantova al
termine di un tour ispettivo compiuto assieme ai tecnici della pubblica
istruzione nelle scuole materne, elementari e medie
Servono circa quindici milioni di euro per far raggiungere agli
edifici scolastici comunali un livello di qualità accettabile. E' la
stima fatta dall'assessorato ai lavori pubblici al termine di un tour
ispettivo compiuto assieme ai tecnici della pubblica istruzione nelle
scuole materne, elementari e medie della città. Il piano di interventi
verrà redatto la prossima settimana. Naturalmente i due assessori
coinvolti, Giampaolo Benedini e Marco Cavarocchi, non pensano di poter
ottenere già con il prossimo bilancio preventivo, il primo della giunta
Sodano, tutte le risorse necessarie. Ma entrambi vorrebbero, quantomeno
nell'arco del mandato, non limitarsi a mettere delle pezze alle
situazioni d'emergenza.
Resta da vedere quanto l'amministrazione nel suo complesso intenda
investire (economicamente e politicamente) sulla realizzazione di
un'edilizia scolastica di qualità. «Con i tecnici dell'assessorato
stabiliremo le priorità, vale a dire quegli interventi sull'edilizia
scolastica che non possono essere rinviati ulteriormente», dice il
responsabile dei lavori pubblici. Anche se Benedini, per ora, non si
sbilancia, è ovvio che i tetti colabrodo di molte scuole sono una delle
emergenze.
«Ad esempio quello della materna Pacchioni è molto ammalorato», dice
l'assessore. L'anno scorso nella materna di Cittadella, le aule si sono
trovate più volte allagate a causa di pesanti infiltrazioni dal tetto.
Cavarocchi, che aveva posto il problema del cattivo stato in cui versa
l'edilizia scolastica poche settimane dopo essere diventato assessore
all'istruzione, cita gli edifici che risultano avere problemi simili ai
tetti, anche se non compromessi come quello della Pacchioni.
«Naturalmente saranno i tecnici dei lavori pubblici a stabilire le
priorità - premette Cavarocchi - le scuole che hanno problemi con i
tetti, in ogni caso, sono diverse. Mi limito a citare la Sacchi e
l'Ardigò, che fanno parte dello stesso complesso edile. E poi come noto
c'è l'elementare Nievo dove due anni fa si era formata una crepa da cui
scendeva l'acqua piovana che aveva portato alla proclamazione di
inagibilità di un mezzo salone. Il problema è stato risolto con un
intervento tampone, ma è chiaro che occorre approntare il rifacimento
delle coperture».
I tecnici dei due assessorati, per il momento, sono piuttosto restii a
dare indicazioni precise sulle situazioni riscontrate. Complessivamente
non ci sono grossi problemi sotto il profilo della sicurezza, ma il
patrimonio di edilizia scolastica cittadino mostra pesantemente l'età
media elevata dei suoi palazzi. Aule che non vengono pitturate da
vent'anni (ad esempio la Bertazzolo) e palestre che non ricevono
interventi manutentivi da tempo immemore. Eppure in queste strutture i
bambini vanno a fare ginnastica un paio d'ore la settimana. Uno dei
primi impianti che verrà sistemato è la palestra Boni di via Luzio.
(da Gazzetta di Mantova)
redazione@aetnanet.org