Il precariato da
condizione transitoria rischia di diventare la forma di lavoro più
diffusa e più stabile in tutti i settori pubblici e in particolare in
quelli della conoscenza.
Sono migliaia, tra docenti, ricercatori, tecnologi, tecnici e
amministrativi che lavorano da precari nelle scuole, nelle università e
negli enti di ricerca, in una giungla fitta di numerose tipologie
contrattuali. Nella scuola sono precari i supplenti, quelli che ogni
anno aspettano una nomina: molti di loro sono andati in pensione da
precari, moltissimi stanno agognando da 20 o 30 anni il sospirato
"ruolo", ce ne sono altrettanti che passano l'estate sperando che la
cattedra non sia stata cancellata. Una quota di precariato sarebbe
fisiologica in tutti i settori di lavoro, legata alla stagionalità o ai
progetti a termine. Il problema italiano è che la quantità di
precariato è diventata patologica, soprattutto perché è figlia dei
tagli finanziari. Nei settori della conoscenza non ci sono riforme o
riordini, non c'è politica, ci sono tagli e solo tagli.
La FLC CGIL in questi anni ha promosso tante campagne a favore dei
precari. Alcune hanno dato anche dei risultati importanti. Gli
strumenti principali per combattere il ricorso al precariato si trovano
nei contratti collettivi. Ma il governo sta tentando di spuntare anche
quest'arma.
Tra gli strumenti che la FLC CGIL ha messo a disposizione dei precari
della scuola, dell'università e della ricerca ci sono due libriccini,
stampati dalle Edizioni Conoscenza
• I precari nell'università e nella ricerca. Piccola
guida per orientarsi nella giungla dei contratti di Francesco Sinopoli
e Giuseppe Benincasa.
• Guida per i supplenti della scuola statale di
Corrado Colangelo.
Sono una sorta di bussola per conoscere diritti e doveri e,
soprattutto, per difendersi.
Per sfogliarli e leggerne qualche brano si può consultare il sito
www.edizioniconoscenza.it nella sezione libriccini.
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