Troppa grazia e in un
colpo solo, ma sparato proprio quando l’accerchiamento parlamentare
rischia di fare saltare le trincee governative maggioritarie: ci
riferiamo alle dichiarazioni della ministra Gelmini rilasciate alle
organizzazioni sindacali nella giornata del 4 luglio scorso
relativamente alla prossima promulgazione del bando di concorso per
2.800 posti di dirigente scolastico, alla ufficializzazione delle
17.000 immissioni in ruolo, allo sblocco degli scatti d'anzianità
e alla promozione del merito per i docenti. Troppa grazia,
oggettivamente, anche se 17mila posti divisi per le regioni italiane e
per provincia siano una cosa miserevole a fronte di 130 mila precari in
attesa e considerato pure che molti di essi saranno assegnati al
sostegno.
Ma anche il bando per l’assunzione dei dirigenti scolastici è una
schioppettata nel mucchio, visto che molte sono le scuole che non hanno
il titolare e sono affidate a reggenze, per cui anche questo botto
arriva in ritardo rispetto alle attese, ma giusto in tempo per parare
l’altro e fragorosissimo colpo delle possibili elezioni politiche
anticipate.
Tacciamo invece sugli scatti di anzianità su cui ancora non si è
capito bene come saranno elargiti e se il provvedimento per i soli
effetti economici sarà sottoscritto, mentre nessuno si è curato di
spiegare, scusandosi, per quale ragione tanti docenti debbano vedere
gli aumenti legati alla progressione di carriera triturati da una
finanziaria iniqua col pubblico impiego e coi professori in modo
particolare.
Rimane aperta la questione del riconoscimento del merito ai docenti più
bravi per pagare i quali però verrebbero tolti gli scatti settennali ai
meno bravi. Da un punto di vista generale sarebbe corretto premiare chi
si impegna di più a scuola, ma se si guarda nel particolare e per
singola istituzione qualcuno dovrebbe pure dire le modalità per
individuare i migliori, perché lì è il vero bersaglio, e quelle per
lasciare a bocca asciutta tutti gli altri. In ogni caso vedremo nel
corso della storia futura; quello che però oggi colpisce, come appunto
una schioppettata, è questo improvviso sblocco di una situazione mai
registrata prima e contrassegnata da accuse di sprechi, di lassismo,
buonismo, fannullonismo e soprattutto di trinceramenti finanziari per
declassare il lavoro dei docenti, mentre l’unica riposta data ai
precari sui tetti dei provveditorati è stata quella di cercarsi un
altro lavoro dal momento che la scuola non è un ammortizzatore sociale.
Fare dunque questo annuncio di assunzioni, pochissime in ogni caso,
solo dopo le lacerazioni governative e il fumus sui fragili equilibri
parlamentari, induce al più schietto dei sospetti, come dire:
riforniamo di vettovagliamento le truppe in attesa della battaglia, che
poi sarà una campagna elettorale a colpi di spot, tipo la sistemazione
di 17mila lavoratori della scuola, la nomina di qualche migliaia di
dirigenti, il riconoscimento degli scatti anzianità e la premialità
cara a Gelmini.
Tutti provvedimenti che sono assolutamente normali, benché
assolutamente inadeguati, ma che, viste le circostanze e le premesse,
appaiono come una sorta di grazia ricevuta a favore dei
professori; e quando la grazia è così troppa, perché appunto
inaspettata, che qualcosa bolla in pentola c’è da sospettarlo.
PASQUALE ALMIRANTE
Pasquale Almirante
p.almirante@aetnanet.org