A più di
un mese e mezzo dall'inizio del nuovo anno scolastico tengono banco le
polemiche sui tagli al comparto. Il territorio peloritano ha già pagato
a caro prezzo le "sforbiciate" della riforma del ministero
dell'Istruzione. I tagli non mancheranno nel 2010/2011 e riguarderanno
anche i diversamente abili. A suonare l'allarme è la Federazione
lavoratori della conoscenza della Cgil di Messina, in seguito
all'incontro tenutosi a Palermo, il 27 luglio scorso, tra Ufficio
scolastico regionale e organizzazioni sindacali del comparto scuola. In
quella sede è stata resa nota la dotazione in organico dei posti di
sostegno di ciascuna Provincia. Quella di Messina risulta la più
colpita, con 86 posti in meno.
Quella di Messina risulta la più colpita, con 86 posti in meno, a
fronte dei quali si registra la drastica riduzione di 149 alunni
diversamente abili rispetto all'anno scolastico 2009/2010. I dati
mostrano la disparità di trattamento con le altre Province siciliane.
Se 86 precari del territorio peloritano pagano a caro prezzo la scelta,
a Catania (+113 posti in organico), Palermo (+51), Agrigento (+20) e
Siracusa (+8) c'è da essere ottimisti. Come Messina, storcono il muso
Caltanissetta (- 43 posti), Trapani (-34) ed Enna (-5).Stizzito il
commento della segretaria generale della Flc Cgil Graziamaria
Pistorino: «Le certificazioni prodotte dalle scuole e dalle famiglie
sono valutate con criteri non omogenei a seconda delle Province e il
caso Messina era stato seguito dalla commissione Cultura dell'Assemblea
regionale siciliana». Il 30 luglio la Flc Cgil ha chiesto all'Ufficio
scolastico provinciale di Messina di conoscere i criteri che hanno
portato all'ennesima beffa. «Ancora una volta – spiega la sindacalista
– il territorio peloritano viene penalizzato. La nostra Provincia ha
già perso 1300 posti di lavoro in due anni, non ottenendo il minimo
interesse da istituzioni ed enti».La Pistorino aggiunge che le novità
introdotte dalle disposizioni del ministro Gelmini hanno un duplice
effetto: riducono i livelli occupazionali e limitano il diritto alla
studio. In questo caso degli alunni diversamente abili.(r.d.) (Gazzetta
del Sud)
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