Consideriamo un buon risultato le modifiche
apportate in Parlamento alla manovra economica sulla complessa e
difficile questione delle progressioni di anzianità del personale
scolastico.
Come talvolta accade, anche
argomentazioni spese per sostenere valutazioni di segno opposto ce ne
danno, paradossalmente, conferma.
E’ il caso, ad esempio, di alcune schede di lettura curate dalla Flc
CGIL: nel tentativo di evidenziare i limiti delle soluzioni da noi
concordate col Governo, esse in realtà finiscono per documentare in
modo puntuale quali siano i passi in avanti che la stesura definitiva
del testo ha compiuto rispetto alla formulazione originaria.
Dunque, l’impegno speso a dimostrare
che il bicchiere è “mezzo vuoto” ci fa capire in realtà, e molto bene,
come lo fosse del tutto all’inizio del percorso legislativo e come ora,
invece, si possa considerare “mezzo pieno”.
In dettaglio:
Il comma 23 dell’art. 9, che rende inefficace il triennio 2010/12 ai
fini della maturazione di incrementi stipendiali, è stato integrato in
modo da renderlo meno rigidamente prescrittivo (“E’ fatto salvo quanto
previsto dall’articolo 8 comma 14”).
Nello stesso modo, e con identica formulazione (“E’ fatto salvo
quanto previsto dall’articolo 8 comma 14”), è stato integrato il comma
1 dell’art. 9 (che “congela” per tre anni le retribuzioni dei
dipendenti pubblici). In virtù di tale modifica (evidentemente sfuggita
nella compilazione delle schede citate), si prevede un’eccezione a tale
“congelamento” per il comparto scuola.
Diventa quindi possibile destinare alle retribuzioni del personale le
risorse di cui all’art. 8 comma 14 (il 30% delle economie realizzate
con la riduzione degli organici). Nella versione originaria del
decreto, esse erano indirizzate ad altri scopi, puntualmente elencati
nella relazione tecnica allegata al decreto (crediti delle scuole,
supplenze, spese di funzionamento).
Si prevede che l’ammontare di queste risorse (precisamente riportato
nelle schede della Flc e in parte già certificato nella sua effettiva
consistenza) sia ampiamente superiore a quanto servirà, nel triennio
2010/12, per pagare gli incrementi legati alle progressioni di
anzianità.
Sarà il ministro dell’Istruzione, di concerto col MEF, e sentite le
organizzazioni sindacali, a stabilire la destinazione delle somme rese
disponibili nei modi appena descritti.
Se il testo di legge è necessariamente vago, non lo sono gli impegni
assunti dal Governo, nella persona dello stesso Ministro dell’Economia:
fin d’ora l’obiettivo della nostra attenzione e della nostra iniziativa
è che a tali impegni sia data puntuale e coerente attuazione.
La soluzione individuata vale certamente a rimuovere quello che viene
definito “il danno immediato per coloro che avrebbero dovuto scattare
di fascia retributiva nel prossimo triennio”: la combinazione dei tre
emendamenti consentirà infatti di riconoscere agli interessati gli
incrementi derivanti dall’anzianità maturata.
Per il resto, sarà la sede del rinnovo contrattuale – dopo la moratoria
imposta dalla manovra – quella in cui affrontare e risolvere il “nodo”
di una struttura delle carriere su cui non da oggi è aperta una
discussione nella quale sono messi “sotto tiro” quegli automatismi di
anzianità che per la verità nessuno, anche in passato, ha mai difeso
più della CISL.
Davvero è difficile credere che si potessero ottenere, nelle presenti
concrete circostanze e non in astratta teoria, risultati m
(da Cisl-Scuola)
Redazione