Non esistono soluzioni facili a problemi difficili: quello
di recuperare le progressioni di anzianità bloccate dalla manovra
economica del Governo era ed è un problema difficilissimo. Si tratta,
infatti, di trovare le intese necessarie per modificare, con opportuni
emendamenti, il testo di un Decreto Legge. Ciò comporta,
inevitabilmente, individuare soluzioni che possano contare
sull’indispensabile consenso in sede parlamentare. Per questa ragione,
da subito, la CISL Scuola alla denuncia forte e chiara dell’iniquità
subita dai lavoratori della scuola ha fatto seguire un forte impegno
perché si aprisse un confronto col Governo, con l’obiettivo di
individuare una via d’uscita concretamente percorribile. Lo ha fatto in
un contesto di enormi difficoltà, non essendo la scuola l’unico settore
a rivendicare modifiche alla manovra: magistrati, dirigenza pubblica,
Regioni, Enti Locali, hanno fatto a gara, in queste settimane, nel
tirare ciascuno verso di sé una coperta evidentemente molto corta.
Immaginare quindi che fosse possibile risolvere la questione degli
scatti di anzianità semplicemente ripristinandoli attraverso la
cancellazione delle norme che li avevano congelati significa vivere
fuori dalla realtà, ignorando completamente i vincoli di natura
economica e politica con cui era inevitabile misurarsi. Ecco perché la
soluzione su cui la CISL è riuscita a raggiungere un’intesa col
Governo, a conclusione di un percorso di mobilitazione e di confronto
condiviso con tutte le altre sigle sindacali (ad eccezione della FLC
Cgil, impegnata a proseguire in proprie autonome iniziative) è un
risultato importante che nessuno può ragionevolmente sottovalutare.
L’intesa si fonda sul recupero di risorse (il 30% delle economie
derivanti dai tagli agli organici) che in un primo tempo erano state
diversamente destinate e che invece ora possono essere utilizzate per
retribuire il personale della scuola. Poiché tale utilizzo non
determina oneri aggiuntivi e non altera quindi il saldo della manovra,
condizione posta rigidamente dal Ministro dell’Economia, la loro
attribuzione è compatibile con i vincoli posti da altre disposizioni
contenute nel decreto (commi 1 e 23 dell’art. 9), anch’esse oggetto di
opportuni appositi emendamenti.
E’ in questo modo che si rende possibile corrispondere ai lavoratori,
nel triennio, i benefici corrispondenti agli scatti che il decreto
aveva bloccato, attraverso i provvedimenti che il Ministro
dell’Istruzione è delegato a emanare, di concerto col MEF, sentite le
Organizzazioni Sindacali. Un puntuale e coerente assolvimento di questi
impegni, di cui si è fatto garante il Ministro dell’Economia,
costituisce l’obiettivo sul quale continueremo a svolgere in modo
attento e determinato la nostra azione.
Risultano quindi prive di fondamento le notizie diffuse in questi
giorni che davano per fallito il tentativo di recuperare gli scatti di
anzianità e per disattesi gli impegni, assunti in tal senso dal
Governo: gli emendamenti ci sono, e sono quelli su cui si era
convenuto. Soluzioni più vantaggiose e di più immediata efficacia, per
quanto auspicabili, non erano realisticamente perseguibili. Chi ritiene
che lo fossero, evidentemente vive nella dimensione astratta del
desiderio, il che non è consentito a un sindacato che responsabilmente
voglia tutelare i lavoratori che rappresenta, facendo seguire alla
doverosa e forte protesta la concretezza dei risultati possibili.
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